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Uccise bimbo con il Suv, youtuber patteggia. Niente carcere

La condanna per omicidio stradale nei confronti del 20enne che travolse una smart è di 4 anni e 4 mesi (ma non andrà in prigione). La vittima aveva 5 anni

Lo youtuber con l’auto dell’incidente
(YouTube)
31 gennaio 2024
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Un patteggiamento a 4 anni e 4 mesi per omicidio stradale aggravato che non lo porterà in carcere. Si chiude così il processo di primo grado per Matteo Di Pietro, il 20enne, legato al collettivo youtuber dei Theborderline, che il 14 giugno scorso era alla guida del Suv Lamborghini, preso a noleggio, che travolse una Smart a Casal Palocco uccidendo un bimbo di cinque anni che era a bordo assieme alla madre e alla sorellina, rimaste ferite. Il 20enne ha atteso la sentenza tra le lacrime.

La polemica

Sull'entità della pena è intervenuto anche il ministro Matteo Salvini, che sui social commenta: "4 anni per avere ucciso un bimbo di 5 anni? Una riforma della giustizia è quanto mai necessaria". Anche per all'Associazione vittime incidenti stradali (Avisl) siamo in presenza di una "pena irrisoria". Di Pietro non andrà in carcere perché ha già scontato una parte della pena e quel che rimane da scontare è inferiore ai 4 anni, termine che la legge indica come massimo per la concessione dei domiciliari.

La condanna a 4 anni e 4 mesi è stata inflitta dal Gup per omicidio stradale aggravato, una fattispecie di reato non ostativo (che consente cioè di accedere ai benefici penitenziari) che prevede la possibilità di ricorrere al patteggiamento, previo accordo con la Procura. E infatti l'intesa è arrivata al termine di una serie di interlocuzioni tra le parti alle quali il gup ha dato l'ok, riconoscendo al ragazzo le attenuanti generiche e revocandogli la patente.

Ai domiciliari

Il giovane era stato arrestato e posto ai domiciliari – dove si trova tuttora – subito dopo l'incidente e, dunque, ha già scontato quasi 8 mesi. Un ‘presofferto’ – come si chiama in gergo tecnico – che fa scendere la pena residua a meno di 4 anni e che consente appunto a Di Pietro di evitare il carcere. Quando la sentenza sarà passata in giudicato, inoltre, lo youtuber potrà fare richiesta di misura alternativa, chiedendo l'accesso ai servizi sociali. Poco prima della sentenza il giovane, pantaloni chiari e camicia azzurra, ha fatto dichiarazioni spontanee al gip chiedendo "scusa per quanto compiuto" e ammettendo di "provare dolore". "Mi impegnerò in futuro – ha sostanzialmente detto l'imputato – in progetti che riguardano la sicurezza stradale". Così come confermato dal suo difensore, l'avvocato Antonella Benveduti, Di Pietro non finirà dietro le sbarre. "Credo che questa sia una condanna in linea con quelle che sono le finalità del nostro ordinamento, di rieducazione, di risocializzazione proprie della sanzione penale", ha detto la penalista.

La madre del piccolo in aula

In aula era presente anche la madre del piccolo rimasto ucciso, provata e commossa. Dopo la pronuncia del giudice ha lasciato piazzale Clodio senza rilasciare dichiarazioni. "Eravamo preparati, non è stata una sorpresa. Resta la tragedia per una famiglia, per una madre", ha commentato il suo legale Matteo Melandri.

Il drammatico incidente si consumò nel corso di una ‘sfida’ social del collettivo di youtuber. Nell'ordinanza cautelare, con cui il gip dispose i domiciliari per Di Pietro, è emerso che l'auto viaggiava a oltre 124 km orari "immediatamente prima dell'impatto" con la piccola Smart. A bordo del Suv erano presenti altre quattro persone che stavano effettuando riprese con il cellulare.

La dinamica

Il ventenne aveva preso a noleggio il potente Suv con "l'unico ed evidente fine – scriveva il gip nell'ordinanza – di impressionare e catturare l'attenzione di giovani visitatori del web per aumentare i guadagni della pubblicità, a scapito della sicurezza e della responsabilità e di conseguenza a procedere a una velocità superiore ai limiti indicati. Tanto più che alcuni dei passeggeri presenti all'interno della Lamborghini avevano più volte invitato a ridurre la velocità che percepivano eccessiva rispetto al limite dei 50 km/h". Negli atti dell'indagine viene ricostruita la dinamica di quanto avvenuto. Secondo i dati del Gps "il Suv al momento di imboccare via di Macchia Saponara alle ore 15.38, si fermava. Dopo avere imboccato la via riprendeva velocità raggiungendo in soli 14 secondi i 124 chilometri orari immediatamente prima dell'impatto. L'assenza di tracce di frenata – si legge nei documenti – dimostra verosimilmente che la decelerazione improvvisa e rapidissima è stata conseguenza dell'avvistamento dell'auto in prossimità del punto in cui si è verificato l'incidente".

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