Elezioni in Iran

Gli ayatollah temono l’astensione: decine di arresti

Pugno duro su chi non si allinea in vista delle parlamentari: ‘Chi è stato fermato è perché ha incoraggiato a boicottare i seggi’

Donne davanti a manifesti elettorali
(Keystone)
29 febbraio 2024
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L'ombra di un'astensione record incombe sull'elezione per il rinnovo del Parlamento in programma domani in Iran. Da settimane, il governo e la Guida Suprema, Ali Khamenei, invitano insistentemente la popolazione a recarsi a votare in massa, citando complotti orditi dai "nemici" per boicottare il voto.

I numeri

Oltre 61 milioni di iraniani sono chiamati alle urne per l'elezione dei 290 deputati e anche degli 88 membri dell'Assemblea degli Esperti, l'organo che ha il compito di nominare o eventualmente revocare il potere della Guida Suprema nella Repubblica islamica.

Sono 15mila i candidati deputati ammessi, e 144 i nomi tra cui gli elettori potranno scegliere per andare a comporre la prossima Assemblea degli Esperti, ma a molti politici riformisti, indipendenti e moderati non è stato permesso di candidarsi per una decisione del Consiglio dei Guardiani, un organismo costituzionale.

Riformisti divisi

Scelta che ha portato a dividere gli elettori di area riformista, con molti di loro che hanno dichiarato di volere boicottare le elezioni, come l'ex viceministro dell'Interno Mostafa Tajzadeh, che ha direttamente attaccato Khamenei. Altri esponenti della stessa area politica ritengono invece che l'unico modo per avere cambiamenti sia comunque andare a votare. "Se una minoranza di candidati indipendenti e riformisti entrasse in parlamento, questi potrebbero essere fonte di cambiamenti nel sistema", ha dichiarato in un'intervista all'Ansa il caporedattore del quotidiano riformista ‘Aftab-e Yazd’, Mansour Mozaffari.


Keystone
Un bambino tiene in mano tre santini elettorali

Appelli a boicottare il voto sono stati lanciati da attivisti politici dissidenti come Narges Mohammadi, premiata con il Nobel per la Pace nel 2023 e incarcerata a Teheran, che ha invitato la popolazione a non recarsi alle urne in "elezioni controllate dallo Stato che si tengono in un regime dittatoriale e religioso".

Le previsioni

In questo contesto, gli analisti si aspettano che le elezioni saranno dominate da candidati conservatori e ultraconservatori, simili a coloro che formano l'attuale Parlamento e l'esecutivo. "La strategia dei nemici è creare dubbi e delusione tra il popolo iraniano e ridurre la loro partecipazione alle elezioni", ha affermato in questi giorni il presidente iraniano Ebrahim Raisi, che gode di un sostegno da parte della popolazione pari al 32%, secondo un recente sondaggio dell'istituto di rilevazioni statistiche, con sede negli Usa, Stasis Consulting. Un livello di consenso simile alla percentuale di quanti, secondo lo stesso sondaggio, si recheranno a votare domani, ovvero il 34% degli aventi diritto, dato che porterebbe l'astensione al 66%, un record mai toccato. Secondo altri sondaggi, l'astensione potrebbe essere addirittura più alta, con il 77% degli aventi diritto che diserterà le urne e l'8% che ancora non ha deciso se recarsi o meno a votare. "Non partecipare al voto non risolverà nessuno dei problemi del Paese", ha dichiarato la Guida suprema Ali Khamenei rivolgendosi ai giovani che domani potranno per la prima volta esercitare il loro diritto di voto, circa 3,5 milioni di persone.

L'eco di Mahsa Amini

Tra loro, molti avevano partecipato alle proteste antigovernative del 2022, scoppiate dopo la morte di Mahsa Amini, la 22enne che ha perso la vita dopo essere stata messa in custodia dalla polizia morale perché non portava il velo in modo "corretto". Anche il ricordo della dura repressione da parte della polizia contro quelle dimostrazioni potrebbe rappresentare un'influenza sul comportamento di voto di tanti giovani nelle elezioni di domani, le prime consultazioni dopo le proteste di massa del 2022, dove circa 500 persone persero la vita durante gli scontri e gli arresti furono quasi 20mila.


Keystone
L’ayatollah Khamenei

Oltre agli appelli dei leader, la Repubblica islamica osserva rigidi controlli per chi invita apertamente a boicottare il voto. Oggi 50 persone sono state arrestate, nella provincia dell'Azerbaigian occidentale, con l'accusa di "disturbare l'opinione pubblica e incoraggiare il popolo ad astenersi dalle elezioni" a causa di messaggi condivisi sui social media mentre una ragazza è stata messa in custodia dopo avere dichiarato pubblicamente di non voler votare alle elezioni parlamentari durante una manifestazione pacifica a Teheran che è stata bloccata dalle forze di sicurezza.

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