Rispetto all’Europa, le finanze elvetiche sono sane
Anche se il debito è aumentato a causa delle misure per contrastare la pandemia di coronavirus, ciò è avvenuto in misura minore rispetto all’estero
A differenza di molti Paesi dell'Unione europea, le finanze pubbliche svizzere rimangono sane. Anche se il debito è aumentato in molti casi a causa delle misure per contrastare la pandemia di coronavirus, ciò è avvenuto in misura minore rispetto all’estero, come indicato dall'istituto di ricerca Bak Economics.
La Confederazione ottiene quindi buoni risultati per quanto riguarda la cosiddetta "lacuna fiscale", un indicatore che mostra come dovrebbe essere adeguato il deficit di bilancio di un Paese per raggiungere il criterio di Maastricht, usato dall'Ue, che prevede un debito pubblico non superiore al 60% del prodotto interno lordo. La politica fiscale di un Paese è considerata sostenibile quando la lacuna è pari a zero o assume un valore negativo.
A differenza dei cantoni svizzeri, secondo il Bak, i bilanci di molti Paesi europei non sono attualmente sostenibili e devono aumentare il saldo primario (differenza tra entrate e spese) se intendono rispettare il criterio di Maastricht.
Ciò vale ad esempio per l'Italia e la Francia, ma anche per l'Austria e la Germania, scrive il Bak. La situazione è migliore in Svezia, Danimarca, Irlanda e Lussemburgo. Questi Paesi - così come tutti i cantoni svizzeri - presentano un valore negativo per la lacuna fiscale.
La bassa pressione fiscale per le aziende e i privati nei cantoni svizzeri nel confronto internazionale è quindi sostenibile anche a lungo termine. Dal relativo indice, stilato dallo stesso istituto di ricerca, emerge che in Germania, ad esempio, l'onere fiscale medio effettivo per i dipendenti altamente qualificati è superiore di 8 punti percentuali e per le aziende addirittura di 16 punti percentuali rispetto alla media svizzera.
