Svizzera

L’esercito svizzero: ‘No ai rifugiati in caserma’

Risposta negativa alla richiesta dei cantoni di sostenerli nell’accoglienza dei rifugiati ucraini

La caserma di Colombier, nel canton Neuchatel (Keystone)

L’esercito svizzero ha risposto picche alla richiesta dei cantoni di sostenerli nell’accoglienza dei rifugiati ucraini, ospitandoli se necessario nelle caserme. Lo ha rivelato questa sera la rubrica Forum della tv romanda Rts.

Diversi cantoni hanno presentato la richiesta alla Segreteria di Stato della migrazione (Sem), ha detto la consigliera di Stato giurassiana Nathalie Barthoulot, presidente della Conferenza dei direttori cantonali delle opere sociali (Cdos), alla Rts.

La richiesta è stata avanzata il 21 giugno durante una sessione di lavoro con la Sem. I cantoni volevano così anticipare un possibile aumento del numero di rifugiati ucraini.

Esercito irremovibile

"La sistemazione a lungo termine nelle strutture militari non è possibile perché utilizziamo queste caserme", ha dichiarato a Forum il portavoce dell’esercito Stefan Hofer, precisando che "le esigenze dei cantoni non sarebbero soddisfatte dalle strutture militari non sotterranee".

Non è la prima volta che l’esercito pone il veto a tali richieste. Secondo la Rts, la scorsa primavera erano già state rifiutate le richieste dei cantoni di Friburgo e Vaud.

In base alla legge, le caserme sono a disposizione della Confederazione e, per estensione, della Sem. I cantoni potrebbero chiedere di utilizzare i rifugi antiatomici, ma questa soluzione è stata scartata per le famiglie ucraine.

Situazione tesa

Sebbene la situazione dei rifugiati ucraini sia al momento sotto controllo, tre elementi fanno temere il peggio in vista del prossimo autunno: l’indebolimento della solidarietà privata, il ritorno del freddo in Ucraina e l’attuale aumento delle richieste di asilo ordinarie.

I cantoni potrebbero non essere in grado di far fronte a un nuovo massiccio afflusso. La Rts rivela inoltre che la direttrice della Sem, Christine Schraner Burgener, incontrerà questa settimana i rappresentanti del Dipartimento federale della difesa (Ddps) per discutere la questione.

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