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Un altro Lugano, un mese dopo. ‘Questo ci chiedono: solidità’

I bianconeri passano anche a Zurigo con pieno merito, concedendo ai Lions la miseria di quattro tiri nel secondo tempo. Morini: ‘Effettivamente è raro’

Di Julian Walker il ‘game winning gol’
(Keystone)
28 ottobre 2023
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Sembra un altro campionato, per non dire un’altra era. Invece, tra quel Lugano-Zurigo finito 5-2 per gli uomini di Crawford e questo secondo duello stagionale fra bianconeri e Leoni è passato appena un mesetto, e del Lugano impacciato, persino timido visto all’opera quella domenica di fine settembre, oggi non ce n’è neppure l’ombra. Lo dicono i numeri delle ultime sei giornate, che raccontano di sei successi filati, ma soprattutto lo dimostra ciò che si vede sul ghiaccio della Swiss Life Arena di Altstetten. Dove il Lugano fa tutto giusto, persino in un primo tempo sostanzialmente equilibrato da cui invece sono gli uomini di Crawford a uscire vincitori, grazie a tre rapidissimi tocchi che spostano il gioco da un capo all’altro della pista, prima dello spunto risolutore di Andrighetto.

Quello, tra l’altro, sarà pure l’unico gol incassato da un Niklas Schlegel in serata di grazia, nel trionfale venerdì sulla pista di quelli che un po’ tutti, da mesi ormai, danno per futuri campioni. Sarà. Nell’occasione, però, Malgin e compagni sono costretti al silenzio da un Lugano encomiabile per tutti i sessanta minuti in praticamente tutto ciò che fa. O quasi. La sbavatura più clamorosa è senz’altro quella che capita al cinquantaquattresimo minuto, quando i bianconeri si fanno trovare in pista in sei proprio nel mentre in cui Joly riesce a mandare fuori tempo Hollenstein e Fröden e segna il 4-1 che chiuderebbe i conti con largo anticipo: invece gli arbitri sono costretti ad annullare, mentre Thürkauf e compagni si ritrovano costretti a giocare per la seconda volta in pochi minuti con un uomo in meno, in centoventi secondi in cui Schlegel dovrà pure tirar fuori dal cilindro un paio di magie per impedire allo Zsc di trovare il punto del 3-2 che avrebbe improvvisamente riaperto il match. Senza che l’avrebbe meritato, tra l’altro.

Di positivo, per Gianinazzi e lo staff bianconero c’è che quella di Zurigo è stata una buona prova corale da parte tutto il Lugano: sarà vero che due delle tre reti realizzate ieri portano sempre la firma di Thürkauf e Carr (senza dimenticare il quarto gol non concesso a Joly), ma in generale tutti hanno offerto una prestazione davvero all’altezza. Vale tanto per gli uomini d’attacco, siccome i pericoli sono arrivati indistintamente da tutte e quattro le linee (e la quarta, per merito di Walker, ha pure realizzato quello che sarà il ‘game winning gol’), tanto per una retroguardia che adesso dimostra di saper limitare i rischi, ma che nel contempo è pure molto attiva nel supportare gli attacchi (anche nell’occasione, tra gli altri va citato l’apporto di un LaLeggia che si propone e conclude non appena può). «È vero, concedere soli quattro tiri in un tempo (il secondo, ndr) ai Lions qui a Zurigo è cosa rara – spiega Giovanni Morini, ai microfoni di Rsi –. Tuttavia è esattamente quello che ci chiedono gli allenatori: solidità difensiva. Da quando siamo riusciti a essere più compatti in difesa abbiamo cambiato il volto alla squadra, iniziando questo filotto di risultati positivi. Se ripenso a quella prima sfida con lo Zurigo, a Lugano, dove in tutta onestà siamo stati dominati per quasi tutta la partita, mi dico che la differenza è lampante: abbiamo meritato la vittoria, dimostrando un’ottima solidità. Tutta la squadra ha dato il suo contributo, e si vedono i tanti passi avanti che abbiamo fatto da quell’incontro».

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