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La frittata leghista

17 aprile 2023
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Non sono il mago Otelma ma la figuraccia di palta rimediata alle recenti elezioni dall’ex movimento l’avevo anticipata già nel 2019 (laRegione). E non bisognava essere dei veggenti per prevederlo. Così in pochi anni dalla perdita del Nano si sono bruciati almeno dieci anni e più di lavoro e di successi. Che il mondo sia fatto a scale è evidente quanto lo è il tonfo dei leghisti nell’apprezzamento degli elettori. Troppe cadute di stile, troppe corse alle cadreghe e il risultato non poteva essere che questo. I confermati consiglieri di Stato hanno bruciato buona parte dei consensi per loro demerito. Idem e ancor peggio la perdita di quattro rappresentanti in Gc riducendo la presenza quasi a umile comparsa superati anche dagli “uregiatti” tanto cari al Mattino. Ciò che invece sorprende quanto ad attaccamento ai colori ormai sbiaditi della Lega è che durante gli interventi della Rsi, in attesa dei risultati, la faccia del Boris mica si è vista! No, ha lasciato alla compagna di merende l’arduo compito di commentare la disfatta. E se questo è il neo “conducator” granconsiliare, prevedere un ulteriore smacco alle prossime comunali è ormai un gioco da ragazzi da oratorio. In aggiunta sono (siamo) in molti a essere arcistufi di essere appellati con il disprezzante “popolazzo” e in egual misura di essere rappresentati da “governicchio” e “parlamenticchio” di triste italica memoria! E sintanto che il parlamento leghista è subordinato ai voleri del Csk (Consigliere di Stato Kapo) le cose non potranno che peggiorare. Quindi c’è ben poca ilarità nei tre seggi conquistati dalla Signora Mirante dato che, sempre che l’aritmetica non sia un’opinione di Via Monte Boglia, la differenza tra meno quattro di qui e più tre di là, ahimè fanno sette! Bravi “avanti inscì”!

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