Svizzera

Il Tribunale federale: 'Ginevra indaghi su insulti omofobi'

La procura cantonale si era rifiutata di avviare un procedimento penale sulle offese subite da un cameriere da parte dei colleghi di lavoro

Archivio Ti-Press
13 novembre 2019
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Il Tribunale federale (Tf) ha ordinato alla magistratura ginevrina di indagare su insulti omofobi e minacce che un cameriere aveva subito da parte dei colleghi di lavoro. La procura aveva rifiutato di avviare un procedimento, ritenendo il caso penalmente non rilevante.

Assunto a fine giugno in un ristorante, il cameriere si è presto sentito discriminato dagli altri dipendenti. A suo dire, lo prendevano in giro per i suoi modi ritenuti effeminati e avevano pronunciato insulti omofobi. Inoltre il capocuoco aveva minacciato di "spaccargli il muso". Esasperato, il cameriere ha dato le dimissioni due settimane prima della scadenza del suo contratto e ha denunciato i colleghi alla procura cantonale. Quest'ultima ha però considerato il caso non rilevante dal punto di vista penale e lo ha archiviato. La decisione è poi stata confermata dalla camera penale d'appello.

Di tutt'altra opinione sono invece i giudici della suprema Corte con sede a Losanna, che hanno rinviato il caso alla camera penale ginevrina. La sentenza pubblicata oggi ricorda che la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo impone alle autorità di stabilire se razzismo, odio o pregiudizi etnici abbiano avuto un ruolo nel caso di indagini su situazioni di violenza. E questa giurisprudenza è stata estesa alla discriminazione basata sull'orientamento sessuale, considerata grave quanto quella basata sulla razza, l'origine o il colore della pelle. In tali circostanze - sottolinea il Tf - la giustizia ginevrina non poteva quindi respingere il reclamo del ricorrente semplicemente perché la sua versione era diversa da quella dei colleghi di lavoro, che parlavano di semplici battute e - nel caso della minaccia del capocuoco - di un contesto di stress.

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