Svizzera

Case di cura, la crisi del personale è la vera sfida

Manodopera dall'estero, formazione ampliata e possibilità tecnologiche da esaminare e meglio sfruttare: Supsi e Unia presentano la loro ‘ricetta’

In sintesi:
  • Ogni mese, da 300 a 400 assistenti alle cure lasciano la professione
  • Entro il 2040, il numero di persone con più di 80 anni aumenterà dell'88% e saranno necessari 35'000 posti di lavoro in più nelle cure di lunga durata
Un problema che va accentuandosi
(Ti-Press)
23 febbraio 2024
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Le cure di lunga durata si trovano attualmente in grave crisi. Stando a uno studio della Supsi e di Unia, questa potrebbe essere affrontata con tre approcci: si dovrebbe continuare a ricorrere alla manodopera dall'estero, ampliare la formazione ed esaminare le possibilità tecnologiche.

Iniziato nel 2021, lo studio della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (Supsi) e del sindacato Unia, presentato oggi, venerdì 23 febbraio, a Berna, è stato condotto sulla base di interviste di gruppo a dipendenti di case di cura. In totale hanno partecipato 26 persone, tra cui 22 donne.

Da questa analisi qualitativa emerge che con l'attuale sistema di finanziamento, l'assistenza è diventata sempre più razionata. Al personale curante manca il tempo per il lavoro relazionale, che è una parte essenziale delle cure. "Un'assistenza di qualità è molto più che tenere in vita un corpo", ha sottolineato uno dei partecipanti allo studio.

Questa intensificazione del lavoro basata su obiettivi di ‘produzione’ sta portando all'esaurimento emotivo e psicologico del personale, oltre ad avere un impatto negativo sui residenti delle case di cura. Ogni mese, da 300 a 400 assistenti alle cure lasciano la professione. Entro il 2040, il numero di persone con più di 80 anni aumenterà dell'88% e saranno necessari 35'000 posti di lavoro in più nelle cure di lunga durata.

Migliorare le condizioni di lavoro

Attualmente esistono tre risposte principali alla crisi dell'assistenza a lungo termine: il ricorso a lavoratori emigrati in Svizzera, la formazione e la tecnologia. Ma queste non sono sufficienti, ha osservato il professore della Supsi Nicolas Pons-Vignon nella sua presentazione.

Anche se la manodopera da oltre confine continuerà a svolgere un ruolo importante, questa non è una soluzione a lungo termine. La formazione è certamente necessaria per soddisfare le crescenti esigenze, ma non è sufficiente, perché le nuove leve abbandonano la professione in massa. Infine, i robot non fanno risparmiare manodopera perché richiedono molta manutenzione.

Le condizioni di lavoro devono quindi essere migliorate per ridurre l'esodo del personale. È inoltre necessario fornire agli anziani servizi più accessibili, ad esempio sotto forma di aiuto domestico o di alloggi protetti, per ritardare la necessità di trasferirsi in case di riposo. Alla luce delle tendenze demografiche, sono inoltre indispensabili maggiori risorse finanziarie.

Dibattito di società

Se nulla cambierà, Unia avverte che saranno i familiari a essere messi alla prova, con effetti negativi sulla loro situazione professionale e sulla loro salute.

Per il sindacato, le cure di lunga durata e la sicurezza delle cure per la popolazione anziana devono essere considerate una sfida sociale e diventare una priorità politica. E la voce del personale curante deve essere ascoltata in questo dibattito. Per questo è in corso di elaborazione un ‘Manifesto per un'assistenza di qualità’. Ad agosto è prevista anche una conferenza.

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