TENNIS

Jessie Pegula, la mente a Melbourne e l’orecchio ai playoff Nfl

La franchigia di Buffalo, come i Sabres della Nhl e i Bandits di lacrosse appartengono alla famiglia della numero 3 della classifica Wta

20 gennaio 2023
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Jessica Pegula occupa la terza posizione della classifica Wta, ha portato gli Stati Uniti al successo nella United Cup in Australia, ha raggiunto senza problemi la seconda settimana del torneo di Melbourne ed è considerata una seria pretendente al titolo. E, soprattutto, è una sportiva a tutto tondo. La sua vita e quella della sua famiglia si divide tra tennis, hockey, football e lacrosse. I Buffalo Bills della Nfl sono infatti proprietà dei genitori di Jessie Pegula. Jessie ama la franchigia dei suoi genitori, attualmente impegnata nei playoff e tra le favorite per un posto al Super Bowl, «perché vince come me. Deve sempre dare il massimo per avere una possibilità».

Jessie Pegula è alta solo un metro e settanta, non ha un servizio titanico o altri colpi eccezionali e non è la più veloce. Ma trova il modo di vincere. Alla United Cup ha battuto per la prima volta Iga Swiatek, numero 1 al mondo. Nella scorsa stagione ha ottenuto 42 vittorie in singolare e 31 in doppio, più di qualsiasi altra giocatrice. A Melbourne, Pegula disputerà anche il doppio (con Coco Gauff) e il misto (con Austin Krajicek).

Jessie è figlia di Terry e Kim Pegula, famiglia di magnati del petrolio ed è lei il motivo per cui i genitori hanno rilevato prima i Buffalo Sabres (hockey), poi i Buffalo Bandits (lacrosse) e infine i Buffalo Bills. La famiglia Pegula viveva a Pittsburgh 15 anni fa, quando Sidney Crosby iniziò a strabiliare la Nhl. Le figlie di Pegula, allora adolescenti, idolatravano Crosby. Il padre, tuttavia, era entusiasta dei Buffalo Sabres perché lavorava a Buffalo. Poiché Jessie Pegula era appassionata di hockey e di Crosby, nel 2011 il padre ha deciso di acquistare i Sabres per 189 milioni di dollari da un certo Tom Tolisano, tra l’altro marito di Monica Seles, vincitrice di nove tornei del Grande Slam.

Con i Sabres nel portafoglio, i Pegula hanno capito quanto fosse interessante essere proprietari di franchigie sportive. Con l’acquisto della squadra di hockey sono entrati in possesso anche dei Bandits di lacrosse, poi nel 2014 alla morte del precedente proprietario Ralph Wilson, per 1,4 miliardi hanno strappato i Buffalo Bills da sotto il naso di Jon Bon Jovi e Donald Trump, anch’essi interessati all’acquisto.

A Melbourne ci si è chiesti cosa sarebbe successo se Jessica Pegula avesse raggiunto la finale degli Australian Open e i Buffalo Bills il Super Bowl. I suoi genitori sarebbero volati in Australia o sarebbero rimasti con i Bills? E Jessica giocherà a Dubai a inizio febbraio oppure volerà a Glendale per assistere al Super Bowl? «Non è una domanda attuale, non ci penso nemmeno…», ha commentato con una risata la 28enne statunitense. Quando Jessie scende in campo, i tifosi l’acclamano con le maglie dei Bills e lei gioca con un numero 3 cucito sulla gonna per onorare Damar Hamlin, vittima di un arresto cardiaco lo scorso 2 gennaio e attualmente convalescente.

Eppure, la carriera di Pegula è stata spettacolare anche senza il clamore garantitole dai Bills. Nonostante i suoi genitori abbiano iniettato milioni di dollari nelle tre squadre di Buffalo, lei non ha fatto affidamento sulle possibilità finanziarie di mamma e papà e si è costruita da sola la sua strada. Ha vissuto in alberghi economici e ha evitato i viaggi in jet privato. Ancora 23enne, Pegula ha giocato nei tornei di Macon (Georgia), Tyler (Texas), Waco (Texas) e Norman (Oklahoma), guadagnando appena 2’458 dollari negli ultimi due mesi della stagione 2017. All’epoca era classificata al numero 625 e stava pensando di smettere. «Ma dopo un solo mese già mi mancavano il tennis, le gare, i tornei e gli allenamenti».

La svolta, nel 2019, quando per la prima volta ha vinto più di quanto ha perso. Per inciso, anche i Buffalo Bills dal 2019 chiudono la stagione con record positivi, grazie al nuovo allenatore, Sean McDermott, e al quarterback Josh Allen. Pure l’ascesa di Pegula è legata a un cambio di allenatore: negli ultimi quattro anni è stata seguita da David Witt, che in precedenza aveva trascorso anni con Venus Williams.

Jessie Pegula non riesce tuttavia a staccarsi dai Buffalo Bills. E così, alla fine, risponde a una parte della domanda che aveva precedentemente rifiutato. «Sai cosa? In tutta la stagione non ho visto nemmeno una partita dei Bills dal vivo. Se il 12 febbraio disputassero il Super Bowl a Glendale, per una volta sarebbe cosa buona e giusta anteporre la finale a un torneo di tennis».

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