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Così l'LSD aiuta chi soffre di depressione grave e non solo

Rilasciate già mille autorizzazioni federali per la terapia psichedelica assistita, aumentano le richieste dal Ticino. La testimonianza di Andrea

Rilasciate già mille autorizzazioni federali per la terapia psichedelica assistita, aumentano le richieste dal Ticino. La testimonianza di Andrea

2 aprile 2024
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“Le prime ore sono molto intense, a momenti non ero più Andrea, la mia identità si era dissolta, mi espandevo, il quotidiano diventava minuscolo - una piccola parte di ciò che sono - finché ho sentito di essere l’umanità intera. Ho rivissuto la mia nascita, altre morti e altre nascite, più e più volte. Ho sentito che la vita va onorata. Questa esperienza, direi mistica, ha attenuato la paura di morire. Oggi la accetto, non la nego, così non mi controlla più”, racconta Andrea Siclari, che ha sperimentato la terapia psichedelica assistita (con LSD), sia in forma individuale, sia in gruppo, con la psichiatra Anke Röskamp, membro di lunga data della Società medica svizzera per la psicoterapia psicolitica (SÄPT). La psicoterapeuta ha partecipato allo studio dell’Uni di Basilea con 61 pazienti (uno era Andrea) con disturbi d’ansia associati a una grave malattia somatica destabilizzante.
Entrambi erano a un seminario organizzato a Bellinzona dalla fondazione Alaya sulla terapia psichedelica assistita. Li abbiamo incontrati: “Mi fidavo della dottoressa, sapevo che aveva una grande esperienza; durante il mio ‘viaggio’ interferiva il minimo, ma c’era. Così ho potuto lasciarmi andare”. Per il padre di tre figli, a cui 5 anni fa è stato diagnosticato un tumore in stato avanzato, è stato come guardare, dice lui, dietro le quinte del teatro della vita, dando un nuovo senso a vita, a morte, alla realtà”. Molti pazienti che hanno fatto questo percorso, riferiscono di profondi cambiamenti. Cambiano punto di vista su se stessi e sugli altri. “Uscire dagli schemi abituali, mi ha aiutato a mettere in luce ciò che ignoravo e in parte rimuovevo di me stesso. Sono esperienze potenti che vanno integrate in terapia”. Difficile descriverle: “È più limpido di un sogno, a volte è come ricordare. Una parte di me sapeva dove ero, allo stesso tempo mi sentivo lontanissimo. Ogni sillaba ad pronunciare mi costava un’enorme fatica”. Ha cercato il perché della sua malattia. La risposta era sempre la stessa. “Sono vivo ora, il resto non importa. Non cerco più nulla. Ora vivo pienamente le mie emozioni e sono sereno la maggior parte del tempo”.

Nel percorso di psicoterapia per alcuni casi, si aggiunge la terapia psichedelica assistita, come una spezia sull’arrosto, ha detto la psichiatra Röskamp: “Una persona può aprirsi a tutte le emozioni, magari c’è gioia, poi sofferenza, esce tutto. Il terapeuta non guida, si limita a seguire la corrente”. Sotto l’effetto di LSD si cambia prospettiva: “Ad esempio una relazione difficile con la madre, viene vissuta dal proprio punto di vista, da quello della madre, del padre. Capisci profondamente che hai più di una possibilità nel relazionarti con gli altri”. Questa presa di coscienza è liberatoria, ti libera da schemi tossici e può portare verso una guarigione.

Non si seda il paziente, anzi lo si attiva

L’approccio con la terapia psichedelica assistita è una vera rivoluzione che stravolge il paradigma culturale psichiatrico: sedare il paziente e poi integrare. “Qui si fa esattamente il contrario, la sostanza stimola stati entropici (stati alterati di coscienza) che possono favorire una guarigione all’interno di un percorso psicoterapeutico. Il terapeuta deve sapersi adattare alla nuova situazione”, spiega la psicoterapeuta Christine Meier.

Abbiamo capito che l’Lsd può, in alcuni casi, aprire le porte delle carceri mentali, di chi è bloccato in una depressione grave, o altre malattie favorendo un’espansione della coscienza, più connettività cerebrale, influenzando il modo di relazionarsi con sé stessi e con il mondo, attivando in alcuni, una sorta di guaritore interno. Diversi studi concordano che più fattori sembrano agire insieme sul piano fisico e psicologico.

Aumenta la plasticità del cervello

C’è un effetto biologico: “Si è osservato un cambiamento dell’attività cerebrale, un aumento della connettività e plasticità che dura qualche giorno, ci sono più connessioni tra varie parti del cervello, più plasticità e questo può aiutare a vedere una situazione sotto un diverso punto di vista”, spiega lo psichiatra Paul Müller, membro della società medica svizzera per la terapia psicolitica (SÄPT) e formatore nel training SÄPT di terapia psichedelica a Zurigo.

Il viaggio guaritore nell’infanzia

C’è anche un effetto psicologico, alcuni pazienti vivono un’esperienza di liberazione sotto l’effetto dell’Lsd e questo può cambiare il loro sguardo sulla vita, sulla malattia. Ad esempio c’è chi parte per una sorta di viaggio allucinatorio e trascendentale, si percepisce in una dimensione più vasta, come Andrea, non si sente più chiuso nel proprio corpo, fa esperienze mistiche, spingendosi oltre la realtà convenzionale. C’è chi invece fa una sorta di viaggio guaritore a ritroso nella propria infanzia e in alcuni episodi chiave. “Ci si avventura oltre i solidi collaudati schemi mentali, senza che sia un dramma, alcuni ricordi diventano più vividi e incisivi, può capitare di diventare consapevole dei propri schemi di difesa, di relazionarsi agli altri, di cosa ti blocca nel malessere. Diventa un’evidenza quasi fisica ed è un’esperienza potente”, precisa il medico. Secondo lo psichiatra, ma siamo nel campo delle ipotesi, la sostanza rafforza e radica ciò che il paziente ha già ‘annusato’ magari a un livello non totalmente consapevole, piuttosto che aprire scoperte totalmente nuove.

Formazione e casse malati

La domanda supera l’offerta di terapisti

Il crescente interesse per le terapie psichedeliche assistite crea nuove sfide. Una di queste è avere linee guida pratiche e formare terapisti sufficientemente qualificati per soddisfare la crescente domanda e garantire allo stesso tempo una buona qualità dei trattamenti. Attualmente la domanda supera di gran lunga l’offerta formativa. Ci sono corsi di formazione in Svizzera organizzati da SAPT, ma si stanno facendo dei passi anche in Ticino, soprattutto grazie al lavoro di sensibilizzazione e formazione della fondazione Alaya.

I nodi sono diversi: quando queste sostanze saranno omologate come medicamenti? Qui tocca alla politica fare i suoi passi, forte dei risultati forniti da numerose ricerche fatte soprattutto nelle università elvetiche, e per evitare un sottobosco di sedute fatte nell’illegalità con sostanze prese sul mercato nero, con tutti i rischi che ciò può rappresentare.

Chi paga, il paziente?

E ancora: chi paga la cure? Per garantire che gli operatori ricevano un compenso adeguato per la singola seduta della durata di diverse ore (per lo più ne bastano 3-4 nel corso di un anno), accessibile a tutti quelli che ne hanno bisogno, sono in corso trattative con le assicurazioni sanitarie. “Attualmente le casse malati, pagano le sedute di psicoterapia (70 minuti) non di certo un accompagnamento di 10 ore. La sostanza, sui 200 franchi è a carico del paziente. Si stanno cercando soluzioni con le assicurazioni”, precisa il dottor Müller. “Visto su un lungo periodo, il trattamento coi psichedelici, probabilmente riduce i costi, non essendo più necessaria la somministrazione continua di psicofarmaci (antidepressivi, ansiolitici, ecc.) e le sedute psicoterapiche sono meno frequenti”.

Molte richieste dal Ticino

In Ticino la fondazione Alaya fa appunto formazione: “C’è molta richiesta da parte di specialisti e pazienti. Stiamo facendo dei corsi per formare delle equipe multidisciplinari con medici psichiatri, psicoterapeuti, infermieri, ex pazienti. È il medico a presentare un’autorizzazione per ‘uso compassionevole’ all’Ufficio della Sanità Pubblica per un paziente che soddisfa un insieme di requisiti”, precisa Ricardo Fernandez, presidente della Fondazione Alaya.

L'Ufficio federale della sanità

Mille autorizzazioni rilasciate da Berna

Da droga degli hippie che ha ispirato generazioni di artisti, favorito viaggi d’evasione a nuova speranza per curare malattie psichiatriche che causano gravi sofferenze e spesso non hanno cure adeguate. In Svizzera, a differenza del resto del mondo, le sostanze psichedeliche non sono state vietate nella ricerca. Tuttavia, nell’ambito clinico soltanto recentemente è stato concesso di avviare ricerche. Lo psichiatra e psicoterapeuta Peter Gasser ha testato l’efficacia dell’LSD come strumento terapeutico per alleviare l’ansia in pazienti con malattie terminali nel 2007 e ha pubblicato i risultati nel 2014. Il solettese ha scoperto che la sostanza non induce dipendenza ed ha un potenziale terapeutico nel trattamento della depressione, delle paure e per alleviare le malattie giudicate incurabili.

Terapie possibili dal 2014

Dal 2014, le autorità sanitarie elvetiche (UFSP) rilasciano autorizzazioni eccezionali per terapie psichedeliche assistite (PAT) a fini terapeutici, al di fuori di studi clinici - con LSD, MDMA (ecstasay) e dal 2021 con psilocibina (un fungo allucinogeno) – a psichiatri per il trattamento di vari disturbi come depressione resistente, gravi disturbi d’ansia, disturbo da stress post-traumatico, dipendenze ma anche emicrania a grappolo suicidale e fine vita. Queste sostanze sono considerate stupefacenti quindi il loro uso terapeutico è regolamentato.

Un trattamento dura parecchie ore

Negli ultimi 9 anni sono stati rilasciati mille permessi a circa una sessantina di specialisti per circa 3mila trattamenti psichedelici assistiti sia individuali, sia di gruppo. Il trattamento con LSD dura 10 ore e richiede per gli specialisti coinvolti un accompagnamento lungo, intenso, molto impegnativo anche in termini psicologici. Dunque non una cura ‘fai da te’ ma un contesto ben regolamentato, con sessioni di preparazione e di integrazione, dentro un percorso psicoterapeutico. Sono come le spezie su un buon arrosto.

Un permesso in 4 settimane

Non è mai la prima scelta. “Ci vogliono circa 4 settimane per ottenere dalle autorità sanitarie elvetiche un’autorizzazione. La si richiede quando le terapie classiche non hanno funzionato e si presume che la terapia psichedelica assistita possa migliorare la qualità di vita del paziente. La si fa in studi di psichiatri formati, anche in Ticino, e sempre più avviene in anche cliniche”, ci spiega lo psichiatra Paul Müller, membro della società medica svizzera per la terapia psicolitica (SAPT) e formatore nel training SAPT di terapia psichedelica a Zurigo.

Nel resto del mondo

A parte la Svizzera, in pochi altri paesi è legalmente possibile effettuare la PAT al di fuori di studi clinici in un contesto terapeutico. In Australia, terapeuti selezionati possono utilizzare l’MDMA per il trattamento del disturbo da stress post-traumatico e la psilocibina per il trattamento della depressione dal 1° luglio 2023. In Canada, terapeuti selezionati sono autorizzati a usare la psilocibina nel trattamento di pazienti in cure palliative. In Messico e in Canada esistono anche cliniche specializzate nell’uso dello psichedelico per il trattamento della dipendenza da oppioidi. Nei Paesi del Sud America, come Brasile, Perù e Colombia, è in aumento il numero di strutture che combinano l’uso sciamanico e indigeno della pianta psichedelica ayahuasca con approcci psicoterapeutici. In alcuni Paesi (ad esempio negli Stati Uniti dell’Oregon e del Colorado), l’uso di piante e funghi psicoattivi è ora legalizzato, ma esplicitamente per uso medico-terapeutico.

Le ricerche cliniche

Il padre della droga degli hippie che cura i malati

L’Lsd è ormai una vecchia arzilla signora di 80 anni che ha portato in gioventù alla nascita del movimento psichedelico negli anni 60. È stato nell’aprile 1943 che a Basilea il chimico Albert Hofmann ha scoperto, quasi per errore, gli effetti allucinogeni di questa sostanza.

KeystoneIl chimico basilese Albert Hofmann

Il suo destino sembra molto legato a Basilea dove ancora oggi si fanno studi terapeutici. Nato a Baden nel 1906, Hofmann studiava gli alcaloidi della segale cornuta nei laboratori farmaceutici del gruppo basilese Sandoz quando scoprì nel 1938 un 25esimo composto, il dietilamide dell’acido lisergico, abbreviato poi in Lsd 25 o semplicemente Lsd. Il chimico si augurava soprattutto un utilizzo in psichiatria e neurologia.

Allevia ansia e depressione

A ottant’anni di distanza, uno studio, condotto a Basilea, ha messo in evidenza le proprietà benefiche dell’LSD, mostrando come la sostanza sia in grado di alleviare i sintomi depressivi. Sono state somministrate due dosi leggere o moderate di LSD a intervalli di quattro settimane a 61 pazienti con disturbi d’ansia o ansia significativa associata a una malattia somatica destabilizzante. Le analisi, condotte da Matthias Liechti, Felix Müller nonché da alcuni ricercatori dell’Università di Basilea (con l’azienda biotech statunitense MindMed), hanno evidenziato, spiega Müller, che una somministrazione da 100 a 200 microgrammi di acido lisergico riduce in modo significativo lo stato depressivo dei pazienti fino a 16 settimane dopo il trattamento. Gli effetti positivi della droga e le esperienze di tipo mistico sono stati correlati con le riduzioni a lungo termine dei sintomi di ansia. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica “Biological Psychiatry”, non è ancora stato sottoposto a una revisione indipendente di esperti, ma suggerisce benefici a lungo termine della terapia assistita con l’LSD in pazienti con disturbi d’ansia.

MDA per disturbi post traumatici

L’MDMA, il principio attivo dell’ecstasy, aumenta significativamente il tasso di successo del trattamento per chi soffre di disturbo post-traumatico da stress (PTSD). Un nuovo studio pubblicato di recente su Nature Medicine conferma i risultati di ricerche precedenti. Secondo lo studio, condotto su un centinaio di persone da ricercatori dell’Università della California a San Francisco, il 71,2% dei pazienti che ha ricevuto l’MDMA non soddisfaceva più i criteri diagnostici per il PTSD al termine del trattamento. Nel gruppo di controllo con placebo, la percentuale era del 47,6%. Entrambi i gruppi hanno ricevuto lo stesso supporto psicoterapeutico. Non sono stati registrati effetti collaterali gravi. Matthias Liechti, professore di farmacologia clinica all’Università di Basilea, ha commentato all’Ats che questi risultati potenzialmente aprono la strada all’autorizzazione.