Svizzera

Via libera a mandato negoziale per pacchetto di accordi con l’Ue

Lo ha deciso il governo federale dopo colloqui esplorativi. Sarà elaborato entro fine anno e poi sottoposto a commissioni di politica estera e Cantoni

In avvicinamento
(Keystone)
8 novembre 2023
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Terminati i colloqui esplorativi avviati nell'aprile 2022, il Consiglio federale ha finalmente deciso: elaborerà un progetto di mandato negoziale per la conclusione di un accordo con l'Unione europea. Entro fine anno deciderà se adottarlo per poi sottoporlo alle commissioni della politica estera e alla Conferenza dei governi cantonali (Cdc).

I colloqui esplorativi tra le parti, spiega una nota governativa, hanno riguardato tutte le componenti in discussione, che comprendono i nuovi accordi nei settori dell'energia elettrica, della sicurezza alimentare e della salute, la partecipazione ai programmi dell'Ue (in particolare quello di ricerca Orizzonte Europa, spesso designato con la formulazione inglese Horizon Europe), la ripresa del dialogo sulla regolamentazione finanziaria e l'instaurazione di un dialogo politico strutturato.

Soluzioni istituzionali e contributo di coesione

Il pacchetto di accordi prevede anche l'inclusione di soluzioni istituzionali negli accordi di partecipazione al mercato esistenti – compreso quello sulla libera circolazione delle persone – per garantirne il funzionamento a lungo termine. Comprende inoltre regole in materia di aiuti di Stato negli accordi sul trasporto aereo, su quello terrestre e sull'elettricità nonché un contributo svizzero regolare per promuovere la coesione in seno all'Ue.

Servizio pubblico fuori da negoziati

Oltre a cercare soluzioni con Bruxelles, negli ultimi mesi il governo ha portato avanti discussioni con i Cantoni, le parti sociali e il mondo dell'economia, specialmente sulle questioni della libera circolazione delle persone, della protezione dei salari del personale distaccato e degli aiuti di Stato. Gran parte delle questioni, secondo l'esecutivo, sono state chiarite in maniera soddisfacente – il servizio pubblico resta fuori dall'ambito dei negoziati per esempio – mentre alcune devono ancora essere approfondite.

Proseguono le discussioni interne

Tenuto conto dell'avanzamento del dossier, il Consiglio federale ha incaricato il Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae) di elaborare un progetto di mandato coinvolgendo i dipartimenti interessati. È stato inoltre affidato al Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (Defr), in cooperazione con il Dfae e il Dipartimento federale di giustizia e polizia (Dfgp), il mandato di proseguire i colloqui tecnici con le parti sociali e i Cantoni sulle misure interne in materia di protezione dei salari del personale distaccato in Svizzera. Da parte sua il Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (Datec), in cooperazione con il Defr e il Dfae, avvierà colloqui col settore dell'energia elettrica, i Cantoni e le parti sociali sulle misure di attuazione interne legate a un accordo sull'elettricità. Inoltre porterà avanti, con le parti sociali e le Ffs, discussioni nel settore dei trasporti terrestri per affrontare le questioni del trasporto ferroviario internazionale di passeggeri e degli aiuti di Stato.

Bruxelles ‘prende atto’

Intanto la Commissione europea è stata informata della decisione e ha commentato di averne preso atto, indicando l'intenzione di adattare a suo volta il mandato negoziale. Quello attuale riguarda infatti unicamente le questioni istituzionali. Prima che le due parti adottino i rispettivi mandati, Berna e Bruxelles firmeranno uno nuova dichiarazione congiunta. La Commissione europea ne discuterà nelle prossime settimane, ha fatto sapere. Contrariamente a quanto inizialmente previsto, tale documento non verrà pubblicato.

Conferenza dei governi cantonali soddisfatta

La Conferenza dei governi cantonali si è detta soddisfatta della decisione del Consiglio federale, sostenendo che "la Svizzera ha bisogno di relazioni basate su contratti con l'Ue per il prosieguo e l'ulteriore sviluppo del rapporto con l'Europa". La Cdc ha apprezzato il coinvolgimento dei cantoni, dato che i loro diritti di partecipazione sono garantiti dalla Costituzione svizzera e che l'attuazione degli accordi bilaterali con l'Ue interessa diverse aree di responsabilità cantonali. Secondo i governi cantonali, i nuovi negoziati possono soddisfare diverse aspettative e realizzare l'urgente necessità di sicurezza del diritto e della pianificazione. Solo un successo diplomatico potrebbe consentire di aggiornare gli accordi precedenti e di eliminarne la progressiva erosione. L'obiettivo è quello di raggiungere la conciliazione sui necessari adeguamenti dei singoli accordi settoriali.

Partiti generalmente soddisfatti

La decisione è stata generalmente ben accettata anche dai partiti, con qualche critica e frecciata. Secondo il Plr, il fatto che il successo dei colloqui esplorativi sia stato seguito da tale mandato va accolto con favore. La via bilaterale è di "vitale importanza per la nostra economia e la nostra società e deve quindi essere ulteriormente sviluppata", scrive il partito in una nota. D'altro canto, l'atteggiamento di blocco ideologico da parte dei sindacati (che si sono detti contrariati dai primi risultati scaturiti dai colloqui) rappresenta un pericolo, aggiungono i liberali radicali, che parlano di condotta "irresponsabile e dannosa". Così facendo, essi mettono deliberatamente a rischio posti di lavoro e indeboliscono la protezione dei salari, che pretendono di voler garantire, lamenta il Plr.

Si tratta di un primo progresso verso la stabilizzazione degli accordi bilaterali, ha dal canto suo postato su X la consigliera nazionale Elisabeth Schneider-Schneiter (Centro/BL), che fa parte della Commissione della politica estera (Cpe-N) della propria Camera. Per la basilese, una relazione giuridicamente sicura con l'Ue è importante per una Svizzera prospera.

Dopo anni di stallo, il Consiglio federale ha finalmente dato il suo consenso a nuove trattative con Bruxelles, è invece il commento, a nome dei Verdi, della consigliera nazionale Sibel Arslan. In un comunicato diffuso dal partito, la deputata di Basilea Città, pure membro della Cpe-N, definisce la decisione "un passo atteso da tempo". Ora, affinché i negoziati abbiano successo, il governo deve riunire le forze europeiste e prendere le distanze dagli isolazionisti, afferma Arslan. Allo stesso tempo, la formazione ecologista deplora la mancanza di leadership e di volontà costruttiva mostrata fin qui dall'esecutivo sul tema.

Sempre a sinistra, il Ps dichiara di essere soddisfatto che il Consiglio federale abbia infine posto termine ai colloqui esplorativi. In una presa di posizione, i socialisti si rammaricano però del fatto che, apparentemente, il governo non sia ancora riuscito a trovare soluzioni su una serie di questioni centrali. Il Ps esige quindi un mandato negoziale completo, "molto più ambizioso in termini di politica europea e con un elevato grado di trasparenza democratica". Il partito dice poi di aspettarsi da Berna "più equilibrio fra i vari interessi".

E soddisfatti pure i settori economici

Stando alle varie prese di posizione pubblicate, sono diversi anche gli attori preminenti del settore economico svizzero a ritenersi soddisfatti. Tra questi si annoverano Economiesuisse, Swissmem e l'Unione svizzera degli imprenditori (Usi).

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