Guerra in Ucraina

I russi attaccano e avanzano a Zaporizhzhia

Ad ammetterlo sono i vertici militari ucraini: ‘La regione meridionale è sotto il fuoco pesante’. Zelensky visita le truppe al fronte

(Keystone)
19 febbraio 2024
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Dopo Avdiivka, il fronte della guerra in Ucraina traballa nella regione di Zaporizhzhia. Ad ammetterlo sono i vertici militari ucraini segnalando che l’esercito russo avanza e le truppe di Kiev stanno affrontando “pesanti attacchi” nell’oblast meridionale.

È l’ennesimo segnale negativo a pochi giorni dal ritiro dei soldati ucraini dalla città nella regione di Donetsk, conquistata da Mosca nel più significativo successo sul terreno dalla cattura di Bakhmut nel maggio 2023. Tanto da spingere i partner del presidente Volodymyr Zelensky ad appelli quasi disperati: “La situazione in Ucraina sta diventando drammatica, Avdiivka è già caduta, i russi stanno attaccando in diverse direzioni e forse è quasi già troppo tardi”, è ad esempio l’allarme lanciato a Bruxelles dal ministro degli Esteri polacco Radek Sikorski, che ha invitato i suoi colleghi europei a decidere sulle forniture di munizioni.

A Zaporizhzhia, l’alto comandante ucraino Oleksandr Tarnavsky ha dichiarato che la Russia sta lanciando attacchi multipli vicino al villaggio di Robotyne, uno dei pochi luoghi in cui Kiev era riuscita a riguadagnare terreno durante la controffensiva. La Russia sta cercando di avanzare con “piccoli gruppi d’assalto con il coinvolgimento di diverse unità di veicoli corazzati”, ha affermato il comandante in un post su Telegram dal tenore ottimista: “Questi tentativi offensivi verranno fermati, il nemico verrà eliminato alla periferia di Robotyne”.

Ma le parole non bastano quando sono i fatti a parlare chiaramente di difficoltà per i difensori, provati da due anni di guerra e senza ricambio di uomini e munizioni necessarie se non per avanzare, almeno a tenere la linea. Già in precedenza i blogger militari russi avevano affermato che le forze di Mosca si trovavano ai margini meridionali di Robotyne. E anche il portavoce di Tarnavsky, Dmytro Lykhoviy, ha parlato di una “situazione dinamica” nell’area del villaggio ridotto a un cumulo di macerie da mesi di fuoco di artiglieria. Secondo Lykhoviy, i russi si stanno “riorganizzando” dopo che l’Ucraina si è ritirata da Avdiivka e “probabilmente trasferiranno unità in altri settori”.

Di fronte a questi segnali poco confortanti, Zelensky prova a ridare fiducia ai suoi raggiungendo intanto il fronte di Kupiansk, nel Kharkiv orientale. Ma le strette di mano, le medaglie e le congratulazioni ai soldati non bastano: i comandanti vogliono armi. Perché la guerra infuria e si decide ancora sul terreno con ogni mezzo, dall’artiglieria ai droni. E persino con attacchi mirati usando agenti chimici: a denunciarlo sono le autorità russe secondo cui Kiev avrebbe tentato – senza successo – di avvelenare i leader separatisti Leonid Pasechnik e Vladimir Saldo, che Mosca ha posto rispettivamente al governo delle regioni di Lugansk e di Kherson.

Sul fronte delle armi qualcosa si è mosso a Monaco, dove Zelensky ha incontrato diversi alleati e “sono stati concordati molti altri accordi” di sicurezza e di aiuti militari, dopo che Kiev ha firmato quest’anno intese con Francia, Germania e Regno Unito. Nel frattempo, l’Ucraina si prepara all’arrivo dei primi F-16, adattando le infrastrutture per accogliere i caccia americani attesi a giugno, secondo due funzionari europei citati da Foreign Policy.

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