la guerra in ucraina

Scontro Mosca-Berlino. Medvedev: ‘L’Occidente vuole la guerra’

Lavrov attacca la ambasciate, mentre l’ex presidente torna a evocare lo spetto di un conflitto nucleare

Serghei Lavrov
(Keystone)

S'innalza ulteriormente il livello dello scontro tra la Russia e l'Europa, con Mosca che accusa la Germania di pianificare attacchi a infrastrutture russe e le ambasciate dei Paesi dell'Unione europea di cercare di interferire nelle elezioni presidenziali sostenendo gli oppositori. Mentre il vice presidente del Consiglio di Sicurezza russo, il falco Dmitri Medvedev, accusa Berlino di volere la guerra ed evoca lo spettro di un conflitto nucleare "cento volte" più probabile rispetto alla crisi dei missili a Cuba del '62.

Le accuse

La Russia, ha detto il ministro degli Esteri Serghei Lavrov, ha raccolto "molto materiale" a dimostrazione di come le ambasciate dei Paesi della Ue stiano creando "progetti di sostegno agli oppositori non sistemici", cose in cui "le ambasciate non hanno diritto di intervenire". Il ministro degli Esteri ha quindi affermato che per parlare di questo ha convocato gli ambasciatori, ma questi hanno rifiutato di incontrarlo. "Potete immaginare - ha lamentato Lavrov - le relazioni a livello diplomatico con Stati i cui ambasciatori hanno paura di venire a incontrare il ministro del Paese in cui sono accreditati? Dove si è mai visto?".

Diversa la ricostruzione della delegazione di Bruxelles a Mosca. I responsabili delle ambasciate europee, ha sottolineato in una nota, effettivamente non hanno accettato l'invito a un incontro con Lavrov, fissato per il 27 febbraio, perché non era specificato l'argomento del colloquio. "Eravamo stati invitati per discutere le relazioni tra Ue e Russia - si legge nella dichiarazione della delegazione - ma ora il ministro Lavrov dice che si trattava di farci una lezione. Ciò dimostra che abbiamo avuto ragione a declinare l'invito".

Secondo la delegazione dell'Unione europea, "l'aggressione contro l'Ucraina è il fattore più importante nel determinare le relazioni tra la Ue e la Russia". "Naturalmente staremmo ad ascoltare se la Russia decidesse di cambiare la sua politica al riguardo, ma non ci lasceremo usare come scenario per un altro esercizio di propaganda", conclude la nota.

Caso intercettazioni

A Mosca continua a imperversare intanto la tempesta suscitata dall'intercettazione, diffusa da Margarita Simonyan, direttrice della televisione Russia Today, delle conversazioni in cui alti ufficiali delle forze armate tedesche discutevano della necessità di dotare le forze ucraine dei missili a lungo raggio Taurus, ipotizzando il loro impiego anche per colpire il Ponte di Crimea, che parte dal territorio della Federazione Russa. Secondo il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, l'episodio dimostra il coinvolgimento diretto dell'Occidente nel conflitto in Ucraina.

"Qui dobbiamo scoprire - ha aggiunto Peskov - se la Bundeswehr lo sta facendo di propria iniziativa. Poi la questione è quanto sia controllabile la Bundeswehr e quanto il signor Scholz controlli questa situazione, o se questa sia parte della politica statale della Germania". Mosca ha detto di aver convocato al ministero degli Esteri l'ambasciatore tedesco, Alexander Lambsdorff, per protestare e chiedere spiegazioni.

La smentita

Berlino ha smentito la convocazione, precisando che il diplomatico ha avuto "un incontro previsto da tempo" al dicastero. Ma la sostanza non cambia. A Lambsdorff, ha detto il ministero russo, sono stati chiesti chiarimenti sulle conversazioni tra i militari che, si afferma in una nota, "dimostrano chiaramente il coinvolgimento dell'Occidente collettivo, compresa Berlino, nel conflitto sull'Ucraina". Non solo.


Keystone
L’incontro del 15 febbraio 2022 tra Putin e Scholz

La diplomazia russa ha anche denunciato tentativi delle autorità tedesche di limitare le attività dei giornalisti russi in Germania, promettendo una "dura risposta". E la portavoce Maria Zakharova ha rincarato la dose, affermando che la Germania "non è stata denazificata fino in fondo". Il ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius, ha risposto affermando che l'uso fatto dai russi dell'intercettazione mira a "rafforzare il mito, la leggenda, che stiamo lavorando a una guerra contro la Russia, il che è completamente assurdo".

"Gli ufficiali - ha detto ancora Pistorius - hanno fatto quello per cui sono lì: pensare a diversi scenari senza pianificare nulla". Mentre Scholz ha ribadito il suo rifiuto a dare i Taurus a Kiev: "Non si può - ha detto il cancelliere - consegnare un sistema d'arma che arriva molto lontano e poi non pensare a come possa avvenire il controllo del sistema d'arma. Se si vuole avere il controllo è possibile solo se sono coinvolti soldati tedeschi, e questo è completamente fuori discussione".

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