stati uniti

La Corte Suprema in aula per decidere l’eleggibilità di Trump

Accusa e difesa davanti ai giudici. Il verdetto potrebbe essere emesso in qualsiasi momento, in ogni caso prima del SuperTuesday del 5 marzo

La Corte Suprema degli Stati Uniti
(Keystone)
8 febbraio 2024
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La Corte Suprema Usa sta ascoltando gli argomenti delle parti pro e contro l'eleggibilità di Donald Trump dopo che lo Stato del Colorado lo ha escluso dal voto per il suo ruolo nell'assalto al Capitolo in base al 14esimo emendamento della Costituzione, che vieta le cariche pubbliche ai funzionari coinvolti in insurrezioni o rivolte contro la Costituzione su cui hanno giurato. Si tratta di un caso senza precedenti in una elezione presidenziale. La storica decisione non è attesa per oggi ma deve arrivare in tempo per il Super Tuesday del 5 marzo, quando va al voto il Centennial State.

La sentenza farà da precedente anche per le cause analoghe intentate in vari Stati Usa e potrebbe quindi diventare decisiva nella corsa per la Casa Bianca. Il tycoon può contare su una maggioranza di sei giudici conservatori su nove (di cui tre nominati da lui). Uno di loro, Clarence Thomas, si è rifiutato di ricusarsi nonostante le richieste anche da parte democratica per il ruolo di sua moglie Ginni, attivista pro Trump coinvolta nel tentativo di stravolgere l'esito del voto del 2020.


Keystone
Donald Trump accanto a una bandiera americana

La difesa

La sezione terza del 14esimo emendamento, in base alla quale la Corte Suprema del Colorado ha escluso Donald Trump dal voto, non è immediatamente esecutiva e spetta solo al Congresso metterla in vigore. Questa la prima argomentazione della difesa del tycoon nell'udienza alla Corte Suprema Usa. Secondo i media, dovrebbe essere sollevata anche la questione se la norma possa essere applicata alla carica presidenziale o a un candidato presidenziale e se il giuramento presidenziale sia equiparabile a quello previsto dalla sezione terza del 14esimo emendamento.

Sempre secondo la difesa, il caso in questione riguarderebbe "i funzionari degli Stati Uniti", ossia quelli nominati, non eletti come il presidente, che quindi non ricade nella norma: questa la seconda argomentazione della difesa.

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