Tennis

Le volte che hai emozionato sono ben più di 38

Roger Federer compie 38 anni, la metà dei quali spesi ai vertici del tennis mondiale, fino a irrompere con classe e con forza nella leggenda. Buon per noi

8 agosto 2019
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No, il trentottesimo non è un compleanno ‘pieno’, è solo uno dei tanti. Se non fosse che oggi i 38 anni li compie Roger Federer, e ogni pretesto è buono per celebrarlo, anche se la cifra non è tonda e non suggerisce un anniversario speciale. In un contesto sportivo normale, solitamente a quell’età un campione si gode la pensione, mentre noi ce lo ritroviamo lì, a un soffio dallo Slam sfuggitogli a Londra, pronto a riprovarci agli Us Open, come se gli anni non fossero passati. Come se nulla fosse.

Ne sono passati, di anni, dal primo successo lontano ormai 18 anni (Milano, nel 2001). Tanti che non rammento più le occasioni in cui mi ha commosso (moltissime, lo confesso), o addirittura mi ha fatto piangere (meno, ma ce ne sono state, su tutte la Coppa Davis vinta nel 2014), o arrabbiare. Tante, anche queste, perché chi stravede per lui ha imparato – ahilui – a non accontentarsi e a ‘volergliene’ per ogni sconfitta: condotta ingenerosa, va detto. Molto ingenerosa. Ma se l’è cercata, eccheddiamine. Colpa tua, caro Roger, se ci hai abituato tutti così bene, che ogni volta che soccombi passi per quello che ha perso l’occasione di vincerne una di più. È lo scotto da pagare all’invincibilità che lo ha accompagnato per un po’, alla trasversalità di sportivo amato in ogni dove, all’irruzione a suon di record nella leggenda del tennis, nicchia stretta ed estremamente esclusiva.

 

Ma torniamo alle emozioni, anzi, alla commozione. A quei sentimenti forti che Roger ispira. Londra 2019. Wimbledon, per stringere la prospettiva di google earth e scorgere il Centrale dei sogni, delle imprese più belle. Oggi ne fa 38, Federer, ma in giugno sembrava che ne avesse non più di 26. Nel pieno della maturità agonistica, come si suol dire. Un mese e mezzo di tempo, tra ieri e oggi, lungo il quale abbiamo provato a smaltire la delusione per la finale persa, per i matchball falliti, due giorni dopo averci deliziato e fatto commuovere nella semifinale contro Rafael Nadal. Sfida, quella, dal mio modesto punto di vista di intensità e livello superiori all’atto conclusivo, al netto del suo esito. Epica, perché dove c’è dualismo, c’è sempre qualcosa in più.

Oggi ne fa 38, Roger, e fuori dal campo può anche darsi che li dimostri. Un mese e mezzo fa gliene avremmo dati 26, massimo 27. Del resto, c’è un solo sportivo al mondo che possa permettersi di fermare il tempo, e quello è lui, il Sommo. Buon compleanno, e grazie per averci dato un pretesto per avere la schiena una volta di più percorsa da un brivido.

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