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‘Niente lezioni di polizia nella scuola dei pestaggi del G8’

Gli studenti dell'istituto genovese protestano dopo i recenti fatti di Pisa, ricordando i fatti del 2001

Il trasporto di uno dei feriti alla scuola Diaz di Genova nel 2001
(Keystone)

Dell'istituto Diaz-Pertini di Genova e di quello che lì successe nel 2001, durante i fatti correlati al G8 di Genova, nessuno se lo dimentica tanto che quel comprensorio scolastico è divenuto, nel bene e nel male, un'icona di quel che avvenne allora. Poi c‘è stato il processo, poi c’è stato il silenzio e infine ci sono state le recenti manganellate a studenti inermi a Pisa e Firenze.

Per questo il Collettivo degli studenti genovesi, appreso che nella scuola si sarebbe tenuta una giornata di orientamento della Polizia, ha detto ‘no’ e l'ha fatto con uno striscione, collocato ai cancelli e poi subito tolto, dove si diceva a chiare lettere ‘Fuori la polizia dalla Diaz’. Per rendere chiaro il proprio pensiero, e perché questo fosse noto a tutti, il Collettivo ha realizzato anche un volantino che termina con lo slogan "Per la libertà di espressione, contro la militarizzazione delle scuole. Dopo le cariche della polizia contro gli studenti di Pisa, Firenze e Napoli - si legge nel documento -, rifiutiamo che la polizia, proprio in una scuola simbolica come la nostra, possa venire a fare lezione, come se niente fosse".

La spiegazione

"Nessun poliziotto è arrivato a scuola a fare lezione - spiega il dirigente scolastico Alessandro Cavanna -. Durante la giornata sono stati allestiti alcuni spazi per raccontare diverse professioni, la carriera nelle forze dell'ordine era una di queste ma non c'erano agenti presenti". Il preside Cavanna comprende le motivazioni della protesta ma si dice "sorpreso, i ragazzi sono stati informati diversi giorni fa dell'incontro e delle modalità, quindi capisco il dissenso ma avrebbero potuto parlarmi prima e avanzare eventuali lamentele".


Keystone
Sopralluogo dopo i pestaggi alla Diaz

La solidarietà

Solidali gli studenti della Rete: "Noi comprendiamo l'azione degli studenti e delle studentesse del Pertini e la supportiamo nella misura in cui fa prendere coscienza delle violenze da parte dello Stato su quei cittadini e quelle cittadine che dovrebbe avere il primario scopo di tutelare, sia nel caso della macelleria messicana della Diaz e di Bolzaneto nel 2002 che nel caso di Pisa in cui studenti e studentesse privi e prive di qualsivoglia intento violento hanno ricevuto ingiustamente e smodatamente le cariche da parte delle forze di polizia".

Il caso Romano La Russa

Ma le polemiche sulle manganellate della polizia (recenti o meno) agli studenti non finiscono visto che l'assessore alla sicurezza e alla protezione civile di Regione Lombardia Romano La Russa ieri ha detto, rivolto ai consiglieri regionali del centrosinistra che "gli studenti minorenni che manifestano sono normalmente le avanguardie di quelli che facevano come i vostri nonni con le spranghe in mano". A La Russa ha risposto Il capogruppo del Pd Pierfrancesco Majorino che l'ha definito un "ex picchiatore sanbabilino" chiedendo le scuse "ai ragazzi manganellati a Pisa e con le loro famiglie".

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