BASKET

Soffia un vento di fronda sui vertici svizzeri

Ad aprile Giancarlo Sergi lascerà la presidenza della federazione. Intervista ad Andrea Siviero, ex numero uno a Neuchâtel e pronto a prendere in mano SB

Andrea Siviero

Da oltre San Gottardo arrivano spifferi che potrebbero essere veri venti di fronda per il basket elvetico. All’orizzonte, per ora lontano ma non vi è certezza, la volontà di cambiare i vertici. Con Giancarlo Sergi sicuro partente ad aprile e Claudio Franscella suo possibile accompagnatore, le acque si sono mosse in maniera assai concreta soprattutto sulle rive della Sarine. Infatti, e non è certo una novità per il basket svizzero, Friborgo ha sempre voluto lo scettro del comando e quindi ha anche una certa stampa a sostegno di un potere non sempre così occulto. In cinquant’anni di basket ne ho viste, sentite e anche subite non poche, soprattutto in campo, ma questo è già più personale. Di collettivo, oggi, ci sta invece il fatto che un paio di ex dirigenti del basket e un ex arbitro, Clivaz, stanno portando avanti la candidatura di Sefolosha per la carica di presidente. Ora, a livello di immagine, avere il miglior giocatore svizzero dell’ultimo decennio a capo di una federazione non significa affatto avere il meglio, dato che, pur non conoscendolo, a livello gestionale i dubbi possono nascere: sempre che non sia il paravento di chi vuole montare in cattedra.

La diatriba arbitrale che ha portato a licenziare Sébastien Clivaz non è finita e il sostegno al fischietto c’è, eccome: soprattutto da parte di chi non ha digerito la nuova impostazione del gruppo arbitrale, fatta più di meritocrazia che non di clientelismo, con una ricerca di coerenza gestionale in parallelo con l’aiuto alla crescita dei giovani fischietti. E i risultati, occorre dirlo, sono sinora stati positivi, perché si sono visti miglioramenti notevoli, sia individuali, sia di troike arbitranti, al netto di errori di crescita che accompagnano chiunque. Ma tutto questo processo è stato inviso a chi ha dovuto abbassare le arie fino a esserne estromesso, come appunto Clivaz. Altre fughe non ce ne sono state, se non abbandoni per motivi professionali o di età, ma quando occorre denigrare, come abbiamo letto da qualche parte, tutto torna comodo. Un ambiente, quello arbitrale odierno, molto più trasparente e costruttivo, dove si lavora in funzione del miglioramento della qualità, per aiutare i giovani e le giovani a emergere e quelli più scafati a fare gli arbitri e non i protagonisti durante le partite, come facevano Clivaz e qualche suo discepolo: un salto di qualità che dovrebbe aiutare il basket a crescere davvero.

Ora, è evidente che in simili situazioni la Federazione non stia a guardare e quindi i dirigenti di altri club sono stati coinvolti in maniera più o meno diretta, per cui si stanno delineando alcune posizioni che potrebbero essere determinanti ai fini di contrastare un possibile golpe, in un’assemblea straordinaria di prossima convocazione, oppure nell’assemblea ordinaria, secondo gli statuti.

Siviero: ‘Se regolarmente eletto, io sono a disposizione’

Diciamo che, da nostre informazioni, una parte delle società spinge la candidatura dell’ex presidente del Neuchâtel, Andrea Siviero, per la primavera, quando ci saranno le nomine del nuovo comitato. Siviero è un dirigente con esperienze di campo e di scrivania, gestisce il club neocastellano da anni ed è una persona che il basket lo conosce davvero, dal suo interno e a più livelli. Soprattutto, non è una persona di facciata come può essere, ci spiace doverlo catalogare così, Thabo Sefolosha. Da noi raggiunto telefonicamente, così si è espresso: «In maggio sono uscito sui giornali muovendo delle critiche alla federazione perché c’era una dicotomia forte fra le potenzialità dei club, a sudare per far quadrare i conti, e una federazione molto benestante alle spalle di club sempre pronti a passare alla cassa: un percorso al suicidio o quasi. Questa mia posizione è stata presa come un accanimento quando invece voleva essere una denuncia di un sistema che non poteva più funzionare in questo modo. Occorreva trovare un percorso comune fra le parti e agire in funzione di una ripresa del basket e della sua immagine».

Progettualità e trasparenza? «Ecco due parole fondamentali che riguardano il futuro della palla a spicchi: anche i club che cercano sponsor devono avere certezze e chiarezza, ma non possono continuare a subire una propaganda negativa e distruttiva come quella degli ultimi mesi, se si vogliono ottenere risultati. Sono tutti consapevoli che, se da un punto amministrativo la dirigenza ha fatto progressi, sul piano strutturale e della gestione sportiva sono stati fatti troppi errori: a cominciare dalla trasparenza alla coerenza in certe scelte, anche di responsabili operativi, che hanno minato il sistema e creato dissapori. Al punto che un gruppo vuole il potere ora in mano a Sergi, partendo da un uomo immagine come Sefolosha».

Operativamente? «In luglio ho avuto un incontro con Sergi e altri membri di Swiss Basketball per questioni amministrative legate al mio club e poi abbiamo parlato della situazione. Insieme con altri presidenti abbiamo incontrato dei consulenti che si erano occupati di altre federazioni cestistiche, i quali ci hanno presentato un progetto. Ora, a mio modo di vedere, occorre tempo per preparare bene un progetto condiviso con tutti, che possa essere operativo dal prossimo anno, senza fare le cose di fretta e senza obiettivi mirati. Mi han chiesto la disponibilità a candidarmi alla successione di Sergi e, visto che in maggio ho dato le dimissioni da presidente del Neuchâtel, avrei il tempo, le competenze e tutte le motivazioni necessarie per prendere questa carica, purché regolarmente eletto».

Questa ultima affermazione ha un senso particolare? «Certo perché c’è chi vorrebbe destituire il presidente alla prossima assemblea straordinaria prevista per presentare i conti. Non so se una tale azione sia possibile secondo gli statuti. Ma questa è una questione giuridica e non posso esprimermi. Invece, penso sia indispensabile utilizzare al meglio i mesi che ci separano da maggio del prossimo anno per preparare un progetto e una strategia comune per il basket svizzero. Ora aspettiamo l’evolversi della situazione, ma ci auguriamo che, per il bene del basket, non ci siano più colpi di coda solo per pura vendetta e si voglia lottare assieme per un futuro condiviso e sostenibile».

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