Basket

L'alba di un nuovo giorno: ‘Credo in questa Nazionale’

Domani sera la Svizzera affronterà l'Azerbaigian nel primo match delle prequalificazioni ai Mondiali e Yuri Solcà non vede l'ora di scendere in campo

(Keystone)

La Svizzera, domani sera alle 19 sul parquet della St. Léonard di Friborgo, affronterà l'Azerbaigian in occasione del primo match delle prequalificazioni alla prossima edizione dei Mondiali di scena in Qatar nel 2027. Come, direte, il 2024 è appena iniziato e già si è proiettati nel 2027. Beh, semplice: una piccola Nazionale come la nostra, sessantatreesima del ranking mondiale, deve intraprendere un lungo cammino prima di raggiungere un grande palcoscenico. E, dunque, per accedere al turno successivo i rossocrociati sono chiamati a classificarsi primi del proprio Girone o, nella peggiore delle ipotesi, essere fra le migliori seconde. Nel loro gruppo Fofana e compagni sfideranno Kosovo, Irlanda e, appunto, Azerbaigian. Nonostante la selezione elvetica sia la più quotata delle quattro, non dovrà sottovalutare l'impegno memore delle scoppole rimediate (proprio al cospetto dei kosovari) nelle ultime partite del terzo turno delle prequalificazioni a Euro 2025. Due battute d'arresto che sono lì da monito. La Svizzera ospiterà come detto l'Azerbaigian e domenica effettuerà una trasferta in Irlanda. È ovvio che due vittorie sono quasi d'obbligo per iniziare al meglio questa nuova campagna. La compagine azera, centodiciottesima nel ranking mondiale, è infatti un’avversaria abbordabile e quindi non uno spauracchio. Per queste due partite coach Papatheodorou ha convocato un buon numero di giocatori che stanno all’estero: Nzege, Granvorka, Burrell giocano in Francia; Zoccoletti in Islanda; il giovane Nensah e Polite in Spagna; Rocak in Croazia; Fofana in Germania. Ieri si è aggiunto anche Jurkovitz che ha rinunciato al 3x3, mentre Zinn è arrivato a sostituire l'infortunato Kazadi. Gli altri militano nel massimo campionato rossocrociato. A cominciare da Mbala, appena ritornato a Ginevra, e Yuri Solcà. Il giocatore della Spinelli torna in Nazionale dopo l’assenza per malattia. E con lui valutiamo la situazione.

Che Nazionale hai ritrovato?

Direi molto positiva, giocatori entusiasti di esserci e un buon amalgama anche con chi viene da altri campionati.

Il tempo non è molto per prepararsi.

Questo è certamente un aspetto importante ed è per quello che facciamo allenamenti molto intensi due volte al giorno. Ci sono schemi offensivi da preparare e schemi difensivi da applicare con un certo rigore, seguendo le filosofie del coach. Avendolo già conosciuto ed essendoci poche novità, l’approccio è comunque più facile.

È arrivato anche Jurkovitz all’ultimo momento.

Sì, una pedina che risulterà certamente utile, viste le sue caratteristiche fisiche e tecniche per un reparto nel quale non siamo certamente in abbondanza: Martin, Anabir, Nzege e anche Zoccoletti sono i nostri lunghi, ma le avversarie hanno maggiore fisicità.

Il vostro gioco è principalmente impostato sullo sfruttamento dei piccoli.

È vero, chi gioca nei ruoli di play o guardia ha forse maggiore libertà nelle scelte, però conta sempre avere un certo equilibrio in campo e quindi è da come tutta la squadra si muove che si hanno le risposte migliori: poi è chiaro che anche certe caratteristiche individuali diventano importanti nell’economia del gioco.

Per sopperire alle assenze di Kazadi e Kovac, entrambi infortunati, e di Cotture, totem di questa Nazionale, c’è comunque un bel gruppo.

Direi di sì, perché sono giocatori abituati a giocare in campionati di un certo livello, indipendentemente dai minuti che stanno in campo, perché gli allenamenti sono sempre fondamentali, a volte più intensi di certe gare.

Pronti alla sfida, quindi?

Direi proprio di sì: oggi (ieri, ndr) studieremo l’Azerbaigian e vedremo le loro caratteristiche e le strategie da mettere in campo. Sono molto fiducioso per questa nuova Nazionale.

E noi ci accodiamo con la stessa speranza e cioè di vedere una squadra finalmente tosta e capace di imporre il suo potenziale.

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