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Alla scoperta del canale Balma

La danza della ballerina gialla e gli ecosistemi

14 marzo 2020
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Nel 2014, il WWF Svizzera italiana ha promosso un progetto di rivitalizzazione di un piccolo corso d’acqua in Valle Riviera: il canale Balma a Lodrino. La vita acquatica nel ruscello era resa impossibile dall’alveo arginato: fondo e sponde erano completamente lastricate. Grazie ai fondi pubblici della Confederazione e del Cantone per la rivitalizzazione delle acque e al sostegno finanziario di vari attori, tra cui il Consorzio Manutenzione arginature Riviera, il Comune, Pro Natura Ticino e WWF Svizzera Italiana, e con la collaborazione dell’azienda agricola locale, è stato possibile demolire il cemento su una lunghezza di circa 250 metri e ricreare un alveo naturale più ampio e ospitale per piante e animali. A distanza di sei anni, la vegetazione si è sviluppata: salici ed altri arbusti adornano ora le sponde e le ombreggiano nei periodi più caldi.

L’acqua può di nuovo inumidire il sottosuolo trovando un contatto con la falda freatica. Libellule e altri insetti acquatici, molluschi, piccoli vermi e altri invertebrati, che costituiscono gran parte della rete alimentare, sono tornati a popolare in modo abbondante e diversificato il letto del ruscello.

Ne approfittano i pesci, quali ad esempio trote, strigioni e cavedani, come pure gli anfibi e gli uccelli. Come il canale Balma, molti altri corsi d’acqua in Ticino sono stati arginati negli ultimi 50-100 anni ed oggi attendono di poter tornare alla vita grazie ai progetti di rivitalizzazione.

La svolta è avvenuta nel 2011, con l’entrata in vigore della legge sulla protezione delle acque modificata a seguito dell’iniziativa “Acqua viva”. Essa ha posto le basi per la protezione dei corsi d’acqua ancora in buono stato e per il finanziamento dei progetti di rivitalizzazione di quelli in cattivo stato. I progetti che ricevono più fondi sono quelli che conferiscono ampio spazio a disposizione delle acque, e che quindi generano un maggiore beneficio per la natura e il paesaggio. Confederazione e Cantone finanziano inoltre in modo cospicuo i progetti che generano spazi fruitivi attraenti per lo svago di prossimità, oggi sempre più apprezzati dalla popolazione che ha bisogno di rigenerarsi dallo stress quotidiano. A livello federale, entro il 2090, si prevede di rivitalizzare 4’000 km di corsi d’acqua oggi in cattivo stato. Il Cantone Ticino è molto attivo, con decine di progetti in corso su piccoli e grandi corsi d’acqua e alcune realizzazioni di peso, come ad esempio la rinaturazione del Delta del fiume Ticino alle Bolle di Magadino, la rivitalizzazione della Foce del Cassarate nel centro di Lugano, o quella della foce del torrente Trodo a Quartino.

Ecosistemi acquatici sotto pressione  

Sono tempi duri per le nostre acque. Secondo l’Ufficio federale dell’ambiente, che nel 2016 ha stilato la Lista rossa degli ambienti minacciati della Svizzera, i corsi d’acqua, le rive lacustri e le zone umide sono tra gli ambienti maggiormente degradati e minacciati. Le cause sono dovute non solo alle bonifiche e alle correzioni fluviali dell’ultimo secolo, che hanno portato alla perdita di gran parte degli ambienti golenali e al degrado del reticolo idrico di pianura, ma anche - più recentemente - all’inquinamento da pesticidi, microinquinanti e altre sostanze chimiche, come pure allo sfruttamento della risorsa idrica, all’arrivo di specie esotiche invasive e al cambiamento climatico, che modifica il regime idrologico e le temperature dei nostri corsi d’acqua.

Se la casa è in pericolo, lo sono anche i suoi abitanti. Secondo la Lista rossa dei pesci svizzeri, il 58 per cento delle specie ittiche indigene sono minacciate. Anche tra gli insetti acquatici che vivono sul fondo dei fiumi e vi trascorrono lo stadio larvale, non mancano i motivi di preoccupazione: tra il 40 e il 51 per cento delle specie di efemerotteri, plecotteri e tricotteri sono minacciate, mentre per le piante acquatiche, la quota di specie minacciate è pari al 60 per cento.

Per favorire la sopravvivenza di animali e piante dei nostri ambienti acquatici occorre agire su due fronti: da un lato rivitalizzare i corsi d’acqua in cattivo stato, dall’altro migliorare la qualità delle loro acque. Le due cose vanno a braccetto in modo sinergico: quando le acque hanno spazio a sufficienza e vi si può sviluppare una vegetazione integra, l’apporto di inquinanti è ridotto e la qualità dell’acqua è migliore.

La danza della ballerina gialla

La Ballerina gialla (Motacilla cinerea) è legata ai corsi d’acqua tranquilli e vicini allo stato naturale, ovvero con vegetazione variegata e con alveo naturale composto da massi, ciottoli e ghiaie. È riconoscibile per il suo piumaggio appariscente, che in estate assume una colorazione giallo brillante, e per il movimento su e giù in continuo della coda, una sorta di danza che le è valso il nome che porta. La ballerina gialla ha bisogno di corsi d’acqua naturali poiché si nutre di invertebrati acquatici. Ancora più specializzato in questa dieta è il merlo acquaiolo (Cinclus cinclus), suo vicino di casa più paffuto e dal piumaggio meno appariscente (di colore bruno con gola e petto bianchi), ma altrettanto elegante ed agile, soprattutto quando si immerge coraggiosamente in acque impetuose o vola rapidissimo sull’acqua. Assieme ad alcune specie di insetti acquatici o di pesci sensibili alle alterazioni del loro habitat, questi uccelli sono considerati buoni indicatori della naturalità dei corsi d’acqua. Un recente studio di Martinez et al. (2020, in stampa) conferma come la presenza di queste due specie di uccelli in Svizzera sia correlata all’abbondanza di invertebrati acquatici e al buono stato del reticolo idrografico. Osservare ripetutamente una ballerina gialla in un ruscello recentemente rivitalizzato, come il riale Balma, è sicuramente un segno di buona riuscita del progetto: significa che la biomassa di macroinvertebrati si sviluppa in modo ottimale e vi è abbondanza di cibo.

Una gita al riale Balma 

Con il richiamo del sole primaverile, si risveglia nche la campagna della Valle Riviera? Scoprite il riale Balma recentemente rivitalizzato e la ricchezza dei corsi d’acqua della Riviera. Il percorso ciclabile nord-sud tra Biasca e Bellinzona (raggiungibile anche partendo da Arbedo-Castione) è accessibile a tutti in entrambi i sensi ed è particolarmente indicato per le famiglie, con un dislivello di ca. 70 metri in poco più di 20 km. Il percorso si snoda lungo tranquille strade di campagna, e costeggia la golena del fiume Ticino attraverso un paesaggio perlopiù agricolo con alcuni tratti nel bosco. In prossimità di Lodrino, a nord dell’abitato, prestate attenzione quando siete all’altezza delle pareti verticali delle cave di pietra, che si stagliano imponenti al piede del versante orografico destro: date allora un colpo d’occhio ai canali che attraversate: uno di questo è proprio il riale Balma. Fermatevi sul ponticello, immaginate com’era il canale arginato prima dei lavori, e con un po’ di fortuna, potrete osservare dei pesci, qualche rana o la ballerina gialla in cerca di cibo sui greti.

Per pianificare il percorso e arricchirlo con elementi della storia e della tradizione di questo territorio, potete consultare le informazioni online relative ai sentieri della Via della Pietra o alle fortificazioni della linea Lona (1938-1943) ancora oggi visibili e segnalate da pannelli didattici. Ultimo suggerimento: non dimenticate una sosta con picnic presso il biotopo del campo sportivo di Lodrino, oppure, ancora meglio, una fermata di ristoro in uno dei tanti grotti tipici che costellano il fondovalle.

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