Svizzera

Nelle foto delle case di cura la morte si fa (troppo) bella

Secondo uno studio, le foto usate per promuovere le cure palliative, scattate da agenzie, danno un'immagine abbellita e irrealistica del fine vita

In sintesi:
  • Nelle immagini sono generalmente assenti il lutto e il dolore
  • Le immagini distorte sui volantini e su internet creano aspettative che non corrispondono alla realtà della morte
Un esempio di immagine "soft" del fine vita
(Depositphotos)
30 agosto 2023
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Ospizi e case di cura utilizzano foto d'agenzia per promuovere le cure palliative. Un approccio problematico, poiché le scene ritratte danno un'immagine abbellita e irrealistica del fine vita, secondo uno studio.

Una giovane infermiera porge un bicchiere d'acqua a un uomo dai capelli bianchi, si sorridono. Una mano ben liscia ne tiene una rugosa su una coperta. I volantini e i siti Internet degli istituti di cura sono pieni di immagini simili, ha indicato oggi il Fondo nazionale svizzero (FNS) in un comunicato.

Queste foto simboliche sono solitamente scattate con modelli e distribuite da agenzie. Gaudenz Metzger, dell'Alta scuola di arte di Zurigo, si è occupato assieme alla collega Tina Braun della problematica, studiando diverse banche dati fotografiche nel quadro del progetto "Settings of Dying", sostenuto dal FNS.

Le costatazioni dei due esperti sono critiche: le illustrazioni trasmettono una rappresentazione stereotipata del fine vita, sia nei confronti delle persone che vorrebbero ricorrere a cure palliative che della società nel suo insieme.

Lutto, dolore e angoscia non presenti

"Dopo aver analizzato oltre 600 foto ed averle classificate in diverse categorie, abbiamo constatato che sono molto ridondanti e che il linguaggio visivo al quale ricorrono si riassume in qualche elemento ricorrente", ha detto Metzger, citato nella nota.

In maniera generale, mettono in scena la presenza e l'empatia del personale curante, l'assenza del dolore e l'idea che la morte sia sinonimo di realizzazione e trascendenza. Il personale curante è generalmente giovane, fisicamente attraente e di sesso femminile. I malati sono anziani e ben vestiti.

Le foto nascondono completamente numerosi aspetti del fine vita, come il lutto, l'angoscia o ancora il dolore. Niente lascia pensare che le persone coinvolte siano gravemente malate e potrebbero soffrire. Le apparecchiature mediche e tutti gli equipaggiamenti necessari brillano poi per la loro assenza.

"È naturalmente problematico se tutto ciò che circonda la morte viene visto come qualcosa di terribile, ma è altrettanto problematico che venga abbellito. Queste immagini distorte suscitano aspettative che non possono essere soddisfatte nel mondo reale", ha sottolineato Metzger.

Gli esperti chiedono dunque che le cure palliative siano presentate in maniera più equilibrata, evitando stereotipi e non escludendo completamente gli aspetti difficili della morte. La ricerca è stata pubblicata sul Journal of Death and Dying.

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