CICLISMO

Un Tour de Romandie aperto a mille soluzioni

Scatta martedì da Payerne la 77ª corsa a tappe romanda. Non ci saranno Pogacar e Vingegaard, ma il ventaglio dei possibili vincitori è ampio

(Adam Yates, ultima maglia gialla del Tour de Romandie 2023)
22 aprile 2024
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Chiusa la campagna del Nord e messe in soffitta almeno per tre mesi le classiche di grido – si riprenderà il 10 agosto con la Clasica San Sebastian – il calendario del World Tour lascia spazio alle grandi corse a tappe. E, come da tradizione, il prologo è riservato al Tour de Romandie che scatterà martedì da Payerne per concludersi domenica a Vernier, in capo a 667 km e a un dislivello di 11'088 metri. La 77ª edizione della corsa romanda non vedrà al via i grandi nomi che animeranno nelle settimane a venire il Giro d'Italia e il Tour de France. Tadej Pogacar, dopo la vittoria alla Liegi, ha preferito affinare la preparazione in vista della corsa rosa, prima tappa di quella che lui spera possa essere una doppietta Giro-Tour centrata l'ultima volta nel 1998 da Marco Pantani, mentre Jonas Vingegaard sta ovviamente cercando di recuperare dalle ferite patite nella terribile caduta al Giro dei Paesi Baschi. Tuttavia, anche in assenza dei due principali interpreti delle corse a tappe, il parterre messo assieme dall'organizzatore Richard Chassot rimane di prim'ordine. Al via ci saranno gli ultimi due vincitori, l'inglese Adam Yates (Uae) e il russo Alexander Vlasov (Bora). Ad accompagnare Yates spicca il nome dello spagnolo Juan Ayuso, uno dei talenti più puri del plotone e recente vincitore proprio del Paesi Baschi. Il 21enne iberico lo scorso anno si era imposto nella cronometro di Châtrel-Saint-Denis. Al loro fianco, un altro giovane di grande talento, l'elvetico Jan Christen. Il 19enne argoviese in questa sua prima stagione da professionista sta impressionando i tecnici della Uae e una decina di giorni fa ha colto il suo primo successo della carriera (e la prima maglia di leader) nel Giro dell'Abruzzo.

Se la Uae sembra essere la squadra da battere, non sta certo peggio la Bora di Vlasov, che potrà contare sull'australiano Jai Hindley e sul colombiano Sergio Higuita, probabilmente protagonisti nei due arrivi in salita (2ª tappa a Salvan e 4ª a Leysin). Non ci sarebbe nulla di cui stupirsi se, strada facendo, le insegne di capitano della squadra passassero sulle spalle di Hindley, vincitore del Giro d'Italia nel 2022.

Il ritorno di Egan Bernal

E se non ci saranno Pogacar e Vingegaard, sarà presente colui che prima di loro aveva iscritto il suo nome nell'albo d'oro della Grande Boucle. A più di due anni dal tremendo incidente della circolazione, nel quale aveva rischiato non solo la carriera, ma pure la vita, il Tour de Romandie accoglie Egan Bernal, vincitore nel 2019 del Tour de Suisse prima e del Tour de France un mese dopo. Il colombiano della Ineos sta cercando di ritornare ai massimi livelli e quest'anno ha dato segni incoraggianti con il terzo posto al Giro della Catalogna e con il 21° (ma con lo stesso tempo del terzo, Mathieu van der Poel) alla Liegi di domenica, dopo essersi fatto vedere nelle primissime posizioni del gruppo sulla Côte de la Redoute al momento dell'attacco di Pogacar. La formazione inglese non punterà soltanto alla classifica generale, ma curerà pure le vittorie parziali, avendo in squadra il britannico Ethan Hayter, vincitore tre volte nelle ultime due edizioni del TdR. Pistard di formazione, lo scorso anno aveva preceduto tutti a La Chaux-de-Fonds e quest'anno sarà l'osservato speciale già nel prologo di Payerne e nella prima frazione che si concluderà a Friborgo.

A questi nomi se ne sono aggiunti altri proprio nelle ultime ore. Così, nove anni dopo la sua prima e unica partecipazione al Romandia, tornerà sulle strade della Svizzera francese Julian Alaphilippe (Soudal). Campione del mondo nel 2020 e nel 2021, cercherà di ritrovare il miglior colpo di pedale dopo un periodo piuttosto difficile e di preparare al meglio il Giro d'Italia. Faranno parte del plotone anche l'ecuadoriano Richard Carapaz (EF), Kasper Asgreen (Soudal), Simon Yates (Jayco) e Guillaume Martin (Cofidis). Sul fronte del ciclismo elvetico, la Tudor di Cancellara proporrà Sébastien Reichenbach e Yannis Voisard, mentre nella Q36.5 spicca il nome del poschiavino Matteo Badilatti.

Sabato a Leysin la decisione

Per quanto concerne il percorso, dopo un prologo di 2,28 km completamente pianeggianti, la corsa ripartirà da Château-d'Oex in direzione di Friborgo, su un tracciato frastagliato, con un Gpm di seconda categoria e cinque di terza. Giovedì, primo arrivo in salita a Salvan/Les Marécottes (1'060 ms/m), con due ascese di seconda categoria: il Col des Mosses (13,35 km al 4,1%, massima 11%) e l'arrivo a Salvan (7,77 km al 7,3%/16%). Venerdì, cronometro pianeggiante ad Oron (15,5 km), mentre sabato la gara si deciderà con il tappone di montagna. La corsa partirà da Saillon per raggiungere Leysin, dopo aver scollinato a Ovornnaz (1ª categoria, 8,9 km al 9,7%/15%), Les Rives (2ª, 9,8 km al 5,7%/13%), Les Giettes (2ª, 4 km all'8,5%/12%), prima dell'ascesa finale verso la stazione invernale vodese (1ª, 14 km al 5,9%/12%). Domenica, il Tour de Romandie 2024 consegnerà l'ultima maglia gialla, non più sul Quai du Mont-Blanc a Ginevra, bensì a Vernier, nell'agglomerato ginevrino, con una frazione di 159,8 km da percorrere in circuito.

Come spesso accade, la corsa romanda dovrà fare i conti con le condizioni atmosferiche (nel 2002 a Leysin Alex Zülle si era imposto sotto una fitta nevicata). Le previsioni meteo annunciano una settimana dall'evoluzione incerta, con possibili nevicate anche sotto i mille metri. Di sicuro sarà una settimana con temperature piuttosto rigide, per cui chi vorrà arrivare a Vernier in maglia gialla dovrà adattarsi a condizioni non proprio primaverili. Nella speranza che Richard Chassot non sia costretto a mettere mano al percorso e a stravolgere in particolare le due frazioni alpine.

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