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I diritti della generazione silenziosa

Uno degli aspetti positivi scaturiti dalla pandemia è stato senz’altro un’accelerazione della digitalizzazione e siamo ormai tutti consapevoli che questa sia la via, inevitabile e necessaria, per traghettarci nel Terzo millennio.

Ma siamo sicuri che questo non stia avvenendo, a volte, troppo in fretta?

Magari a scapito di alcuni valori, modalità di servizi, interazioni personali con cui tutti siamo cresciuti, che abbiamo sempre dato per scontato e che ora, molto rapidamente, stanno scomparendo. Lo Smart working, che tanta flessibilità e qualità di vita sembra averci regalato, ci ha tolto non solo le ore passate nel traffico, ma anche quei momenti davanti alla macchinetta del caffè con un collega a parlare dell’ultimo guaio combinato dai figli o della partita della sera prima. La possibilità di fruire di servizi online a qualsiasi ora del giorno e della notte sta mutando irreversibilmente alcuni settori e modalità di erogazione dei servizi stessi. Le strategie aziendali messe in atto in diversi campi ne sono un chiaro esempio: chiudono gli sportelli bancari, chiudono gli uffici postali, chiudono le biglietterie, aprono sempre più casse automatiche nei supermercati e diminuisce il personale a cui chiedere informazioni. Ormai dobbiamo essere multitasking e fare da soli il lavoro che una volta era assegnato agli impiegati delle varie aziende che in questo modo possono risparmiare sul personale.

Anche i servizi cantonali stanno procedendo nella lunga marcia della transizione digitale: i formulari si compilano online, gli uffici vengono delocalizzati e informatizzati. In caso di domande serve armarsi di pazienza e rivolgersi al centralino, almeno quello (forse) non ancora dislocato dall’altra parte del mondo. E purtroppo quest’accelerazione va a scapito sia dei lavoratori (tema complesso che merita un altro spazio e approfondimento), sia di quella parte di cittadine e cittadini che per anagrafe non si può considerare nativa digitale. Una fetta importante se pensiamo che in Ticino il 16% della popolazione ha tra i 65 e i 79 anni e un 7% è ultraottantenne. Come districarsi tra smartphone, spesa online, home banking e smart contract senza l’aiuto di figli o nipoti? Non abbandoniamo la generazione silenziosa perché il rischio è che un giorno non riuscirà nemmeno più a fare la spesa o a pagare una bolletta. Il progresso è inevitabile e per molti aspetti ci facilita la vita ma ricordiamoci che c’è ancora una grossa fascia della popolazione che ha comunque diritto di accedere ai servizi di base, soprattutto quelli cantonali, senza sentirsi definitivamente già rottamati.

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