Svizzera

Un piano per il futuro rientro dei profughi ucraini in patria

Il Consiglio federale manterrà lo statuto S fino a che ci sarà la necessità di protezione. Si punta a un ritorno il più possibile volontario

In sintesi:
  • Nel piano si punta a un'abolizione dello statuto S due o tre anni dopo l'inizio della guerra, ossia nel 2024 o 2025
  • I tempi per lasciare la Svizzera non dovranno essere né troppo corti, né troppo lunghi: si parla di un termine di partenza dell'ordine di sei-nove mesi.
Segnali bilingue alla stazione di Berna
(Keystone)
4 ottobre 2023
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Il Consiglio federale si prepara per il ritorno dei profughi ucraini in patria anche se la fine del conflitto pare ancora lontana. Se lo statuto S dovesse essere abrogato le autorità vogliono che più rifugiati possibile lascino la Svizzera volontariamente.

Il governo aveva attivato lo statuto di protezione S il 12 marzo 2022 per proteggere in maniera rapida e semplice i profughi ucraini. Il 9 novembre aveva deciso di non abrogarlo almeno fino al 4 marzo 2024, a meno che la situazione in Ucraina non si stabilizzi in modo duraturo. Nelle prossime settimane dovrebbe nuovamente pronunciarsi in merito.

Venerdì scorso il Consiglio federale ha preso atto e approvato il piano per una futura abolizione dello statuto per i profughi ucraini. Al contempo ha assicurato che tale piano non rappresenta un pregiudizio per la soppressione dello statuto e che un ritorno sicuro nel Paese non è ancora prevedibile. Una volta che lo statuto potrà effettivamente essere revocato, le raccomandazioni verranno riviste e se necessario adeguate, e l'esecutivo potrà fissare definitivamente le modalità, coordinandosi con altri Paesi europei.

Tuttavia, nell'ottica di una pianificazione lungimirante, il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) ha incaricato la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) di esaminare assieme ai Cantoni le questioni giuridiche, organizzative e processuali legate a un'eventuale futura abrogazione dello statuto di protezione S.

Nel piano – trasmesso oggi a vari media tra cui l'agenzia di stampa Keystone-ATS – si punta a un'abolizione dello statuto S due o tre anni dopo l'inizio della guerra, ossia nel 2024 o 2025. Secondo le previsioni dovrebbero rientrare circa 70'000 ucraini, di cui l'80% spontaneamente, soprattutto famiglie separate dagli uomini rimasti in Ucraina. Il rimanente 20% lascerebbe scadere il termine di partenza, una quota che può variare in base alla durata della guerra e del grado di distruzione del Paese.

Più sarà lunga la permanenza in Svizzera, meno una persona sarà disposta a ripartire di propria volontà. D'altronde, dopo cinque anni di soggiorno ininterrotto potrà ottenere il permesso B, valido cinque anni. Il piano conclude dunque che bisognerà fare tutto il possibile per incoraggiare le partenze volontarie.

I tempi per lasciare la Svizzera non dovranno essere né troppo corti, né troppo lunghi: si parla di un termine di partenza dell'ordine di sei-nove mesi. Una scadenza uniforme sarebbe più facile da attuare e meno costosa, tuttavia un termine differenziato permetterebbe in particolare agli allievi, studenti ed apprendisti di concludere l'anno scolastico. Le situazioni delle persone vulnerabili, come quelle malate, verrebbero esaminate caso per caso.

La procedura ricalcherebbe quella per il rimpatrio dei richiedenti asilo. I Cantoni sarebbero responsabili dell'esecuzione dei rinvii. I beneficiari dello statuto S avrebbero il diritto di essere ascoltati; a tal fine la SEM sta valutando una soluzione elettronica.

Essa prevede inoltre di fornire informazioni chiare e mirate, in particolare sulle implicazioni della revoca dello statuto, sul rimpatrio assistito, sulle conseguenze del mancato rispetto del termine di partenza e sulle prospettive in caso di presentazione di una domanda di asilo.

Le partenze volontarie dovrebbero essere effettuate autonomamente e via terra. I rinvii obbligatori per via aerea dovrebbero rappresentare l'ultima risorsa. I casi speciali che richiedono un sostegno particolare, come circa mille minori non accompagnati, circa 1'600 persone di età superiore ai 75 anni e persone con problemi di salute, non avrebbero la priorità.

Vengono poi ipotizzati aiuti finanziari al ritorno: per incitare i rientri, nel piano viene raccomandato di attribuire più soldi a coloro che partono nel periodo iniziale del termine di partenza e di ridurre man mano l'importo a coloro che lasceranno la Svizzera più tardi. Le somme sarebbero comprese tra i 1'000 e i 4'000 franchi.

L'attuazione del piano comporterà spese supplementari per la Confederazione e in particolare per la SEM: bisognerà ad esempio aumentare il personale.

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