Svizzera

Scarsa solerzia dei vescovi svizzeri nel caso degli abusi

Il presidente della Cvs informato il 24 maggio, denunce presentate soltanto l’8 settembre. E ora c’è chi propone di sospendere le tasse ecclesiastiche

Ha sollevato un polverone il rapporto degli storici dell’Università di Zurigo pubblicato martedì scorso
(Keystone)
17 settembre 2023
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Il presidente della Conferenza dei vescovi svizzera (Cvs), Felix Gmür, era stato informato già il 24 maggio delle accuse di abusi sessuali rivolte a membri del clero. Il vescovo di Coira Joseph Bonnemain poco dopo. Il Vaticano è intervenuto affidandogli il mandato di indagare sui suoi confratelli. Ma nessuno ha pensato di informare la polizia, ha riferito il ‘SonntagsBlick’.

I vescovi sono intervenuti soltanto dopo che il settimanale aveva indagato. La Polizia cantonale friburghese e il Ministero pubblico vodese hanno confermato che le denunce sono state presentate venerdì 8 settembre, quindi pochi giorni prima della pubblicazione dello studio degli storici dell’Università di Zurigo.

Perché così tardi? Gmür non ha risposto alla domanda del domenicale, scrive il ‘SonntagsBlick’. La Diocesi di Coira invece sì: “Si trattava di accuse, sospetti e domande. A seconda della situazione mancavano però indicazioni concrete” nella lettera inviata a maggio al nunzio apostolico in Svizzera dall'ex vicario generale della Diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo Nicolas Betticher, oggi parroco a Berna. E ancora: “Bonnemain assicura di aver agito e di continuare ad agire in ossequio alle leggi penali della Svizzera così come degli obblighi di denuncia vigenti”.

La mancanza di solerzia dei vescovi non è l’unica novità emersa dalle ricerche del domenicale. Il ‘SonntagsBlick’ scrive anche che l’ambasciatore del Papa in Svizzera, l’arcivescovo Martin Krebs, ha rifiutato di aprire gli archivi della Nunziatura di Berna alle ricercatrici dell’Università di Zurigo che hanno effettuato lo studio pubblicato martedì scorso.

La leva finanziaria

La presidente della Conferenza centrale cattolica romana della Svizzera (RKZ), Renata Asal-Steger, sta valutando intanto la possibilità di sospendere le tasse ecclesiastiche per i vescovi recalcitranti. "Non posso escludere che in futuro ci si possa rifiutare di pagare le tasse ai vescovi", ha dichiarato Asal-Steger alla ‘SonntagsZeitung’.

Se i dieci Cantoni – tra cui il Giura – che versano una parte delle imposte ecclesiastiche alla Diocesi di Basilea partecipassero al boicottaggio, al vescovo mancherebbero 3,8 milioni di franchi, indica Asal-Steger. "Non sarebbe più in grado di svolgere le sue funzioni", aggiunge la presidente dell'organizzazione mantello delle Chiese cantonali, che amministra le tasse ecclesiastiche ed è anche co-commissaria dello studio dell'Università di Zurigo pubblicato martedì.

Bisogna cambiare le strutture fondamentali che rendono possibili gli abusi, indica Asal-Steger, che è pure membro dell'organismo della RKZ che risarcisce le vittime di abusi all'interno della Chiesa. L'importo massimo di questo risarcimento è di 20'000 franchi, una somma che considera "non particolarmente generosa" rispetto ai Paesi dell'Ue.

‘Molto discutibile’

La Conferenza centrale ha anch'essa una parte di responsabilità nei casi di abusi portati alla luce, prosegue la presidente. La gestione del personale dovrebbe essere professionalizzata, lo scambio di informazioni chiarificato e la distruzione dei fascicoli vietata, stima.

La lucernese giudica inoltre problematico il fatto che Joseph Bonnemain sia responsabile dell'indagine incaricata dalla Conferenza dei vescovi svizzeri (Cvs) sull'occultamento dei casi di abusi. "È molto discutibile e dimostra che la questione del potere deve essere chiarita", afferma.

Asal-Steger condivide quindi la posizione della presidente della Commissione di ascolto, conciliazione, arbitrato e riparazione (Cecar) Sylvie Perrinjaquet e della teologa e giornalista cattolica tedesco-svizzera Jacqueline Straub che si sono espresse sui giornali ieri.

‘Culto della segretezza’

Perrinjaquet ha definito la decisione della Cvs di affidare l'inchiesta a monsignor Bonnemain un "errore". Quest’ultimo dovrà esprimersi in merito ai suoi colleghi, che conosce da decenni. "È una pessima soluzione", ha dichiarato la presidente della Cecar, citata sabato dal quotidiano neocastellano Arcinfo.

Perrinjaquet mette in evidenza il "culto della segretezza" vigente all'interno della Chiesa. I suoi rappresentanti "vivono continuamente in questa atmosfera di riservatezza", sottolinea la presidente, aggiungendo che gli esponenti ecclesiastici "non si rendono conto che a un certo punto bisogna smettere di negare e riconoscere che gli abusi nei confronti dei bambini all'interno della Chiesa sono una realtà". L'ex consigliera nazionale neocastellana invita i responsabili ad assumersi le proprie responsabilità. "Ma non stanno prendendo alcuna decisione", afferma. "In Vallese, ci sono preti pedofili in pensione che continuano a celebrare la messa", dichiara Perrinjaquet.

Abolizione del celibato obbligatorio

Asal-Steger chiede dal canto suo l'abolizione del celibato obbligatorio nella Chiesa cattolica. "Chi trova questo stile di vita giusto per se stesso dovrebbe poter continuare a viverlo, ma non dovrebbe più essere obbligatorio per la professione sacerdotale".

Più di mille abusi sessuali sono stati perpetrati da chierici cattolici e appartenenti all'Ordine dal 1950 in Svizzera, ha rivelato la prima analisi degli archivi segreti delle istituzioni cattoliche romane effettuata dagli storici dell'Università di Zurigo.

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