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Eccoli, i playoff: ‘Questo l’hockey che prediligo’

Scattano domani, con il Lugano impegnato a Friborgo, i quarti di finale. Luca Fazzini: ‘Tirare il fiato dopo i play-in è stato fondamentale’

35 punti in 53 partite per il numero 17: ‘Potevo segnare di più, ma non è stata una stagione negativa’
(Ti-Press/Clericetti)
15 marzo 2024
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A pochi giorni dall’inizio della primavera, è arrivato il tanto agognato e atteso periodo dei playoff. Per sei mesi si è giocato per arrivarci e da domani otto squadre competeranno per succedere al Ginevra Servette nell’albo d’oro. Alle porte i quarti di finale, con il Lugano subito impegnato in trasferta sulla difficile pista di Friborgo, con il club burgundo che ha già annunciato il tutto esaurito, come del resto sempre successo nella corrente stagione. Nelle quattro sfide stagionali, si sono registrate due vittorie a testa, ma al termine della regular season il Friborgo si è classificato secondo, mentre il Lugano ha chiuso settimo. La compagine ticinese è ancora priva per infortunio di qualche sua pedina, come Walker, Morini e Granlund, ma da qualche giorno, oltre al rientro di Niklas Schlegel, può nuovamente avvalersi del difensore Samuel Guerra, a lungo fuori dai giochi per una commozione cerebrale. Altre notizie da Lugano, non ne arrivano, alla Cornèr Arena gli allenamenti continuano a essere svolti a porte chiuse.

Sono 53 le partite giocate in questo campionato da Luca Fazzini, che domenica festeggerà il ventinovesimo compleanno, con all’attivo 35 punti (17 reti e 18 assist). Il giocatore ticinese freme di tornare in pista: «È il momento più bello della stagione – spiega l’attaccante bianconero –, avremo di fronte una squadra forte, sarà una serie difficile, ma abbiamo dimostrato in questo campionato di poterla battere, andiamo a Friborgo con tanta fiducia. Tutto ciò però, vedi anche la nostra recentissima vittoria sull’Ambrì, in questo momento della stagione, fa parte del passato, tutte le energie devono essere indirizzate a queste sfide. Devo dire che esserci qualificati già dopo la prima serie dei play-in è stato fondamentale per poi poter preparare al meglio i quarti di finale, tirare il fiato e preparare bene quello quanto c’era da risistemare».

Il Friborgo è una squadra tosta e sulla carta parte come favorita; quali sono pregi e difetti dei burgundi? «Conosciamo bene questa squadra, ha degli ottimi stranieri, il miglior powerplay della lega, molta profondità con una rosa davvero buona. Sappiamo che dobbiamo migliorare in certe situazioni, ma l’importante è concentrarsi su di noi e non sugli avversari».

Una stagione tutto sommata buona quella di Luca Fazzini, uno dei cecchini più temuti in Svizzera, da lui i tifosi si attendono grandi cose. Il numero 17 però in cuor suo non è mai soddisfatto: «Non sono mai contento delle mie prestazioni, sicuramente potevo trovare più reti. Ho sempre dato il massimo, in qualsiasi posizione in cui ho giocato, mi sono sempre messo a disposizione della squadra, non penso nemmeno che fino a oggi sia una stagione negativa. C’è tanto margine di miglioramento. I tanti infortuni e i cambi delle linee fanno parte del gioco, bisogna adattarsi ai momenti. Ognuno di noi ha il suo tipo di gioco, si spera sempre di avere molti minuti di gioco. Senza dimenticare che abbiamo una prima linea incredibile con Carr, Thürkhauf e Joly, che hanno fatto tantissimi punti e ci hanno aiutato a vincere molte partite. Spesso ho fatto parte della seconda linea che cercato anche di dare il suo apporto per dare un aiuto alla squadra».

La grossa lacuna, a parte la prima fase di campionato, è il powerplay. In questi giorni siete riusciti ad affinare il vostro gioco in superiorità numerica? «Senza dubbio. Sappiamo tutti che è un punto assolutamente da migliorare e quanto importante sia, soprattutto in questo periodo di stagione e in gare tirate, avere un buon powerplay. È un’arma in più, che cercheremo di sfruttare maggiormente».

Nei playoff se la partita dovesse giungere in parità al sessantesimo, si proseguirà con tempi da venti minuti (giocati in cinque contro cinque) a oltranza, fino alla prima rete segnata: è una regola fastidiosa? «Personalmene non è una regola che non mi dà fastidio. Bisogna attenervisi e vale per tutti, pazienza. Ma i giocatori non pensano mai all’overtime, ma sono sempre concentrati sui sessanta minuti regolari».

L’allenatore

‘Chi è favorito non interessa a nessuno’

L’anno scorso il Lugano ai playoff ci era arrivato col fiatone, ma poi aveva portato il Ginevra fino a gara 6. Alla sua seconda esperienza Luca Gianinazzi ci si approccia con maggiore tranquillità: «Ci saranno nuove emozioni, ma non dimentichiamo che il gioco rimane sempre lo stesso. Siamo tutti coscienti che la posta in palio cresce e l’intensità aumenta. Adesso è il momento in cui puoi vincere qualcosa. Il gioco sarà più fisico, ci saranno più provocazioni, ma sinceramente tutto questo è molto più bello. Dalla serie con l’Ambrì Piotta ci siamo portati casa in primo luogo la lezione avuta in gara 1, quando soprattutto nella prima parte del match non siamo stati abbastanza pronti difensivamente e nemmeno la nostra velocità offensiva era buona. Ci prendiamo invece il carattere mostrato nella rimonta, che ci fa ricordare che nessuna partita è finita fino alla terza sirena ed è qualcosa che ci porteremo dietro come bagaglio d’esperienza. Mentre del secondo incontro mi è piaciuta l’attività, abbiamo fatto quello step difensivo di sacrificio in più bloccando tanti tiri, dobbiamo mantenere lo stesso ottimo carattere anche contro il Friborgo».

Vi considerate gli outsider in questa serie? Se guardiamo la stagione, i punti raccolti dal Friborgo, la posizione in classifica, la costanza avuta porta che è favorito il Gottéron. Ma adesso si riparte da zero, non interessa a nessuno chi è favorito o sfavorito. Dobbiamo rimanere concentrati su noi stessi e portare la nostra miglior prestazione per avere la possibilità di vincere. Se non giochiamo bene, sarà molto difficile, ripeto, il Friborgo è una buona squadra. Sta a noi giocare secondo le nostre capacità. In questa settimana abbiamo lavorato bene, la concentrazione, il focus e la fame che ci sono nello spogliatoio sono palpabili».

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