Svizzera

Dati elettorali errati, non fu violato l’obbligo di diligenza

Lo ha accertato l'inchiesta amministrativa dopo la pubblicazione di risultati non corretti sui rapporti di forza fra partiti da parte dell'Ust

Nessun mutamento nei seggi in Assemblea federale
(Keystone)
22 dicembre 2023
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L'Ufficio federale di statistica non ha violato l'obbligo di diligenza pubblicando risultati non corretti sui rapporti di forza tra i partiti nazionali alle recenti elezioni federali. È quanto emerge dall'inchiesta amministrativa commissionata dal capo del Dipartimento dell'interno Alain Berset, di cui oggi il Consiglio federale ha preso atto delle conclusioni.

Il 22 ottobre, dopo che tutti i Cantoni erano stati scrutinati, l'Ufficio federale di statistica aveva pubblicato i risultati cantonali aggregati e i dati sulle forze partitiche nazionali sotto forma di statistiche. È in questo contesto che erano stati divulgati dati errati. I risultati erano poi stati corretti tre giorni dopo, il 25 ottobre 2023.

Con i valori rettificati, il Plr è risultato essere al terzo posto (14,3% dei suffragi), prima dell'Alleanza del Centro (14,1%), contrariamente a quanto era stato reso noto la domenica delle elezioni: Centro al 14,6% e Plr al 14,4%. Al primo posto con il 27,9% dei voti è rimasto l'Udc (dato del 22 ottobre: 28,6%) e secondo il Ps con il 18,3% delle preferenze (dato del 22 ottobre: 18,0%).

Inesattezze erano state riscontrate anche nella forza attribuita agli altri partiti: così con i dati corretti i Verdi hanno ottenuto il 9,8% dei voti (9,4% il 22 ottobre) e i Verdi liberali il 7,6% (7,2% 22 ottobre).

Errore di programmazione

Il rapporto conferma che l'errore di calcolo è dovuto a un errore di programmazione in uno script d'importazione, a seguito del quale in tre Cantoni (Appenzello Interno, Appenzello Esterno e Glarona) i voti sono stati conteggiati più di una volta, precisa una nota governativa odierna. Alle recenti elezioni federali, i Cantoni hanno applicato tredici diversi standard di dati. Per ciascuno di essi, l'Ufficio federale di statistica ha dovuto sviluppare un apposito script d'importazione. Il rapporto stabilisce inoltre che l'errore di calcolo non ha invalidato né i risultati cantonali e comunali delle elezioni, né la ripartizione dei seggi e dei candidati eletti.

L'inchiesta amministrativa giunge peraltro alla conclusione che l'assicurazione e il controllo della qualità sono sostanzialmente stati garantiti, ma in alcuni casi non sono stati efficaci. Il rapporto evidenzia anche che le risorse umane nella sezione interessata non erano sufficienti e che sarebbe stato necessario più personale di controllo. Maggiori risorse avrebbero consentito di effettuare test più approfonditi prima della domenica elettorale e controlli più rapidi in seguito. Il rapporto non ravvisa alcuna manifesta violazione dell'obbligo di diligenza e nemmeno violazioni dei doveri di servizio o di obblighi contrattuali.

Diverse misure raccomandate

L'inchiesta amministrativa si conclude con una serie di raccomandazioni per ottimizzare i processi e le procedure al fine di prevenire errori in futuro. Una delle misure riguarda la fornitura dei dati cantonali, che dovrà essere standardizzata.

L'Ufficio federale di statistica dovrà inoltre rivedere e adeguare di conseguenza l'organizzazione del personale nella sezione interessata e rivalutare le soluzioni tecniche utilizzate. Il Dfi ha incaricato l'Ufficio federale di statistica di esaminare in che modo attuare queste raccomandazioni. L'obiettivo è evitare di ripetere quello che è stato il più grosso errore dagli anni Novanta, come ha riconosciuto il direttore dell'Ufficio federale di statistica Georges-Simon Ulrich davanti ai media a Berna.

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