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I premi e le occasioni perse

Alla fine del mese di settembre verranno annunciati i premi dell’assicurazione malattia per il 2023. In queste settimane gli assicuratori sono in discussione con l’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp) per stabilire il livello dei premi. L’evoluzione dei premi annunciata dall’Ufsp a fine settembre corrisponde a una media tra i premi dei singoli assicuratori.

A meno di due mesi da questo annuncio è lecito chiedersi cosa ci si può aspettare. In questi giorni sono apparse diverse indiscrezioni sui media. Sicuramente è prematuro – e impossibile visto che i premi non sono ancora stati approvati – dare indicazioni precise. Possiamo però ricordare su quali principi poggia la fissazione dei premi. Il primo principio ancorato nella legge è che i premi devono coprire i costi previsti. Per questo motivo, nel definire i premi, gli assicuratori-malattia devono fare una stima dei costi dell’anno successivo. Per fare questo ci si basa in particolare sui dati dell’anno precedente – in questo caso il 2021 – e le evoluzioni registrate all’inizio dell’anno corrente – dunque il 2022. Il secondo principio è che i premi vengono definiti a livello cantonale: i premi evolvono differentemente nei vari cantoni perché i costi possono divergere in modo sostanziale. Questo è legato ai diversi sistemi sanitari cantonali e al ricorso differente alle prestazioni sanitarie (medici, terapie, farmaci).

Per gli anni 2019-2021 a livello svizzero sono stati annunciati aumenti dei premi pari a 1,2%, 0,2% e 0,5%; per l’anno 2022 è persino stata comunicata una diminuzione dello 0,2%. Premi dunque sostanzialmente stabili. Se guardiamo i costi dell’ultimo anno (dati fino al 1° trimestre 2022) rispetto a quello precedente osserviamo invece che sono aumentati del 6,7%. Ripensando al meccanismo della formazione dei premi appena esposto, possiamo sin d’ora affermare che lo scenario per i premi 2023 sarà meno roseo degli anni passati.

Guardando l’evoluzione dei costi nello specifico si identificano alcune categorie in cui i costi sono aumentati più della media: fisioterapia +15,4%, ospedali (ambulatoriale) +10,8%, laboratori +8,6% e farmacie +9,3%. E in Ticino? L’aumento dei costi nell’ultimo anno è stato ancora più marcato, sia in generale (+9,8%), sia in determinate categorie: fisioterapia +26%, laboratori +19,1%, studi medici +10,1% e farmacie +9,8%. Contrariamente al resto della Svizzera anche i costi per gli ospedali (stazionario) sono aumentati notevolmente: +10,4%.

I premi annunciati a fine settembre non potranno che riflettere questa tendenza. Di fronte a questa situazione urge chiedersi se si è fatto tutto quello che si poteva negli ultimi anni per non giungere a questo punto.

Molteplici sono le occasioni perse per attuare delle riforme che avrebbero permesso di evitare aumenti dei costi così marcati. Pensiamo al nuovo tariffario medico Tardoc, ideato da curafutura e dalla Fmh, che dovrebbe sostituire l’antiquato Tarmed. Da anni si aspetta che il Consiglio federale lo ponga in vigore. Ricordiamoci della riforma per un finanziamento unitario delle cure ambulatoriali e stazionarie (Efas), discussa in Parlamento da ben 13 anni, che permetterebbe di evitare che lo spostamento dallo stazionario all’ambulatoriale si traduca in un aumento così marcato dei premi. Consideriamo la lentezza del Consiglio federale per rivedere i margini per la vendita di farmaci in modo da incentivare l’uso di generici, come proposto da anni da curafutura e pharmasuisse. Infine, rammentiamo la lentezza con la quale numerosi Cantoni affrontano la pianificazione ospedaliera, che permetterebbe di contenere la spesa sanitaria. La domanda è per quanto tempo la politica vorrà rimandare l’attuazione di riforme necessarie, discusse da troppi anni. Negli scorsi anni ci sono state troppe occasioni perse: speriamo che i prossimi mesi porteranno finalmente a una svolta.

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