CICLISMO

Una Roubaix da tregenda premia Sonny Colbrelli

L’italiano ha preceduto allo sprint Vermeersch e Van der Poel in un Inferno del Nord caratterizzato da pioggia, fango e molte cadute

3 ottobre 2021
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È stata una Parigi-Roubaix da tregenda e l’ha vinta il campione europeo Sonny Colbrelli, quella disputata in un inedito mese di ottobre. L’italiano della Bahrain ha preceduto allo sprint il belga Florian Vermeersch e l’olandese Mathieu van der Poel, tutti e tre alla loro prima esperienza nell’Inferno del Nord. È stato un vero inferno, quello nel quale si sono calati i protagonisti della 118ª edizione della corsa delle pietre. La pioggia, caduta abbondantemente nei giorni precedenti e per ben oltre metà corsa, ha reso le strade molto scivolose e i tratti in pavé al limite della praticabilità. Tante le cadute che si sono susseguite lungo i 257 km del percorso, in una gara letteralmente esplosa già dopo il primo settore di pavé, quando dal via di Compiègne erano trascorsi appena 90 km.

Per l’Italia si tratta del primo trionfo a Roubaix dal 1999, quando a imporsi era stato Andrea Tafi. La grande giornata del ciclismo azzurro è stata completata dal quarto posto di Gianni Moscon. E proprio il corridore trentino è stato il protagonista assoluto, quanto sfortunato, della giornata. Ha attaccato in solitaria a oltre 50 km dal traguardo, quando davanti erano già rimasti in pochissimi. Un’azione alla Cancellara, tanto per intenderci e alle sue spalle nessuno è stato in grado di reggere il ritmo. In pochi chilometri ha costruito un vantaggio che ha toccato l’1’15” e che Van der Poel e Colbrelli non sembravano in grado di ridurre. A giocare a favore degli inseguitori ci ha pensato la sfortuna (di Moscon). A una trentina di chilometri dall’arrivo, l’italiano della Ineos è stato vittima di una foratura che gli ha fatto perdere 30”. Dieci chilometri dopo, sul fango di un tratto di pavé, una scivolata lo ha fatto finire a terra. Alle sue spalle, Van der Poel, Colbrelli e Vermeersch si sono avvicinati e hanno operato il riaggancio a 15 km dal velodromo.

I tre sono stati in fuga fin dalle prime battute della corsa e, in momenti diversi, hanno tutti provato a passare all’offensiva. Nei chilometri finali, però, hanno preferito andare d’amore e d’accordo, per evitare il rientro di Moscon (nel frattempo staccatosi, anche perché colpito nel morale dopo 30 km di fuga solitaria, una foratura e una caduta) e del gruppo di Wout van Aert, comunque staccato di oltre un minuto.

Per quanto riguarda gli svizzeri, Stefan Bisegger è stato a lungo nel gruppo dei migliori e ha perso contatto soltanto a una sessantina di chilometri dalla conclusione. Molto più sfortunato l’altro Stefan, Küng. Pure lui inserito nella fuga iniziale, formatasi a circa 210 km da Roubaix, è caduto al passaggio di una rotonda ed è stato in seguito ripreso dal gruppo principale. Ancora prima di giungere alla Foresta di Arenberg, il turgoviese è però finito a terra altre due volte. Alla fine, il migliore degli elvetici è stato il campione nazionale Silvan Dillier (47º a 12’24”). Bissegger ha chiuso 13” dopo, al 60º posto, mentre Küng non ha portato a termine la prova.

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