Svizzera

Ogni giorno mancano una trentina di ferrovieri

Le Ffs corrono ai ripari offrendo un bonus di 80 franchi ai macchinisti che si presentano al lavoro nei loro giorni liberi. Lo stress è in aumento

A rischio la composizione dei treni (Keystone)
3 ottobre 2019
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Berna – Carenza di personale presso Ffs: in media ogni giorno mancano 30 macchinisti, una situazione a cui l'azienda cerca di far fronte offrendo un bonus di 80 franchi ai quei dipendenti che si presentano sul lavoro durante i loro giorni liberi. Il sindacato denuncia: ci sono già i primi casi esaurimento.

Prendendo posizione su un articolo odierno del Blick ("La carenza di personale rende malati i ferrovieri", è il titolo di prima pagina) un portavoce di Ffs ha confermato che in diversi giorni della settimana la situazione "continua ad essere tesa". Questo perché da una parte i macchinisti devono compensare i turni supplementari accumulati in estate, dall'altra perché a Briga (Vallese) presso Ffs Cargo mancano persone a causa di numerosi casi di malattia.

Finora solo in alcuni casi non è stato possibile organizzare i treni, ha indicato l'addetto stampa. Da parte sua il Sindacato svizzero dei macchinisti e aspiranti (Vslf) sostiene invece che sarebbe in forse lo stesso rifornimento ferroviario degli importanti stabilimenti di Visp (Vallese) del colosso chimico e farmaceutico Lonza.

Le Ffs hanno reagito con varie misure, fra l'altro anche staccando assegni di 80 franchi per chi si assume turni in più del dovuto. Presso la compagnia Bls - dove si ammette il problema dei macchinisti ma non lo si ritiene acuto: così una portavoce a Kerystone-Ats - la gratifica è ancora più alta, pari a 100 franchi.

I rappresentanti dei lavoratori lanciano l'allarme. "Vi sono già stati colleghi con sintomi chiari di burnout", afferma il presidente del Vslf Hubert Giger in una newsletter interna. La pressione è tale che per soccorrere un macchinista è dovuta intervenire un'ambulanza. L'ufficio stampa delle Ffs ha confermato l'arrivo dei sanitari, chiamati per un dipendente che si sentiva male.

I sindacati puntano anche il dito contro i vertici delle Ffs. Secondo il Bruno Zeller, dirigente di Transfair, le numerose ristrutturazioni subite dall'azienda hanno reso il sistema non snello e performante, bensì debole e incline a subire problemi. "Non c'è più alcuna riserva", afferma Zeller in dichiarazioni riportate dal Blick. E nessun aiuto arriverà in tempi brevi dalla digitalizzazione: Bls ha bloccato l'introduzione di un nuovo software che avrebbe dovuto permettere di pianificare meglio l'impiego del personale e del materiale rotabile. Un flop che all'impresa di trasporto pubblica - controllata per il 56% dal canton Berna e per il 22% dalla Confederazione - è costato circa 20 milioni di franchi.
 

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