I dibattiti

Vittime e carnefici, a Cevio va fatto un po’ d’ordine

Non c'è tempo da perdere in inutili discussioni: se non ci daremo una mossa presto diventeremo semplice vagone di fine convoglio

Dusca Schindler

Ho letto con un certo stupore la presa di posizione della sindaca di Cevio Moira Medici nei confronti delle mie riflessioni apparse sulla Rivista di Locarno.

Capisco la necessità di giustificare la sua posizione, ma non si può tacere di fronte al tentativo di rigirare la frittata, ribaltando ruoli e responsabilità. Da sempre attiva in enti ed associazioni nel Comune, e dopo 7 anni di Consiglio comunale, mi sono permessa di esprimere un’opinione critica nei confronti di quell’opposizione che proprio la sindaca Medici ha contribuito a fare crescere e prosperare, di cui fa parte sin dal suo esordio in politica e dalla quale non ha mai preso le distanze.

Una compagine che da anni è impegnata a denigrare le iniziative degli altri, senza mai proporre alcun progetto. Mi riferisco a coloro che, salvo rara eccezione, hanno sempre votato compatti e “contro” le proposte del Municipio; contro il contributo per la sistemazione della piazza di Cavergno, contro la pista di pumptrack a Cevio, contro la zona camper a Bignasco, contro un piccolo aumento dei modesti onorari ai municipali, contro la creazione di un giornalino comunale, addirittura contro dei crediti per progetti dei Patriziati di Cavergno e Bignasco, tanto per fornire degli esempi documentati. In Consiglio comunale, durante alcune sedute, c’era da avere vergogna a sentire certi interventi, ma nessuno di quel gruppo si è mai dissociato, compresa l’attuale sindaca, che ora si lamenta di essere stata apostrofata. Se così è stato dispiace, come è dispiaciuto assistere alla politica dell’insulto promossa dalla sua combriccola.

Nel suo articolo la sindaca spiega che in tre anni non si può pretendere che “si porti a termine quanto non è stato fatto negli ultimi 15”, omettendo di menzionare ciò che è stato fatto per la comunità prima di lei. Si dimentica delle opere generali di arginatura, pianificazione e urbanizzazione, del raggruppamento terreni in Valle Bavona, del risanamento della palestra comunale, delle opere di completamento della rete delle canalizzazioni, del riordino della piazza di Cavergno, del rifacimento di diverse tratte dell’acquedotto, del posteggio a Foroglio, del restauro del palazzo comunale, della creazione del parco giochi, del pumptrack e dell’Oasi ricreativa per i bambini, della sistemazione della piazza a Cevio. Si dimentica anche dello spostamento della linea elettrica nella zona trappola del lupo, del recupero della Via dell’acqua, delle diverse opere di sistemazione della scuola infanzia e della piscina comunale a Bignasco, prima che purtroppo chiudesse.

Non solo investimenti in opere, ma anche agevolazioni ai cittadini, talune sottoposte al legislativo ma altre decise autonomamente dal Municipio, spesso immeritatamente criticato anche dall’attuale sindaca. D’altra parte, spiace dirlo, ma in questi 3 anni di apprendistato non è stato realizzato nulla di nuovo e niente di significativo è stato avviato. Ci si è piuttosto limitati a portare a termine alcuni progetti iniziati dal precedente Municipio, sia in senso positivo (penso alla realizzazione del servizio extrascolastico ideato e promosso dall’allora municipale Romano Dadò), sia in senso negativo (penso al mancato sostegno al progetto scuole, fatto naufragare dall’opposizione che non ha però mantenuto la promessa di proporre un’alternativa, che ora la municipale Wanda Dadò sta cercando di sviluppare con la Commissione da lei diretta).

Non c’è tempo da perdere in inutili discussioni, perché le sfide che abbiamo dinanzi sono enormi. Tra tutte, vale la pena citare l’esempio del mantenimento della scuola elementare per le famiglie di Cevio, che il Cantone ha proposto di toglierci. Possiamo far finta di non vedere, lavarcene le mani e lasciare che le cose vadano come vadano, ma se Cevio non si darà una mossa, presto il Capoluogo e Comune trainante della Valle diverrà semplice vagone di fine convoglio. Destino, secondo diversi cittadini con cui ho avuto modo di confrontarmi, ancor più triste di quello di comparsa.

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