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‘La A ci piacerebbe, ma dobbiamo fare il passo secondo la gamba’

Dopo la vittoria del campionato di B il Riva sta valutando se inoltrare domanda di promozione o meno. Piccinelli: ‘È stata una bella cavalcata’

Marie Hunter, una delle trascinatrici delle momò
(Ti-Press/Gianinazzi)

Il Riva Basket è tornato in cima alla piramide della serie B e ha conquistato il titolo di Campione svizzero a Baden lo scorso weekend.

Un playoff, quello organizzato dalla nostra Federazione, un po’ particolare, nel senso che è stato basato su una partita secca e non su una serie, ma va bene così, perché sappiamo quali magagne stanno dietro. A cominciare dal fatto che la serie B è certamente più interessante della A sul piano agonistico e, per lo meno, ci sono 17 squadre in ballo. La serie A è un monologo dell’Elfic da oramai un lustro, magari con uno scivolone ogni quattro anni in una delle tre manifestazioni. Le altre 5 squadre giocano per il secondo posto e così sarà per altri anni. Ecco perché, arrivate al traguardo che porta alla serie A, la dirigenza sta facendo una scelta: andare in A o rinunciare.

Prima di sentire la Presidente Gabriella Califano, facciamo un passo indietro con il coach Andrea Piccinelli: parlaci di questa stagione trionfale. «È stata una bella cavalcata, con molta gente nuova, una nuova straniera e tanto entusiasmo. Sin dall’inizio si è visto che l’amalgama funzionava e siamo cresciuti tutti, noi dello staff con Massimo Parmigiani mio aiuto e il preparatore Christian Latino, e tutto il gruppo. Abbiam giocato un basket di …passione e ambiente unito e stupendo».

Di vittoria in vittoria… «Sì, anche le vittorie hanno contribuito ad aumentare l’intensità, la coesione e l’importanza del gruppo. Abbiamo vinto sfide difficili, come le due partite con la Muraltese che ci hanno lanciato alle finali. Ci hanno dato consapevolezza e ne è un esempio l’aver recuperato dal -18 a fine primo tempo in semifinale contro Divac: ci siamo guardate e abbiamo reagito di squadra, arrivando in finale».

Bene anche con le straniere. «Molto bene: Hunter si è integrata benissimo ed è stata una che ha capito subito l’ambiente che l’ha accolta. In Finale, con il suo infortunio, si è messa al servizio delle compagne con assist e rimbalzi, aiutandoci a vincere. De Roy, moglie di Williams della Sam, ci ha chiesto di potersi allenare e poi l’abbiamo tesserata. Si è messa anche lei ad aiutare tutte, tralasciando egoismi: con uno spirito così, si va lontani, fino al titolo».

Una scelta si pone: cosa vorresti? «Ci siamo conquistate sul campo la serie A. Poterla anche giocare è il sogno di tutte e tutti ma la società non vuole fare salti nel vuoto, quindi valuteranno e parleremo. Il nostro motto rimane quello di sempre: “Panthers with smile”».


Ti-Press/Gianinazzi
Il tecnico Andrea Piccinelli

‘Un amalgama visto raramente’

Lidia Travaini all’orizzonte ha un chiodo per appendere le scarpette, ma quest’annata è di quelle indimenticabili: o no? «Direi di sì, è stato un anno molto bello per l’ambiente che si è creato e un amalgama visto raramente: merito di tutte e tutti, nei vari ruoli, che hanno contribuito a ciò. E quando si vive in queste condizioni, tutto è più facile».

Hai fatto un po’ da elemento catalizzatore, vista l’età. «Diciamo che l'esperienza aiuta a capire le situazioni e a intervenire con delicatezza quando è necessario. Lo spirito che ci ha unito ha aiutato la crescita, sia tecnica che umana e di questo ne sono consapevoli tutte, straniere comprese».

Davvero basta? «Penso proprio di sì, ho dato tutto sino alla fine e a 38 anni si può anche lasciare».


Ti-Press/Piccoli
Ultimi palleggi per Lidia Travaini

‘Per la promozione ci servono 30'000 franchi in più’

E ora sentiamo la Presidente che con le colleghe di comitato Cinzia Varisco Menaballi, Lisa Mazzocchi e la stessa Lidia Travaini, dovrà decidere dl futuro di questo gioiellino dello sport cantonale e nazionale. Allora Gaby, a che punto siete? «Siamo contente del titolo svizzero dopo due anni al timone della società. Per questo motivo non vogliamo lasciare nulla al caso e valutare bene la situazione».

Da un punto di vista finanziario? «Certamente è una base di partenza: abbiamo un budget di 80'000 per questa stagione per tutta la società, la metà per la B. Per la serie A ce ne vogliono almeno 30'000 in più e quindi lo sponsoring diventa essenziale».

Da un punto di vista tecnico e umano? «Stiamo facendo una verifica con le giocatrici che potrebbero partire, come Fontana, ma voglio delle conferme e avere la disponibilità anche di chi gioca nella U18. Insomma, tutte devono essere coscienti degli impegni che ci vogliono. Avevo contattato Viktoria Ranislajevic (classe 2005) che da noi era andata a Genova e sapevo che doveva tornare a completare la scuola, ma l’Elfic se l’è presa e non è difficile capire come. Viktoria è una grande giocatrice e le auguriamo un grande futuro».

Decisioni entro? «Dobbiamo fare alcune verifiche con la Federazione sia per i tesseramenti sia per i costi e poi prenderemo una decisione. Lo ribadisco, fare la serie A ci farebbe piacere ma fare il passo secondo la gamba è un must per il nostro Club».

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