Svizzera

Sì Billag con 'limitate' chance di inversione di tendenza

Iniziativa per l’abolizione del canone respinta da sei persone su dieci. Nella Svizzera italiana il 65 per cento boccia la proposta al voto.

Ti-press
26 gennaio 2018
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'No Billag' verso la bocciatura con il 60 per cento dei suffragi e nessun problema per l’approvazione del nuovo ordinamento finanziario 2021. È quanto emerge dal sondaggio sulle prossime votazioni federali del 4 marzo realizzato dall’istituto gfs.bern per conto della Ssr e pubblicato oggi. L’indagine è stata effettuata tra l’8 e il 18 gennaio interrogando 1201 aventi diritto di voto selezionati rappresentativamente, si legge in un comunicato. Il 53 per cento di loro ha annunciato la propria intenzione di recarsi alle urne, tasso che però precipita al 32 per cento nella Svizzera italiana. Il margine di errore statistico è di 2,9 punti percentuali. L’iniziativa popolare per l’abolizione del canone radiotelevisivo sarebbe respinta da sei persone su dieci, mentre il 38 per cento ha intenzione di appoggiarla. Soltanto il 2 per cento afferma di essere al momento indeciso. Secondo gli autori, l’opinione che si è formata nei riguardi del testo è nell’insieme negativa e le possibilità di un’inversione di tendenza nelle prossime settimane sono limitate.

Elettori Udc gli unici pro 'No Billag'

Solo fra i sostenitori dell’Udc 'No Billag' raccoglie più consensi che rifiuti: il 66 per cento di essi è in effetti assolutamente o piuttosto a favore. Netta invece l’opposizione della sinistra, dato che l’88 per cento degli elettori dei Verdi è contrario, così come il 79 per cento di quelli del Partito socialista. Tra chi vota Ppd, la quota di 'no' è del 73 per cento, percentuale che scende al 68 per cento fra i partigiani del Plr. Infine, situazione più equilibrata fra chi non si schiera apertamente per una formazione politica: il 47 per cento di questi votanti è orientato a dire "sì", mentre il 51 per cento propende per un rifiuto. Tenendo conto delle indicazioni giunte dai vertici dei vari partiti, si nota che vi è conformità di giudizio tra le élite e la loro base elettorale. Unico parziale punto di domanda vige in casa Udc, dove si attende ancora che la posizione ufficiale venga chiarita.

Nella Svizzera italiana 65% di 'no'

Confrontando le differenti realtà regionali, si evince che la bocciatura più ferma a 'No Billag' arriva dalla Romandia (67 per cento) e dalla Svizzera italiana (65 per cento), mentre tra gli Svizzeri tedeschi (57 per cento) sembra aleggiare maggiore incertezza. Interessanti anche le divergenze che si possono osservare fra fasce d’età. I giovani fra i 18 e i 30 anni sono più inclini ad abolire il canone (51 per cento), mentre i più anziani non ne vogliono sapere. Non vi è invece frattura tra le classi più agiate e quelle più a basso reddito: entrambe simpatizzano per l’iniziativa.

Per quel che concerne le motivazioni, due argomentazioni spiccano nel campo del "sì": il 58 per cento ritiene che il canone sia una nota dolente e che siano necessarie misure di risparmio in seno alla Ssr. Sull’altra sponda, il 67 per cento teme un’eccessiva dipendenza dai finanziatori privati, il 66 per cento è dell’idea che solo la forma di pagamento attuale garantisca un’offerta di qualità simile in tutte le lingue, il 65 per cento vuole evitare un deterioramento del panorama mediatico e il 60 per cento è preoccupato dalla possibile fine del servizio pubblico così come dalla scomparsa di numerose radio e tv. In generale, il punto di vista secondo cui la Ssr sia troppo grande e debba eseguire dei tagli è l’argomento più usato per giustificare il sostegno a "No Billag" e la paura di un abbassamento del livello è quello più solido contro il testo.

Nuovo ordinamento finanziario in carrozza

Molto meno discusso dell’altro oggetto in votazione, il Decreto federale concernente il nuovo ordinamento finanziario 2021 non dovrebbe incontrare particolari opposizioni. Il 69 per cento lo sostiene, mentre i contrari raccolgono solo il 16 per cento dei consensi. Il 15 per cento degli interrogati da gfs.bern non ha ancora scelto da che parte stare. All’interno dell’elettorato di ogni partito il "sì" la fa da padrone: si va dall’88 per cento per chi vota Ppd al 54 per cento di chi appoggia l’Udc. L’approvazione sarebbe maggioritaria in tutte e tre le regioni linguistiche, ma i più diffidenti paiono essere gli svizzero italiani (55 per cento di consensi).

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