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Pensieri

Una delle maggiori calamità del Ventesimo secolo, e che perdura implacabile tuttora, è la perniciosa filosofia dell’efficienza. Una malintesa idea di progresso, legata al possesso di beni materiali, assurta a valore morale che opprime l’individuo investendolo in vuoti e falsi bisogni.

La massificazione globalizzata dei processi produttivi consumistici, scatena e genera, oltre a problematiche ambientali, individui in affanno, iperconnessi, drogati di tecnologie e vissuto virtuale, che attenta e spegne immaginazione e creatività.

I giovani oggi, e non solo loro, vivono troppo spesso un vissuto che non è proprio, ma indotto e pilotato da interessi lontani e menzogneri. Droghe tecnologiche mondialmente acclamate e consumate che subdolamente penetrano le coscienze modellandone i comportamenti, creando pertanto dipendenze e personalità fragili.

E questo occorre gridarlo forte e ovunque, in quanto la vera crescita personale è frutto dell’esperienza di vita vera, incontro, scontro, speranze, successi e delusioni. Con l’esperienza virtuale e tecnologica l’individuo si perde e con esso l’autenticità. Autenticità di non facile conquista, ma condizione imprescindibile per un percorso di vita libero e consapevole.

‘Libertà va cercando, ché sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta’. Divina commedia, I canto Purgatorio, v. 71.

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