Auto e moto

Salone di Ginevra 2015

Quest’anno sono attese all’incirca 700’000 persone
13 marzo 2015
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Nonostante un calo d’affluenza registrato lo scorso anno, l’ottantacinquesima edizione promette di essere di assoluto successo. Ecco qualche impressione rac­colta direttamente sul posto: interviste, novità e impressioni sull’evento automobilistico più importante della nazione.

Andateci quest’anno!

Opinione sull’ottantacinquesima edizione del salone dell’auto di Ginevra.

Ogni anno accade sempre la stessa cosa. Non faccio nemmeno a tempo ad uscire dal salone dell’auto di Ginevra che già suona il telefono, arrivano e-mail, piovono messaggi. In comune hanno il contenuto, ovvero la fatidica domanda: “Com’era il salone quest’anno?”. Domanda alla quale, all’inizio, non riesco mai a rispondere. Devo prima rientrare in ufficio, dormirci su una notte, riunire tutto ciò che ho visto, sommare le conversazioni avute, filtrare i discorsi, unire gli stati d’animo percepiti. Quest’anno, in effetti, di “roba” da vedere ce n’era davvero parecchia. Ma a differenza degli altri anni non c’erano solo oggetti esclusivi, bensì anche molte automobili alla portata di tutti. C’era chi era al settimo cielo. È il caso di Volkswagen che a memoria non si ricorda di essere stata presente con uno schieramento così ampio di vetture. Prototipi come la Sport Coupé Concept GTE – un concentrato di stile, tecnologia ibrida Plug-In e infotainment all’avanguardia in grado di leggere i dati biometrici di chi guida – o la nuova Touran, ulteriori varianti della Golf e la Passat Alltrack, la cui “base” ha vinto il premio auto dell’anno. Oppure c’era chi, come Jaguar-Land Rover, non aveva assolutamente nulla di interessante da proporre al punto da annullare la conferenza stampa programmata, ma questo è dato dal fatto che gli inglesi hanno mercati più importanti in cui fare sensazione con i loro prodotti. D’altro canto c’erano nuovi marchi che rinascono come la tedesca Borgward, altri che da semplici modelli speciali diventano un brand autonomo come DS di casa Citroën. Aria fresca. Non tutti sulla cresta dell’onda, ma nessuno realmente abbattuto. E questo è positivo. Perché dimostra la cosa più importante: e cioè che Ginevra mantiene sempre il suo prestigio. Renault ha voluto presentare qui il suo SUV di taglia media destinato a diventare un best seller, Opel ha messo sotto i riflettori la piccola ed economica Karl, Volkswagen come detto ha schierato la monovolume Touran, Skoda l’ammiraglia “low-cost” Superb, Hyundai il nuovo SUV Tucson che va a sostituire la ix35, Subaru la nuova familiare Levorg. Anche gli aggiornamenti o i derivati di modelli attuali non sono mancati: BMW Serie 1, Serie 2 Gran Tourer e Peugeot 208. La famiglia svizzera media riesce sicuramente ad orientarsi all’interno dell’85esimo salone dell’auto, e anche questo è un bene. I sogni, le auto che piacciono a noi appassionati, hanno comunque ancora una volta dominato la scena. Per fortuna. Se in altri anni il livello era altissimo a causa di alcuni particolari acuti (vedi il trio LaFerrari - Porsche 918 - McLaren P1), quest’anno è stata la media globale ad essere elevata. Non sono decenni che faccio questo mestiere, ma mai come quest’anno c’erano così tante novità per le tasche di chiunque ami guidare. Si comincia dal basso con la Corsa OPC e la Mazda MX-5 per poi passare alle medie cattive che qui si sono lanciate sfide virtuali: Ford Focus RS, Audi RS3, Honda Civic Type-R. Le particolari Cadillac ATS-V e CTS-V non hanno mancato di far notare la loro presenza. Volendo si potrebbe poi salire di livello con la Cayman GT4, la nuova NSX, la rinnovata Audi R8 o ancora la Ford GT. Per non parlare dell’élite tra cui Ferrari 488 GTB, Porsche 911 GT3 RS, Lamborghini Aventador SV e i numerosi prototipi o edizioni limitate che fanno scattare all’impazzata le fotocamere degli smartphone: agli stand Bentley ed Aston Martin c’era davvero da perdere la testa… Sebbene all’inizio del decennio Ginevra ha vissuto di alti e bassi dovuti alla situazione economica globale, ora che mercati trainanti come Cina e Stati Uniti mantengono alta la loro richiesta, tra i costruttori che sono penetrati bene in quei mercati regna l’ottimismo, la voglia di fare e di far sognare. Perché l’auto, prima che mezzo di trasporto, è anche e soprattuto un desiderio. In tutta questa faccenda dispiace solo vedere lo scarso interesse che la politica riserva a questo settore, specie alle nostre latitudini. A memoria d’uomo non era mai successo che il presidente della Confederazione non si presentasse all’apertura ufficiale il giovedì mattina. Quest’anno al suo posto ha presenziato Doris Leuthard, che oltre a dichiarare l’ovvio con frasi del tipo “la mobilità continuerà a crescere” ed essere orgogliosa di scorrazzare con la sua Tesla Model S non sembra interessarsi più di tanto a questo settore. Un settore che, ricordo, nella nostra nazione che di costruttori automobilistici non ne ha, rappresenta sempre e comunque il 15% del Pil. Se non la Leuthard, adesso che siamo in campagna elettorale non sarebbe male se qualche politico ticinese lo tenesse bene a mente.

 

Quando il tuo capo corre al Nürburgring

Volker Strycek è un uomo esemplare: dirige il reparto OPC e vive la sua passione per le corse a pieni giri. Mentre i suoi compagni guardavano i Mondiali di calcio, lui correva la 24 ore.

Chi è inserito nell’ambiente delle corse automobilistiche sa benissimo che lui non è un dirigente qualunque. Verrebbe quasi da dire che sia l’uomo giusto al posto giusto. O quantomeno che molti altri nella sua posizione dovrebbero vivere la passione per il suo mestiere almeno la metà di quanto la viva lui. Dirigente del reparto OPC e Motorsport di casa Opel, il 57enne approda al costruttore tedesco proprio per la sua esperienza nel mondo delle corse. A 18 anni vince il suo primo campionato, poi corre nel DTM conquistando il titolo nel 1984. Succede, poi, che nel 1988 la Opel lo chiama per dei test ad Hockenheim, dopodiché decidono di assumerlo nel reparto dedicato allo sviluppo, essendo ingegnere di formazione. Un decennio più tardi diventa uno dei padri fondatori dell’Opel Performance Center (OPC) che dirige tutt’ora. Ciò che lo distingue da tutti gli altri è il modo in cui impiega il suo tempo libero. Chi partecipa o segue con attenzione il campionato VLN noterà che il suo cognome è impresso sul lato di una vettura assai particolare: una Opel Manta B. Vettura con cui, come ammette lui stesso, si toglie parecchie soddisfazioni: “Su nove gare disputate lo scorso anno abbiamo centrato sei vittorie di classe. È sempre sorprendente come un’automobile con una tecnica tutto sommato arcaica riesca a tenersi dietro tante vetture ben più recenti”. Ed il suo piede è realmente pesante, perché anche quando l’anno scorso si è messo al volante della sua Opel Astra OPC durante la 24 ore del Nürburgring ha intascato la vittoria. Oltretutto guidando due vetture contemporaneamente. “Sì, ho guidato sia la nuova Astra che la vecchia Manta. È stato decisamente intenso visto che non sono più uno sbarbatello…”. Memorabile il momento in cui, essendo stata la 24 ore del Nürburgring in concomitanza con i Mondiali di calcio brasiliani, ha detto ai suoi compagni di squadra: “Chiunque voglia guardare i Mondiali me lo dica che guido volentieri io al suo posto”. Se la Opel dopo tanti anni d’assenza è tornata alle competizioni – nei Rally con la Adam, nel VLN con la Astra OPC – lo si deve anche e soprattuto a lui. “Per me l’importante è che le automobili da corsa restino vicine al modello di serie, perché è in quel momento che possiamo attuare un importante travaso di tecniche e conoscenze nonché guadagnare credibilità nei nostri clienti”. Volker Stycek trascorre parecchio tempo al Nürburgring. Il centro tecnico di Opel edificato a Nürburg, poi esteso anche al resto della General Motors, è stata un’idea sua. “Non mi capita di rado di percorrere anche 1’000 chilometri al giorno qui al Nürburgring durante la messa a punto dei nuovi veicoli”. Particolare è anche la sua filosofia di lavoro. “Quando giriamo in circuito i test li effettuiamo sempre in due, cosicché uno possa raccogliere i feedback dell’altro e comprendere il contesto in cui un’impressione è stata rilevata. I miei collaudatori sono tutti ingegneri che progettano il singolo componente e che poi lo mettono a punto loro stessi”. La vicinanza con il mondo delle corse la si evince anche dalla motivazione con cui lavora la sua squadra. “Essendo più o meno tutti impegnati nelle competizioni lavoriamo tutti con lo spirito del ‘never give up’, del ‘nulla è impossibile’ – comprendendo che restare fermi significa aumentare il distacco dai concorrenti – fondamentale nell’agonismo, arricchente nella vita privata e professionale.”

 

‘Le migliori auto nascono da un litigio’

Novità, prototipi e importanti premi: il Dr. Heinz-Jakob Neusser, responsabile dello sviluppo tecnico Volkswagen, ci accompagna nel ‘suo’ stand

Se quest’anno al salone i Ginevra v’era qual-cuno al settimo cielo, questa era sicuramente Volkswagen. Per il costruttore tedesco l’appuntamento sul Lemano è iniziato nel migliore dei modi conquistandosi il prestigioso titolo di “Auto dell’anno”. Merito della nuova Passat, che ha convinto la giuria di giornalisti automobilistici europei primeggiando con un vantaggio non di poco conto. Un aspetto che ha tranquillizzato Martin Winterkorn (il Ceo del gruppo VW) e tutti i dirigenti che nei due giorni dedicati alla stampa avevano un aspetto sereno e sorridente. Per i tedeschi quello di quest’anno sarebbe stato comunque un salone di una certa importanza. A memoria d’uomo non si ricorda uno stand così ricco di novità. C’è la nuovissima Touran, l’aggiornamento di metà carriera della Sharan, la Passat debutta nella versione Alltrack destinata anche alla Golf Variant, che oltre a ciò debutta pure con le motorizzazioni GTD ed R a trazione integrale. Per non parlare del prototipo Sport Coupé Concept GTE, vera protagonista della scena. Non tanto per il suo giallo appariscente ma per i contenuti di rilievo. A spingerla c’è un propulsore ibrido Plug-In in cui il V6 TSI e l’elettrico erogano una potenza combinata di 380 cavalli: questo le permette di scattare da 0 a 100 km/h in appena 5 secondi e di percorrere fino a 50 chilometri nella modalità completamente elettrica. Un concetto non nuovo racchiuso però in un vestito che anticipa il futuro corso stilistico del gruppo Volkswagen. A confermarcelo c’è il Dr. Heinz-Jakob Neusser, responsabile dello sviluppo tecnico, il quale ci chiede quale sia il principale argomento che spinge un acquirente a scegliere l’una o l’altra vettura. Risposta: il design. “Esattamente! Noi in Volkswagen abbiamo negli ultimi anni prodotto sempre buone automobili: i confronti eseguiti dalla stampa specializzata ci hanno costantemente messo in risalto rispetto alla concorrenza. Un buon prodotto offerto ad un ragionevole rapporto qualità/prezzo, altra caratteristica che non ci è mai stata negata. Adesso manca solo un design che piaccia, che susciti emozioni, senza tuttavia tradire la semplicità delle forme che è anche uno dei nostri punti di forza. Ora desideriamo che le nostre auto abbiano un aspetto dinamico tanto quanto lo sono alla guida”. La Sport Coupé Concept GTE racchiude le linee sinuose di una coupé con l’eleganza di una quattro porte e la praticità di una vettura con il portellone. Com’è possibile unire tutto ciò? “Le migliori auto nascono da un litigio – afferma Neusser – che può essere quello tra un designer che vuole il tetto spiovente e il responsabile dell’ergonomia che non è disposto sacrificare lo spazio per la testa dei passeggeri posteriori: è da questo scontro e da questi compromessi che nascono prototipi favolosi come questi”. Ma non è solo una questione di design. I contenuti tecnici e multimediali qui sono di primo livello. Per esempio l’Active Info Display già noto sulla Passat per la sua strumentazione variabile e la grafica tridimensionale. O ancora un sistema di navigazione che calcola la rotta in base alle condizioni meteorologiche per non parlare del riconoscimento dei dati biometrici del conducente. Tanta carne al fuoco. Se Skoda sta già mettendo alle strette Volkswagen, quest’ultima lo sta facendo con Audi. Ma il Dr. Neusser non ha paura della concorrenza interna: “Nel nostro gruppo diciamo sempre che i singoli marchi devono svilupparsi dal basso verso l’alto e non viceversa mettendo dei limiti alla loro evoluzione. Se Skoda raggiunge il livello di Volkswagen allora Volkswagen dovrà fare meglio a sua volta, e qualora si avvicinasse troppo ad Audi sarà quest’ultima a dover dimostrare quanto sia avanguardista. Allo sviluppo non vanno mai messi dei freni, anzi…

 

I dettagli della nuova Volkswagen Touran

 

Più spazio, infotainment all’avanguardia, design personale e consumi fino a 4,1 l/100 km: ecco i punti chiave della nuova monovolume di Wolfsburg

 

Escludendo l’inedita Golf Sportsvan in vendita dallo scorso anno e considerata un derivato della best seller di casa Volkswagen, la Touran è la prima vera monovolume realizzata sulla base del pianale modulare trasversale MQB. Sebbene ai più questa sigla può risultare sconosciuta, in realtà è proprio questo il “segreto” che ha permesso di ottenere tutti i vantaggi che ora andiamo a elencare. La principale novità strutturale consiste nell’aumento della lunghezza (+ 13 cm) andata quasi tutta a beneficio del passo (+ 11,3 cm), così da ricavare maggiore spazio per occupanti e bagagli. Disponibile in configurazione a cinque o sette posti, la capienza del bagagliaio della nuova Touran aumenta di 48 litri nella versione classica con due file di sedili. Nonostante questo considerevole aumento dell’abitabilità la massa, rispetto alla generazione uscente, è stata ridotta fino a 62 chili. Un aspetto quest’ultimo che ha permesso di migliorare le prestazioni e al tempo stesso far calare i consumi. Tre i motori a benzina disponibili con potenze di 110, 150 e 180 cavalli mentre gli altrettanti turbodiesel erogano 110, 150 e 190 cavalli. Il più parco tra i sei motori risulta essere l’1,6 TDI abbinato all’opzionale cambio doppia frizione DSG omologando un consumo medio di 4,1 L/100 km. ­­ Numerose sono ovviamente le soluzioni adottate in nome della praticità, dai sedili Fold-Flat per sfruttare in modo variabile la capacità di carico della Touran ai 47 vani portaoggetti passando per l’impianto di climatizzazione automatica trizona. A fianco dei sofisticati sistemi di infotainment già presenti in altre vetture del marchio debuttano ben tre diversi sistemi di connettività per smartphone tra cui Mirrorlink, CarPlay (Apple) e Android Auto (Google). Tra le numerose primizie tecniche spiccano i fanali anteriori interamente a LED. Di particolare impatto anche il design, che pur tracciando la continuità col passato risulta più personale ispirandosi ai più recenti modelli del marchio, il cui scopo è quello di rendere anche le vetture destinate ad un uso familiare decisamente più dinamiche e attrattive. Discorso che vale anche per l’abitacolo, caratterizzato da linee semplici dal taglio moderno. Sebbene i prezzi non siano al momento noti, la nuova Touran è attesa per il prossimo autunno.

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