I dibattiti

Grandi eventi in Piazza Grande? Sì, purché rispettosi del luogo

No ad artificiose strutture e palizzate: il “salotto buono” di Locarno merita manifestazioni che lo includano e valorizzino

Francesco Albi

La notizia che Locarno On Ice rinuncerà a offrire la consueta manifestazione il prossimo inverno permette qualche spunto di riflessione sui grandi eventi e sul loro rapporto con la Città.
Permettetemi innanzitutto di associarmi ai ringraziamenti verso l’Associazione responsabile della manifestazione, che per quasi un ventennio ha offerto alla popolazione di tutto il Locarnese, pur con qualche contraddizione, un’importante occasione di incontro.

Ho usato appositamente il termine “occasione”, e non “luogo”, poiché il luogo è ovviamente la Piazza Grande, che c’è sempre stata e sempre ci sarà. Condivido solo in parte quanto asserito dal collega di Consiglio comunale Mauro Belgeri su queste colonne, relativamente al fatto che la Piazza Grande debba essere liberata da tutte le manifestazioni, eccezion fatta per le funzioni civili e religiose. Se da un lato, come già ho avuto modo di spiegare in passato, mi trovo d’accordo nel dire che il “salotto buono” della città è prezioso anche quando non ospita contenuti, dall’altro non bisogna illudersi che la gente tornerà a frequentarlo (e con esso i portici e gli altri spazi adiacenti) senza offrirle condizioni adeguate.

Ben vengano quindi anche i grandi eventi in Piazza Grande, in Largo Zorzi, nella rotonda di Piazza Castello purché vi sia rispetto per questi luoghi che sono patrimonio di tutte e tutti i locarnesi. Ben vengano eventi che non neghino il contesto che li circonda, coprendolo con artificiose strutture e palizzate, ma che lo includano e lo valorizzino. Eventi che facciano proprie le ricchezze del territorio che li ospita, e qui mi riferisco non solo allo spazio costruito ma anche all’offerta artistico-gastronomica, anziché imporre il proprio dominio su tutto. Moon&Stars insegna.

A questo proposito concedetemi una parola di apprezzamento per l’edizione appena conclusa del Festival del Film. Risale al 1971 l’idea dell’architetto Livio Vacchini di portare la manifestazione in Piazza Grande – in origine le proiezioni si svolgevano al Grand Hotel e poi in varie sale al chiuso –, idea vincente che, avendo avuto il merito di alloggiare il Festival nel cuore di Locarno e dei locarnesi, e viceversa (non senza critiche, che ci sono sempre), ancora oggi permette al Pardo di essere una presenza importante ma senza imporsi. Accanto alla kermesse cinematografica, sempre di altissima qualità, quest’anno è stata molto apprezzata anche la Rotonda del Festival, contraddistinta da un’accorta gestione dello spazio (ad esempio i tavoli sono stati posizionati piacevolmente sotto gli alberi), e da un’offerta artistica e culinaria variegata ma attenta alle realtà locali. Insomma, non bisogna andare lontano per trovare il “know-how che la Città non ha”, per riprendere le parole del sindaco Alain Scherrer.

Resto convinto a ogni modo che l’offerta di eventi non sia l’unico fattore che motivi le persone a uscire in piazza. Se il Comune non vuole impegnarsi in prima persona nell’organizzazione di manifestazioni (Bellinzona e Mendrisio realizzano i loro eventi natalizi internamente), allora che agisca laddove ne ha le competenze. Si incentivi il rinnovo degli esercizi pubblici e delle loro terrazze, si intervenga affinché chi è proprietario di uno stabile non abbia vantaggi fiscali a mantenerlo sfitto nell’attesa che si presenti un inquilino disposto a sborsare cifre astronomiche per la locazione, si fornisca la consulenza necessaria ai privati affinché organizzino eventi anche di grandi dimensioni, ma con la dovuta attenzione alla città e ai suoi abitanti.

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