Sportellate

Le Olimpiadi invernali spengono 100 candeline

Il 24 gennaio 1924 si apriva a Chamonix la prima edizione dei Giochi della neve, manifestazione inevitabilmente assai diversa da quelle odierne

23 gennaio 2024
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Faranno domani cent’anni dall’inaugurazione delle prime Olimpiadi della neve, disputate in Francia, a Chamonix. Si trattava, all’epoca, di un evento così estemporaneo che quelle gare – nate con il nome di Settimana internazionale degli sport invernali – furono considerate ufficialmente come Giochi a cinque cerchi soltanto due anni dopo, in occasione della sessione del Cio del 1926, e dunque in maniera retroattiva.

Parliamo di una manifestazione – benché storicamente importante – assai modesta sotto molti punti di vista. A cominciare dal numero di atleti partecipanti, limitati a 258: davvero pochini, se confrontati ai 2’900 che presero parte all’edizione cinese di due anni fa. Idem per le discipline in cartellone, che ancora non prevedevano ad esempio lo sci alpino: solo 6 (16 gare in tutto), di cui soltanto una aperta alle donne (il pattinaggio artistico), a fronte dei 15 sport (109 competizioni totali) visti a Pechino.

L’enorme differenza con quanto accade ai giorni nostri, ad ogni modo, non sta unicamente nelle cifre, ma pure nello spirito – davvero amatoriale – che animava i primi agonisti della neve, in maggioranza sporstmen anglosassoni, quasi tutti rampolli di famiglie ricche all’inverosimile.

Si trattava, in pratica, dei pochissimi che potevano permettersi prolungati soggiorni invernali nelle più rinomate località alpine, dove si trastullavano – fra gente del medesimo censo – in attesa di ereditare smisurate fortune accantonate da padri e nonni. Ancora non sapevano, a metà dei ruggenti Anni Venti, che poco dopo, con la Grande crisi, alcuni di loro si sarebbero ritrovati con le pezze dove non batte il sole.

L’attesa di prendere in mano le redini delle imprese familiari, in certi casi, poteva rivelarsi davvero lunga: spulciando fra i documenti, infatti, veniamo a sapere che diversi di quei primigeni campioni della neve non erano proprio dei ragazzini. Ad esempio, fra i membri della nazionale svedese di curling – composta da 8 elementi – c’erano due quarantaquattrenni, altrettanti quarantanovenni e addirittura un cinquantottenne. I britannici invece, che erano solo in quattro, avevano 43, 46, 56 e addirittura 64 anni: significa che il più anziano era venuto al mondo nel 1860, quando la Guerra civile americana - tanto per farci un’idea - non era ancora scoppiata!

Curioso è pure vedere come, all’epoca, non era per nulla raro essere atleti polivalenti, a conferma del fatto che facevano quasi tutti parte di un’élite assai ristretta. I francesi Henri Aldebert e Georges André, ad esempio, gareggiarono sia nel curling sia nel bob. Così come i belgi Van den Broeck e Verschueren si divisero fra bob e hockey.

Degna di nota pure la partecipazione di Alexander Richardson, frenatore del bob a 4 britannico, che pochi anni prima aveva fatto la Prima guerra mondiale e che, tre lustri più tardi, avrebbe combattuto la Seconda addirittura col grado di generale maggiore.

Infine, due parole relative a quanto si vide sul ghiaccio: nel pattinaggio muliebre a salire sul gradino più alto del podio – una nel singolo e l’altra nel concorso a coppie – furono due cugine, Helene Engelmann e Herma Szabo: merito del loro nonno, che negli anni Sessanta dell’Ottocento aveva aperto la prima pista ghiacciata di Vienna.

L’hockey invece, sport che nel 1920 aveva fatto parte dei Giochi estivi con partite di due tempi e sette giocatori per squadra, a Chamonix trovò la sua definitiva collocazione al freddo, e soprattutto propose match con tre tempi e solo sei uomini sul ghiaccio. A dominare il torneo furono naturalmente i canadesi, che nelle prime tre partite segnarono la bellezza di 85 gol senza subirne alcuno, e chiusero poi la kermesse con 110 reti all’attivo e solo 3 incassate.

E il medagliere? Pronti: la Svizzera, insieme all’Austria, chiuse al terzo posto quella prima Olimpiade bianca, con due ori (pattuglia militare e bob a 4) e un bronzo nel pattinaggio artistico maschile. La parte del leone toccò alla Norvegia – con 17 medaglie totali – seguita dalla Finlandia a quota 11.

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