IL COMMENTO

La Bns e i costi occulti della politica monetaria restrittiva

Mentre l’inflazione rientra ufficialmente nei ranghi, l'erosione del potere d'acquisto delle famiglie prosegue indisturbata. Chi ha vinto la battaglia?

In sintesi:
  • Nel 2023 l’incremento medio dell’indice dei prezzi al consumo è stato del 2,1%
  • La Banca nazionale non verserà nulla a Confederazione e Cantoni per il secondo anno consecutivo
  • La forte crescita del bilancio della Bns comporta anche un aumento dell’incertezza per quel che riguarda il rendimento
I dati preliminari segnano una perdita di esercizio di 3 miliardi di franchi per la Bns
(Keystone)
13 gennaio 2024
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Il dato ufficiale suggerisce che nel 2023 l’inflazione in Svizzera è – praticamente – rientrata nei ranghi: l’incremento medio dell’indice dei prezzi al consumo è stato del 2,1%. Le previsioni indicano inoltre che nel 2024 il rincaro, complice il rallentamento dell’economia, si attenuerà ulteriormente. A priori sembrerebbe dunque di essere di fronte a un’altra “battaglia vinta” dalla Banca nazionale. Restano tuttavia alcune questioni aperte. Sarebbe opportuno, per esempio, provare a capire quali sono stati i costi (più o meno occulti) della politica monetaria restrittiva attuata dalla Bns nell’ultimo anno e mezzo, da un lato; e rilevare, dall’altro, quanto diverga l’inflazione “percepita” rispetto a ciò che emerge dalle statistiche.

Con ordine. Che l’inflazione scenda, ma che siano in pochi ad accorgersi, è assodato. Premi di cassa malati, affitti, ipoteche, generi alimentari, elettricità: le principali voci dei budget familiari aumentano a ritmi ben più marcati rispetto all’indice medio, che non contempla alcune voci oppure le considera solo marginalmente. Fatto sta che l’erosione del potere d’acquisto delle famiglie prosegue indisturbata.

Aggiungiamo poi che molti Cantoni si vedono ora confrontati con ristrettezze finanziarie che impediscono di intervenire maggiormente a sostegno delle fasce più vulnerabili della popolazione, e che ci sono diversi enti pubblici che stanno valutando di ridurre aiuti e servizi per riequilibrare i conti (in Ticino ne sappiamo qualcosa). Conti che in molti casi sono in rosso a causa – non esclusiva – del mancato incasso delle quote sull’utile della Banca nazionale. Infatti la Bns non verserà nulla a Confederazione e Cantoni per il secondo anno consecutivo perché non ha conseguito alcun utile, ed è proprio ciò che prevede l’attuale convenzione tra il Dipartimento federale delle finanze e la Banca nazionale.

D’altronde le spiegazioni relative alla convenzione in vigore, fornite dal Dff a gennaio 2021, anticipavano quello che stiamo osservando ora: la forte crescita del bilancio della Bns (oggi un po’ sgonfiato ma di circa 800 miliardi di franchi, cifra che corrisponde grossomodo al Pil dell’intera Confederazione), comporta anche un aumento dei rischi e dell’incertezza per quel che riguarda il rendimento. In questo senso il cambio di paradigma della politica monetaria avvenuto a giugno 2022, teso a contrastare l’inflazione importata dall’estero – nel frattempo ridimensionatasi – attraverso un rafforzamento del franco svizzero, ha determinato quale effetto collaterale la perdita contabile record per l’istituto di emissione di oltre 130 miliardi, soprattutto a causa della svalutazione – in franchi – delle posizioni in valuta estera.

Per il 2023 invece i dati preliminari segnano una perdita di esercizio di 3 miliardi di franchi (una cinquantina di miliardi la perdita di bilancio dopo gli accantonamenti e tenuto conto delle riserve negative per future ripartizioni), nonostante un utile di 4 miliardi sulle posizioni in altre valute e una plusvalenza di 1,7 miliardi sulle riserve auree. Nell’ultimo esercizio il risultato avverso riguarda le posizioni in franchi. Una perdita di 8,5 miliardi provocata soprattutto dall’aumento dei tassi d’interesse deciso dalla Bns, che l’ha portata l’anno scorso a dover sborsare ogni trimestre circa 2 miliardi di franchi sotto forma di remunerazione degli averi a vista depositati dalle banche, vere vincitrici di questa battaglia.

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