Svizzera

Nel rating ‘ecologico’ la classifica dei partiti più virtuosi

Alleanza Ambiente ha analizzato i candidati al Palazzo federale: bene la sinistra, meno Centro e Plr, fanalino di coda l'Udc

23 agosto 2023
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Chi si impegna davvero per l'ambiente? L’ecorating di Alleanza Ambiente (Greenpeace, Birdlife, Pro Natura, Ses, Ata e Wwf) ha analizzato a fondo i candidati al Palazzo federale, aiutando così gli elettori che in autunno intendono votare per l’ecologia. Ecco i risultati: Verdi, Ps, Pev e Pvl restano i partiti più rispettosi dell’ambiente in Parlamento. L’aumento dei loro seggi nel Consiglio nazionale quattro anni fa si è riflettuto in un maggior numero di voti a favore dell’ambiente in questo consesso rispetto alla legislatura precedente.

Deludente invece il fatto che due proposte ambientali su tre siano state bocciate dal Plr e dal Centro. In entrambi i partiti però vi sono comunque rappresentanti a cui l'ambiente sta a cuore. Rispetto alla scorsa legislatura, sempre secondo la ricerca, il Centro ha perso circa il 13% di voti favorevoli all'ambiente, principalmente per via delle sue scarse prestazioni in materia di protezione della natura e delle specie. Al contrario, il Plr ha recuperato terreno soprattutto sulle questioni climatiche, guadagnando complessivamente il 12%. Il Centro si posiziona quindi molto indietro rispetto ai comportamenti di voto delle ultime legislature.

Il fanalino di coda dell’ecorating resta l’Udc: i suoi rappresentanti hanno quasi sempre votato contro le questioni ambientali.

Il freno alla politica ambientale si è rivelato essere il Consiglio degli Stati. Rispetto alla precedente legislatura, ha perso gran parte della sua ecosostenibilità: anche in questo contesto il Centro si è dimostrato meno rispettoso dell'ambiente, mentre il Plr si è fatto più favorevole. A differenza delle precedenti legislature, negli ultimi quattro anni il Consiglio degli Stati ha bocciato molte questioni ambientali, annullando così numerosi progressi compiuti dal Consiglio nazionale. Per un'inversione di tendenza a beneficio della natura, evidenziano dunque i sostenitori dello studio, “servono forze più rispettose dell'ambiente in entrambe le camere, soprattutto in seno al Consiglio degli Stati. La crisi del clima e della biodiversità si fa sentire sempre di più anche in Svizzera: pertanto le questioni ambientali acquistano importanza crescente agli occhi dell'opinione pubblica. L’iter politico compie però soltanto lenti progressi. Nei casi singoli, la maggioranza parlamentare si esprime troppo spesso contro la natura: lo dimostra l'attuale valutazione del comportamento di voto dei membri del Consiglio nazionale e del Consiglio degli Stati. Con l'azzeramento netto delle emissioni entro il 2050, è solo la tutela climatica ad avere un obiettivo chiaro sul percorso verso un futuro ecosostenibile. Nei prossimi quattro anni, lo slancio relativo alla questione climatica andrà sfruttato anche per la biodiversità e altre tematiche ambientali”.

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