Svizzera

Dopo lo stop popolare, ecco l'identità elettronica di Stato

Il Cf presenta la nuova Id-e: ‘Massima protezione dei dati’. Nel 2021 il no delle urne a un tentativo precedente, con gestione privata delle generalità

Elisabeth Baume-Schneider: ‘Ma i documenti fisici non spariranno’
(Keystone/A. Wey)
22 novembre 2023
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Berna – Il nuovo mezzo di identificazione elettronico (Id-e) sarà di Stato, facoltativo e gratuito; e potrà venire attuata dal 2026. È quanto indicato nel messaggio adottato ieri dal Consiglio federale.

L’Id-e sarà emesso dalla Confederazione e consentirà di provare la propria identità in maniera semplice, sicura e rapida. Chiunque sia in possesso di una carta d’identità o di un passaporto svizzeri, così come di un permesso di soggiorno per stranieri, potrà fare richiesta di un’Id-e sia con una procedura online sia agli uffici passaporti. Il documento elettronico potrà venire usato per richiedere documenti come l’estratto del casellario giudiziario, la patente, l’attestato di residenza. Potrà inoltre essere uno strumento utile nella vita quotidiana, per mezzo di un’applicazione su cellulare, ad esempio per provare la maggiore età in caso di acquisto di alcolici.

Un tentativo precedente di introdurre l’identificazione elettronica era stato spazzato via in votazione popolare nel 2021. I principali scogli di quel progetto furono la gestione dei dati da parte di privati e la gestione centralizzata delle generalità raccolte. Quel rifiuto scaturito dalle urne «ha costituito una vera e propria opportunità», ha detto alla stampa Elisabeth Baume-Schneider, dal 1° gennaio 2023 responsabile del Dipartimento federale giustizia e polizia. Il Consiglio federale ne ha tratto delle lezioni e la relativa legge «è stata ripensata dalla A alla Z», in particolare per ciò che riguarda le questioni essenziali di sicurezza e protezione dei dati.

Come un portafoglio

Come funzionerà in concreto? Per dotarsi di un’Id-e andrà scaricata un’applicazione, che funziona come un portafoglio; e poi fatta richiesta alla Fedpol. Per questo passaggio, occorrerà fare una scansione del proprio documento d’identità per la verifica (in tempo reale) da parte della Fedpol. L’emissione dell’Id-e richiederà pochi minuti. I dati che conterrà sono i medesimi di quelli riportati sulla carta d’identità fisica e che sono già in possesso della Fedpol, più il numero Avs.

I dati rimarranno proprietà dell’utilizzatore, che potrà avere la scelta su quali divulgare (come in caso di acquisti). «Sarà ad esempio possibile indicare di essere maggiorenni, senza però fornire l’esatta data di nascita» ha spiegato Baume-Schneider. Oltre a essere responsabile per l’emissione del’Id-e, la Confederazione creerà l’infrastruttura necessaria, fornendo l’app per smartphone che sarà anche facilmente accessibile alle persone con disabilità. Contrariamente a quanto prevedeva l’avanprogetto, non saranno i Cantoni a garantire l’assistenza tecnica agli utilizzatori, bensì la Confederazione.

Non un obbligo

«Si deve però poter continuare a vivere nel mondo reale, senza preoccuparsi di avere un’Id-e», ha precisato la consigliera federale giurassiana. Non sarà dunque un obbligo dotarsi di un’identificazione virtuale

Tra le proposte del governo, quella che l’infrastruttura tecnica messa in atto per l’Id-e possa servire per altri tipi di documentazione elettronica e venga messa a disposizione tanto ad autorità cantonali e comunali, quanto al settore privato. Sarebbe così possibile usarla per creare virtualmente diplomi, biglietti d’entrata a eventi culturali, carte di membro.

I costi di messa in atto per il periodo 2023-2028 ammontano a 182 milioni di franchi. Dal 2029 si stimano in 25 milioni all’anno le spese di utilizzo. Per rispettare la scadenza che si è dato per l’entrata in vigore dell’identificazione elettronica, dal 2026, il Consiglio federale ha già avviato i lavori di implementazione.

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