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‘Congiunzione’ e ‘sottocongiunzione’ di liste

Sono sempre stato contrario alla "congiunzione delle liste” in occasione di elezioni, che secondo me è solo un modo per ingannare i cittadini. Vedendo poi quel che succede in questi giorni nel nostro cantone, con le “sottocongiunzioni”, con gruppi e gruppuscoli che si distinguono dalla lista principale di riferimento unicamente per motivi di età, origine, sesso ecc., per la designazione dei deputati al Consiglio nazionale, la contrarietà non può che aumentare.

Il sistema proporzionale fa sì che ogni partito presenti al massimo un numero pari a quello di seggi da occupare. Con le sottocongiunzioni il numero degli pseudo “candidati” si moltiplica per dieci o per venti, a dipendenza di quante sono le liste “sottocongiunte” presentate.

Si noti che questo sotterfugio è usato soprattutto da partiti che non hanno nessuna possibilità di ottenere un seggio e che perciò devono mettere in corsa tutti, o quasi tutti, i loro aderenti, che potranno così fregiarsi della definizione di “candidati al Consiglio nazionale”.

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