Tiri liberi

Di sorteggi, di arbitri e di polemiche attorno alla gestione

Si spera che con la nuova presidenza del neoeletto Andrea Siviero il nostrano mondo dei canestri si lasci finalmente alle spalle fazioni e diatribe

C’è stato il sorteggio dei quarti di finale di Coppa Svizzera e, personalmente ma non sono solo, si vorrebbe che si tornasse al passato e non chiamarla più Patrick Baumann Cup, con buona pace di tutti. Non si può dire che i Lugano Tigers siano stati fortunati, beccandosi l’Olympic a Friburgo, mentre la Spinelli ospiterà il big match affrontando Ginevra. Gli altri incontri prevedono Versoix Basket contro Losanna e
Goldcoast Wallabies contro Vevey.

Con la sfida fra Sam e Lions una delle big sarà per forza eliminata, mentre Losanna e Vevey, contro squadre di Prima Lega e serie B non avranno problemi a qualificarsi. Senza teste di serie, lo ribadiamo, la Coppa è sempre un rischio per tutte, con eliminazioni eccellenti. Vedremo se ci saranno cambiamenti a venire, visto che quasi ogni presidente porta alcune novità. Non mettiamo già pulci nelle orecchie a Siviero, che avrà ben altro da fare in questi primi mesi di approccio a Swiss Basketball. Il fatto che le cordate di Friburgo siano state respinte dalla votazione - con ben 36 voti contro 18 toccati a Sefolosha - è significativo di una voglia di cambiare, di avere al potere persone che non siano strumenti, più o meno occulti, di gruppi di potere.

In questi due ultimi anni, gli attacchi sottobanco a SB non sono stati pochi: a volte a ragione, per evidenti carenze di potere, come nei confronti dei transfughi nel 3x3, che hanno addotto malesseri per la Nazionale vera, senza che venissero puniti e per poi essere di nuovo inglobati, pur con altre rinunce sospette. Però il lavoro svolto dietro le quinte da parte di certe fazioni, il millantare adesioni verso certe scelte per nulla veritiere, il discredito sputato contro il nuovo sistema di gestione dell’arbitraggio facendo la vittima del sistema (come ha dichiarato Clivaz su un quotidiano friburghese) e il denigrare senza un minimo di autocritica, ma presenziando a brindare con la squadra dell’Olympic quando ha vinto la Coppa, sono tutte cose che ci piacerebbe non più vedere.

Però si sa che, quando uno perde il potere che ha gestito a suo piacimento per diversi anni, fa una fatica enorme a farsi da parte e diventa più semplice la scappatoia del delegittimare chi ha preso il suo posto. Siamo in possesso di documenti chiari in cui la stragrande maggioranza degli arbitri si dichiarava pronta a smettere se ci fosse stata una restaurazione. Fortunatamente non abbiamo bisogno di avere una controprova, perché il buon senso ha prevalso in sede di votazione finale. Quello del settore arbitrale è un ambito dove in questi due anni c’è stato un miglioramento anche nei rapporti fra i fischietti e le squadre, e si può dire anche una migliore crescita tecnica. Che poi gli arbitri possano sbagliare partita e fischiare a vanvera succederà sempre, come ci sono giocatori che toppano alla grande con 1 su 15 al tiro.

Stiamo per entrare nella fase calda della stagione, perché ci sono i quarti di Coppa Svizzera e di SB Cup, che porteranno alle semifinali di Coppa e alle Final Four di Montreux a fine gennaio. Otto sfide che possono valere una stagione e che richiederanno la massima concentrazione anche in chi andrà ad arbitrare. Per quanto riguarda l’arbitraggio in A femminile, invece, i passi da fare sono ancora tanti: occorre che ci sia almeno un arbitro d’esperienza che possa guidare i più giovani, sia a mantenere un metro sull’arco dell’incontro sia nel fischiare passi di partenza, blocchi in movimento e spinte inadeguate sotto i tabelloni. Lasciar correre significa non aiutare le giocatrici e gli allenatori a costruire capacità tecniche corrette che favoriscano il gioco e lo spettacolo. La materia prima è certamente discreta, ma il lavoro da fare coinvolge tutti i settori.

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