Estero

Bombe sul mercato, strage di civili a Donetsk

Russia condanna ‘l'attacco delle Forze armate ucraine’. Da Kiev, per ora, nessun commento. Altri civili morti nella cittadina di Kurakhove

(Keystone)
21 gennaio 2024
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A quasi due anni dal suo inizio, la guerra tra Russia e Ucraina continua a reclamare il suo prezzo quotidiano di sangue fra i civili: nella Donetsk annessa dai russi nell'ottobre del '22, i colpi di artiglieria finiti su un affollato mercato hanno causato almeno 25 morti e una ventina di feriti. Le immagini rilanciate dai media internazionali mostrano i cadaveri dei civili sui marciapiedi coperti dalla neve, tra i banchi stracolmi di cassette di verdure e pomodori, accanto a negozi sventrati. La strage è andata in scena nel quartiere di Tekstilshchik e la Russia ha condannato "categoricamente l'attacco delle Forze armate ucraine a Donetsk", bollandolo come "un atto terroristico barbaro". Secondo il ministero degli Esteri russo, "il desiderio dell'Occidente di infliggere una sconfitta strategica alla Federazione Russa ha spinto Kiev a passi più sconsiderati", recita una nota in cui si promette che "tutti i responsabili dell'attacco saranno puniti". Da Kiev, per ora, non è arrivato nessun commento. Tra i media ucraini, l'agenzia Unian si limita a riferire l'accaduto ma, citando i blogger militari filorussi, sottolinea che proprio da quel distretto di Donetsk, che si trova a meno di 20 chilometri dalla prima linea di combattimento, nei giorni scorsi sarebbero partiti colpi contro le forze ucraine. Perché "i russi si annidano tra la popolazione civile" e l'agenzia ucraina nota che nelle ore in cui si è verificato il bombardamento "la zona era presidiata da truppe russe".

Ancora altri civili hanno perso la vita negli incessanti attacchi russi lungo tutto l'asse del fronte, da ultimo nella cittadina di Kurakhove, nella parte del Donetsk ancora in mani ucraine, dove "una selva di razzi Grad ha centrato un edificio residenziale nel tardo pomeriggio", ha denunciato il sindaco. Vittime anche nella regione di Kharkiv, mentre in quella di Zaporizhzhia, che ospita la centrale nucleare, gli attacchi delle forze russe sono stati quasi 100: 16 le località prese di mira nelle ultime 24 ore.

Mosca ha rivendicato poi la "liberazione" sulla linea del fronte di Kupyansk del villaggio di Krokhmalne, nella regione di Kharkiv. È il secondo villaggio ucraino che Mosca sostiene di aver conquistato nelle ultime 72 ore, dopo l'insediamento di Vesele, nel Donetsk, catturato - secondo le forze russe - il 18 gennaio. Kiev conferma il ritiro da Krokhmalne, ma parla di opzione tattica: "Il nostro obiettivo è salvare la vita dei difensori ucraini che sono stati spostati in posizioni difensive, impedendo al nemico di avanzare", ha spiegato una fonte militare. "Ciò non rappresenta alcuna minaccia per le unità vicine. Penso che questo sia un fenomeno temporaneo, la linea del fronte cambia ogni giorno".

Gli 007 di Londra avvertono che i russi hanno intensificato l'offensiva, anche a costo di maggiori perdite tra soldati e soprattutto mezzi. I dati britannici "indicano un costante aumento dell'intensità dell'attività offensiva russa sul fronte nelle ultime due settimane. Un fattore chiave per questo è molto probabilmente le condizioni del terreno gelido, che consentono il movimento di veicoli blindati attraverso il Paese". Gli analisti poi puntano l'indice contro le forniture militari nordcoreane, divenute le principali sul fronte dei proiettili d'artiglieria, tanto che Vladimir Putin si appresterebbe a fare tappa a Pyongyang "presto".

Gli ucraini dal canto loro rivendicano di aver attaccato "con successo" lo stabilimento russo Shcheglovskyi Val a Tula, nell'ovest della Russia, dove vengono prodotti i missili antiaerei Pantsir, e il terminal di gas nel porto di Ust-Luga, sul Mar Baltico russo, non lontano da San Pietroburgo, che rifornisce le truppe al fronte. E mentre il capo dell'intelligence militare, Kyrylo Budanov, si dice convinto che la morte di Yevgeny Prigozhin non possa essere verificata e che il Gruppo Wagner sia ancora in piedi, il presidente Volodymyr Zelensky ammonisce che "se ci stanchiamo della guerra perdiamo tutto". Un avvertimento forse rivolto anche ai partner, alla vigilia del Consiglio Esteri dell'Unione europea in programma domani a Bruxelles.

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