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I ‘difensori dei ticinesi’ vogliono nuocere al Ticino

Ancora una volta chi dice di voler “difendere” i ticinesi fa di tutto per far loro del male. Certo, poiché attualmente il canone radiotelevisivo pagato dai ticinesi ritorna in Ticino moltiplicato per 5; i “difensori dei Ticinesi” vogliono sopprimere questa manna. Infatti, se dovesse passare l’idea del canone a 200 franchi, dubito molto che i nostri confederati d’oltre Gottardo (96% della popolazione svizzera) siano ancora d’accordo di continuare a devolvere oltre il 20% dell’incasso al 4% della popolazione. Le conseguenze sono facilmente immaginabili: almeno una delle due reti televisive dovrà chiudere, come pure una o due delle 3 reti radiofoniche, con conseguente riduzione del servizio e soppressione di molti posti di lavoro. In compenso le grandi società che controllano la maggior parte dei media svizzeri avranno meno concorrenza e potranno meglio diffondere il loro “pensiero unico”.
La tecnica è conosciuta: indebolire il servizio pubblico per poi schiacciarlo. Poi i “difensori del Ticino” saranno i primi a denunciare lo scadimento della qualità. È successo così anche con altri servizi, come la Posta: chi prima si batteva per la liberalizzazione, poi è in prima fila per denunciare la diminuzione della qualità del servizio e la chiusura degli uffici postali. Ma questi “difensori dei ticinesi” difendono gli interessi di tutti i ticinesi o soltanto quelli dei “soliti pochi”? La risposta mi sembra ovvia, considerando il loro comportamento passato, come predicare che “i nos vecc” fanno fatica ad arrivare alla fine del mese, per poi votare contro l’adeguamento dell’Avs al rincaro.

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