Svizzera

Il Governo vuole ‘misure mirate’ per contenere il caro-affitti

Il dipartimento di Guy Parmelin preparerà un progetto. Le associazioni dei proprietari e degli inquilini: così non si risolve il problema

Progetto in consultazione entro la prossima estate
(Keystone)
22 novembre 2023
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Berna/Zurigo – Il Consiglio federale vuole prendere delle misure mirate e a breve termine per contenere i costi di locazione. Ha incaricato il Dipartimento federale dell'economia (DEFR) di preparare un progetto in tal senso che sarà posto in consultazione l'estate prossima.

Il DEFR dovrà inoltre commissionare uno studio scientifico per verificare se l'attuale modello di adeguamento degli affitti è ancora al passo con i tempi, indica una nota governativa odierna.

Diversi interventi puntuali

L'esecutivo intende agire in svariati punti: in particolare intende ridurre il tasso destinato alla compensazione del rincaro sul capitale proprio dall'attuale 40% al 28%, valore secondo il modello d'affitto.

Il Consiglio federale vuole inoltre obbligare i proprietari di immobili a dimostrare la reale entità degli aumenti di costo anziché trasferirli agli inquilini a titolo generale.

Il Governo intende pure aggiungere, nel modulo per la notifica della pigione iniziale, il tasso ipotecario di riferimento precedente e quello nuovo, e indicare l'inflazione.

Infine, l'esecutivo vuole precisare, nel suddetto modulo, che in caso di contestazione degli aumenti d'affitto è lecito addurre anche criteri di costo assoluti quali un rendimento eccessivo o i prezzi d'affitto usuali in un determinato quartiere o località.

Rischio rincaro del 15%

In Svizzera sono diversi i fattori che spingono i costi d'affitto al rialzo. Sulla scia dei tassi ipotecari, quello di riferimento svolge un ruolo importante per i rapporti di locazione esistenti, precisa ancora il Governo.

Da quando è stato introdotto, 15 anni fa, ha seguito un andamento al ribasso per diverso tempo. Ora, tuttavia, dopo un primo aumento lo scorso 1° giugno 2023, se ne prevedono altri. Insieme a ulteriori fattori di costo, tra cui il tasso d'inflazione generale, questo potrebbe far lievitare gli affitti di circa il 15% in un periodo di tempo relativamente breve.

Critiche da entrambi i fronti

Le misure previste dal Consiglio federale non trovano alcuna grazia né tra i proprietari né tra gli inquilini. Per i primi si va solo verso un inasprimento e una maggiore complicazione del diritto di locazione, per i secondi i provvedimenti sono assolutamente inefficaci.

"Ulteriori interventi nel diritto di locazione non risolveranno il problema dell'aumento dei costi e della scarsa disponibilità di alloggi", scrive in un comunicato l'Associazione dei proprietari fondiari (APF-HEV), che cita ad esempio i "nuovi e complicati requisiti relativi alla prova dell'aumento dei costi di manutenzione e gestione dell'immobile". Per l'APF-HEV, questa misura comporterebbe spese amministrative nonché un maggiore onere per le autorità arbitrali e i tribunali, con procedure di prova e revisioni complicate.

Stando all'associazione, per contrastare il rincaro degli alloggi bisogna agire in altri ambiti, prima di tutto facilitando la costruzione di edifici. "Sono urgenti incentivi per una rapida espansione dell'attività edilizia residenziale, in particolare nelle città e nei centri urbani".

‘Totalmente inefficaci’

Proprietari e inquilini sono perlomeno concordi sulla presunta inefficacia delle opzioni volute dall'esecutivo. "Le proposte del Consiglio federale per frenare l'attuale esplosione delle pigioni sono totalmente inefficaci. Se dovessero essere effettivamente attuate, queste proposte avrebbero solo un effetto molto marginale e giungerebbero troppo tardi, senza alcun effetto sui prossimi aumenti di pigione", afferma, citato in un comunicato, Carlo Sommaruga, presidente dell'Associazione svizzera inquilini (ASI) e consigliere agli Stati riconfermato (PS/GE).

Il Consiglio federale dovrebbe piuttosto sospendere immediatamente e temporaneamente la ripercussione sugli affitti dell'aumento del tasso d'interesse di riferimento e presentare proposte volte a evitare aumenti di pigione abusivi, scrive l'ASI.

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