Bellinzonese

Officine, 'fuorvianti le dichiarazioni di Frizzo e Cozzaglio'

Pressioni della Direzione dello stabilimento sugli operai contro l'iniziativa 'Giù le mani'? La replica della direttrice Ffs regione sud Roberta Cattaneo

Roberta Cattaneo col Ceo di Ffs Andreas Meyer (Ti-Press)
5 novembre 2018
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«Le dichiarazioni di Ivan Cozzaglio e Gianni Frizzo non corrispondono al vero e sono del tutto fuorvianti». Roberta Cattaneo, direttrice Ffs regione sud, interpellata dalla 'Regione' rispedisce al mittente le critiche sollevate venerdì e sabato scorsi rispettivamente sul nostro portale e giornale dal presidente del Comitato di fabbrica delle officine di Bellinzona, e sabato alla 'Rsi' dal presidente dell'associazione 'Giù le mani', su quanto sarebbe avvenuto nelle settimane precedenti l'assemblea del dipendenti del 25 ottobre. Assemblea, ricordiamo, che a stretta maggioranza (145 sì, 137 no e 8 astenuti) ha ribadito il proprio sostegno all'iniziativa “Giù le mani dalle Officine: per la creazione di un polo tecnologico-industriale nel settore del trasporto pubblico” – che nella primavera 2008 aveva raccolto 14’768 firme sulla spinta dello sciopero contro la chiusura dello stabilimento – compresa la necessità di sottoporla a votazione popolare qualora il Gran Consiglio nei prossimi due-quattro mesi la bocciasse.

Cozzaglio e Frizzo parlano di pressioni indebite su tutti i dipendenti in corso da settimane, coinvolgendo singoli operai e i loro diretti superiori. Le Ffs confermano queste modalità? Da cosa sono giustificate?

«Le Ferrovie – risponde Roberta Cattaneo – non esercitano e non hanno esercitato alcun tipo di pressione nei confronti dei collaboratori; al contrario, ai collaboratori sono state fornite informazioni puntuali e precise in merito al nuovo stabilimento e sono state smentite illazioni non veritiere, propagate dal signor Frizzo, secondo cui, ad esempio, nel nuovo stabilimento verrà fatta unicamente la manutenzione leggera. La Direzione ha il dovere e il diritto di informare i collaboratori in merito agli sviluppi futuri; in quest’ottica, entro la fine dell'anno sarà organizzato un incontro aperto a tutti i collaboratori durante il quale gli stessi potranno porre tutte le domande del caso. Le Ffs accolgono altresì con favore l'esito del voto del 25 ottobre scorso, una chiara dimostrazione di come la volontà dei collaboratori sia anche quella di guardare al futuro. Sorprendente che il Comitato 'Giù le mani' - solitamente tanto attento e attivo nel comunicare tutto quanto accade all'interno delle Officine - abbia atteso così tanto a reagire mediaticamente dopo l’assemblea».

In realtà il comitato, ci ha spiegato Cozzaglio, ha ritenuto opportuno non reagire. Prova ne è che venerdì scorso la 'Regione' ha appreso da altre fonti l'esito della votazione interna e ha contattato Cozzaglio per raccogliere una sua opinione. La quale è stata: «Nei 15 giorni precedenti l’assemblea la Direzione delle Officine ha avviato un’intensa azione di marketing a favore dell’opzione Castione. Purtroppo fra i dipendenti si è ben presto diffuso il timore che sostenendo a oltranza l’iniziativa popolare del 2008, la nuova Officina rischia di non essere realizzata in Ticino facendo così saltare i 200 posti di lavoro previsti. Ma l’iniziativa, ribadisco, non è contro Castione né contro i 120 milioni». Frizzo, interpellato dalla 'Rsi' ha detto sabato che «da mesi c'è un gran da fare da parte della Direzione nel voler ostacolare le idee del comitato con l'intento di deligittimare. Ma nessuno di noi ostacola le proposte di nuovo stabilimento, né il finanziamento di 120 milioni Cantone-Città. Tutti ritengono invece inaccettabili le condizioni poste dalle FFs» quanto a riduzione del persone e ad attività di manutenzione prevista. Alla direttrice Ffs sud richiediamo: non ritiene eccessivo intervenire nelle modalità di valutazione e dibattito delle maestranze?

«Le Ffs non sono intervenute ma si sono limitate a prendere atto di quanto accaduto».

Quali sono i punti su cui il nuovo direttore dello stabilimento, Francesco Giampà, e la Direzione hanno insistito durante i colloqui?

«Il direttore ha risposto a un'esplicita richiesta di molti gruppi di collaboratori di fornire ai diversi team maggiori informazioni sul progetto del nuovo stabilimento industriale e rispondere alle domande e a eventuali timori. In questi incontri è stata fatta maggiore chiarezza sul contenuto e sulla tipologia dei lavori del nuovo stabilimento. Si è voluto inoltre fare trasparenza e mostrare l'infondatezza di alcune dichiarazioni false relative per esempio al mercato terzo e al rapporto tra manutenzione leggera e pesante. Il direttore Giampà ha motivato i collaboratori a discutere di questo importante progetto tra di loro, soppesare rischi e chance delle varianti in gioco e soprattutto di partecipare attivamente all'assemblea promuovendo il loro punto di vista, qualsiasi esso sia. Non è un caso che la partecipazione sia risultata molto più alta che in passato».

Da quanto, insistiamo, va avanti questa 'operazione di marketing'?

«Nessuna operazione di marketing, bensì solo chiara comunicazione dei fatti».

Quali sono i timori delle Ffs qualora il Gran Consiglio, oppure la popolazione in seconda battuta, dovessero votare l'iniziativa popolare?

«Le Ffs restano convinte della bontà del progetto e rispettano i processi e le decisioni democratiche».

Ritengono crediti di 120 milioni e iniziativa inconciliabili, oppure l'iniziativa un arricchimento della nuova officina prevista a Castione, come sostengono la maggioranza risicata degli operai e gli iniziativisti?

«Il credito di 120 milioni è legato alla Lettera d’intenti di dicembre 2017. In quel documento si spiega cosa le Ffs intendono fare con il nuovo stabilimento e lo sviluppo che Cantone, Città e Ffs desiderano promuovere nell'area delle attuali Officine».

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