Estero

Il Belgio apre l’inchiesta sul Russiagate all'Eurocamera

Lo annuncia il premier De Croo. Il Parlamento europeo: ‘Pronti a collaborare’

La torre del Cremlino
(Keystone)
12 aprile 2024
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Si apre un nuovo capitolo nel Russiagate, la rete di influenze orchestrata e finanziata dal Cremlino per interferire con le elezioni di giugno per il rinnovo del Parlamento europeo. La procura federale belga ha avviato un'indagine sulla struttura che ruotava intorno al sito Voice of Europe, veicolo della disinformazione russa con sede a Praga, e che intercettava i parlamentari europei per disseminare la propaganda ‘made in Russia’.

Ad annunciarlo è stato il primo ministro belga, Alexander de Croo, che ora intende portare il dossier al vertice straordinario dei leader europei in programma la prossima settimana. Per il premier, l'obiettivo della vasta operazione di influenza del Cremlino è molto chiaro: "Contribuire all'elezione del maggior numero di candidati filo-russi al Parlamento Europeo e rafforzare una certa narrativa filo-russa in quell'istituzione". Perché "un sostegno europeo indebolito all'Ucraina serve alla Russia sul campo di battaglia".

I tentacoli del Cremlino

Stando a quanto rivelato nelle settimane scorse dai servizi di intelligence cechi e belgi, la rete, ora smantellata, aveva propaggini in diversi Paesi Ue. In sostanza, Mosca avrebbe assoldato alcuni eurodeputati che venivano intervistati a pagamento su Voice of Europe per promuovere l'agenda russa. "Le nostre autorità giudiziarie hanno confermato che questa ingerenza è perseguibile penalmente", ha spiegato de Croo, specificando che "il pagamento in contanti non è avvenuto in Belgio, ma l'interferenza sì e poiché il Belgio è la sede delle istituzioni dell'Ue, abbiamo la responsabilità di garantire il diritto di ogni cittadino a un voto libero e sicuro".


Keystone
Il Parlamento europeo

Nelle prossime ore, il fascicolo potrebbe essere trasmesso al Parlamento Europeo che "può costituirsi parte civile", ha spiegato un portavoce della procura federale del Belgio, limitandosi poi a ricordare che sull'inchiesta "vige il segreto istruttorio". E a predicare prudenza è stato lo stesso De Croo che ha glissato sui nomi dei parlamentari sospettati di essere coinvolti nella rete di influenze.

Riflettori puntati su AfD e Le Pen

Dalle prime indiscrezioni di stampa, tuttavia, la vicenda sembrerebbe andare nella direzione dei partiti di estrema destra, dall'Alternative fuer Deutschland (AfD) al Rassemblement National (Rn) di Marine Le Pen. È notizia di qualche giorno fa, l'avvio di un'indagine preliminare da parte delle autorità tedesche su Petr Bystron, uno dei principali candidati alle europee del partito dell'ultradestra tedesca, additato dai media cechi come uno dei politici che avrebbero incassato denaro russo.


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Marine Le Pen, tra i politici sotto osservazione

La vicenda potrebbe non essere ristretta a qualche mela marcia. Politico.eu ha contato 16 eurodeputati che appaiono in video pubblicati sul canale YouTube di Voice of Europe. E che il Parlamento Europeo possa essere permeabile alle influenze russe lo dimostra anche il caso dell'eurodeputata lettone, Tatjana Ždanok, multata di recente dall'Eurocamera perché sospettata di aver collaborato con i servizi segreti russi. Insomma, un'altra tegola in testa per il Parlamento, già travolto dallo scandalo del Qatargate, a meno di due mesi dalle elezioni.

‘Collaboreremo’

L'Eurocamera si è detta pronta a collaborare pienamente - "come sempre, quando e se richiesto" - con le forze dell'ordine e le autorità giudiziarie per "favorire il corso della giustizia". Al di là del risvolto giudiziario, resta il tema politico, quello di un'Ue minacciata nelle sue fondamenta democratiche e di un'Ucraina che rischia di vedere indebolito il sostegno europeo. "I nostri cittadini europei - ha scandito de Croo - non si lasceranno ingannare dalla propaganda russa, ma dobbiamo essere estremamente chiari nel sottolineare quale sia l'intento della propaganda russa" e contrastare così "la minaccia russa in mezzo a noi".

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