Chiesta l'assoluzione per due dei tre dirigenti del Consiglio centrale islamico della Svizzera accusati di propaganda terroristica
La difesa di due dei tre dirigenti del Consiglio centrale islamico della Svizzera (CCIS) sotto processo da ieri al Tribunale penale federale di Bellinzona per propaganda terroristica hanno chiesto stamane l’assoluzione dei loro assistiti. Il terzo pronuncerà la sua arringa nel pomeriggio.
Ieri la procuratrice federale Juliette Noto aveva chiesto per i tre una pena di due anni di carcere con la condizionale, con un periodo di prova di cinque anni.
Secondo i due difensori il pubblico ministero non è riuscito a dimostrare che il saudita Abdallah al-Muhaysini – intervistato in Siria nell’ottobre 2015 da uno degli imputati e mostrato in uno dei due video diffusi dal CCIS al centro di questo processo – fosse davvero un membro di al-Qaida o di un gruppo associato. Ne consegue che non c’è stata violazione della legge federale che vieta le organizzazioni terroristiche al-Qaida, Stato islamico (Isis) e organizzazioni associate, come sostenuto dalla pubblica accusa.
La lettura della sentenza è prevista per il 25 maggio.