Tecnologia

Il web ha 35 anni, il suo ‘papà’ vede l'Ia nel futuro di tutti

Tim Berners-Lee nel marzo del 1989 al Cern di Ginevra progettò il World Wide Web come collegamento fra testi e parole in tanti computer in rete nel mondo

Tim Berners-Lee
(Keystone)
15 marzo 2024
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Assistenti guidati dall'intelligenza artificiale che agiranno per noi sulla rete, il pieno controllo dei nostri dati e il possibile smembramento di una grande azienda tecnologica. È il futuro di internet immaginato da Tim Berners-Lee che esattamente 35 anni fa dette vita alla rivoluzione del World Wide Web.

"Doveva essere uno strumento per dare potere all'umanità, ma negli ultimi dieci anni ha eroso molti valori con conseguenze ampie. Un cambiamento impossibile da prevedere", riflette il fisico britannico vincitore del premio Turing nel 2016. Senza contare che internet per tutti è ancora un miraggio: secondo l'Onu nel mondo ci sono ancora 2,6 miliardi di persone offline.

L'idea del World Wide Web, una rete che permettesse di collegare fra loro più testi e parole in tanti computer in rete nel mondo, nacque al CERN di Ginevra nel marzo 1989. Tim Berners-Lee presentò il documento "Information Management: a Proposal" e ricevette il via libera ad approfondire il progetto con un altro ricercatore, Robert Cailliau. Il primo sito fu online nel 1991. Lo scienziato non è mai diventato ricco nonostante l'intuizione si sia trasformata nel volano di una nuova economia. Nel 1993, infatti, il CERN ha deciso di mettere a disposizione di tutti, pubblicamente e senza diritti, il codice sorgente della "ragnatela digitale".

Delle trasformazioni che sono intercorse dalla creazione del web, Berners-Lee ha parlato in una intervista alla rete americana Cnbc sottolineando gli aspetti negativi, come gli algoritmi dei social media che hanno fatto sentire "le persone turbate o piene di odio", oppure la facilità di produrre contenuti che ha portato a un "depotenziamento" per le persone e a una perdita di proprietà sui nostri dati. Ma dimostra anche ottimismo per il futuro, tanto da fare delle previsioni. La prima è che l'intelligenza artificiale trasformerà il modo in cui interagiamo con il web: avremo assistenti personali in grado di operare in ambito medico, legale ed economico che interagiranno per noi sulla rete.

La seconda previsione è che nel futuro avremo il pieno controllo dei nostri dati in una esperienza digitale fluida tra smartphone, tv e visori di realtà virtuale: i dati non saranno più lasciati in mano ai big della tecnologia, ma raccolti in una specie di contenitore digitale sicuro. Va ricordato che Berners-Lee ha fondato la startup Inrup che si occupa di creare le basi di questo tipo di tecnologie. Infine, l'informatico prefigura lo smembramento di un big della tecnologia: uno dei possibili esiti dello scontro in atto tra il governo americano e TikTok, ad esempio, oppure tra l'Europa e le aziende tecnologiche a seguito delle norme Ue sempre più stringenti in materia di concorrenza.

Secondo Berners-Lee, per evolversi, il web deve affrontare due questioni: la concentrazione del potere particolarmente grave in quest'anno di elezioni politiche e la profilazione dei dati personali che ha portato al controllo sulle informazioni che le persone ricevono. "Sta emergendo un nuovo paradigma che pone al centro gli individui piuttosto che i modelli di business - fa sapere in una lettera aperta - Man mano che questo paradigma guadagna slancio abbiamo l'opportunità di rimodellare un futuro digitale che dia priorità al benessere, all'equità e all'autonomia umana".

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