Berlino contro Trump: ‘Irresponsabile attaccare la Nato’

Donald Trump attacca e gli alleati europei reagiscono (questa volta potendoselo permettere). L'accusa del tycoon al vecchio mondo di ‘scroccare’ la sicurezza dagli Usa non è nuova e, volendo, non era del tutto errata quando fu lanciata per la prima volta. Ora però la situazione è diversa. Gli aumenti alle spese militari sono in arrivo e le parole usate da Trump sono ancora più spregiudicate. "Mettendo in dubbio l'articolo 5 colpisce la Nato nell'anima e mette a rischio anche la sicurezza degli Stati Uniti", tuona un'alta fonte diplomatica alleata. In campo è sceso poi direttamente il cancelliere tedesco Olaf Scholz, dichiarando che "ogni relativizzazione" del sostegno all'Alleanza atlantica è "irresponsabile e pericolosa".

La rabbia suscitata a Bruxelles è sia di merito che di metodo. "La Nato non può essere un'alleanza militare alla carta, che funziona a seconda dell'umore del presidente degli Stati Uniti: o esiste o non esiste", ha commentato ad esempio l'alto rappresentante dell'Ue Josep Borrell. Certo, l'accento sulla fase di campagna elettorale - "ne vedremo e sentiremo delle belle" - viene posto da molti eppure a colpire di più è la leggerezza con cui vengono lanciate le accuse. Gli alleati europei infatti "sono impegnati nel processo di aumentare" le spese alla difesa, facendo "la cosa giusta", spiega una fonte Nato. "Ma è un processo che non accade dalla sera alla mattina, in alcuni casi si parla di raddoppi del bilancio. Potrebbe avvenire più in fretta? Forse sì. Il tema non a caso sarà al centro del summit di Washington".

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Trump al vertice Nato di Londra nel 2019

Accuse fondate

D'altra parte se si consulta l'ultimo rapporto annuale della Nato - l'unico che fa fede - le accuse di Trump paiono più che fondate: solo sei Paesi europei superano la soglia del 2%. Ma i dati sono riferiti al 2022 e da allora molte cose sono cambiate. Intanto l'Alleanza cresce.

La Finlandia è diventata il 31esimo alleato e porta in dote un bilancio militare del 2,45%. La Svezia - ormai sulla soglia, dato che la sola Ungheria deve ratificare il suo ingresso - ha annunciato aumenti al budget nel 2024 che la porteranno al 2%, come appunto vorrebbero le regole del club.

La Francia già nel 2022 era vicina (l'1,89%) e altri investimenti devono essere conteggiati. Il prossimo rapporto annuale - che prenderà in esame i numeri del 2023 - dovrebbe dunque restituire un quadro più lusinghiero rispetto agli sforzi di alcuni alleati benché l'anno chiave, in tal senso, sembra essere il 2024.

"La Germania quest'anno raggiungerà il 2% del Pil e forse lo supererà, toccando quota 2,1%", assicura una fonte qualificata della Nato. E visto il peso di Berlino, si tratta di uno scenario senza precedenti dalla fine della Guerra Fredda. Il che spiega anche le affermazioni dure di Scholz.

Riparte il dibattito

L'intervento a gamba tesa di Trump ha poi rinvigorito un altro dibattito in corso da mesi su questo lato dell'Atlantico: la necessità di rafforzare l'autonomia strategica dell'Europa sia attraverso il potenziamento del troncone europeo della Nato sia dotando l'Ue di strumenti più incisivi e moderni. "Abbiamo bisogno di una seconda polizza di assicurazione sulla vita, non come sostituto della Nato, non contro la Nato, ma in aggiunta alla Nato", ha commentato non a caso il capo della diplomazia francese Stephane Sejourné durante un incontro con i suoi omologhi tedeschi e polacchi. Uno scenario che porta Washington a intervenire. "Con Joe Biden la Nato è diventata più forte che mai: gli Stati Uniti difenderanno ogni centimetro di territorio della Nato", ha sottolineato il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana.