laR+ Lettere dei lettori

Il vero prezzo della moda

Trentanovemila tonnellate di vestiti, e no, non sono nei nostri armadi o addosso a noi, bensì si trovano nel deserto Atacama in Cile, su un’enorme montagna di rifiuti. Secondo il WWF ogni persona in Svizzera possiede mediamente 118 capi d’abbigliamento nel proprio armadio e ogni anno ne compra 60 nuovi. Per stare al passo con le tendenze e anche per stare entro i margini del nostro budget, le soluzioni più semplici sono quelle di ordinare da siti e fornitori di fast – o addirittura super fast – fashion. Ciò che ignoriamo è che se il prezzo è così basso, la differenza viene pagata da altre persone, spesso con la vita. Condizioni di lavoro terribili con salari così bassi da non potersi permettere nemmeno bisogni basilari per vivere. Secondo un’emittente di un canale inglese il salario sarebbe di cinquanta centesimi all’ora e i turni raggiungono le diciotto ore con un giorno al mese libero. Per non parlare dei pericoli per la salute ai quali deve fare fronte chi lavora in questo settore. Questo è il vero prezzo dei vestiti che ci servono per soddisfare la nostra voglia di rimanere al passo con le tendenze che escono con velocità vertiginose. Ben i tre quarti di tutte le persone impiegate in questo settore sono donne, spesso in paesi poveri nei quali la tutela di salari e condizioni di lavoro è minima. Nel crollo del Rana Plaza del 2013 la maggior parte delle vittime erano donne. La connessione tra femminismo internazionale e ambientalismo è fondamentale. Il 14 giugno scioperiamo per la parità di genere in Svizzera: non dimentichiamoci di lottare anche per giustizia e parità di lavoratrici più vulnerabili che vengono sfruttate dal capitalismo e dal patriarcato. Il 14 giugno non dimentichiamoci delle donne che dall’altra parte del mondo subiscono questi meccanismi e meritano la stessa solidarietà.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE